Attenzione! i briganti stanno tornando

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Briganti 1862 from Bisaccia
La banda del brigante Agostino Sacchitiello di Bisaccia, uno dei più fidati luogotenenti di Carmine Crocco. Foto del 1862.
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I nuovi briganti oggi potrebbero essere coloro che si oppongono all’appiattimento pianificato del mondo virtuale; sono una moltitudine di giovani, ma le luci dei set televisivi non si accendono mai su di loro. La cultura ufficiale si ostina a non vederli, ad ignorarli, proprio come è successo ai briganti che dopo essere stati catturati ed eliminati, sono stati continuamente uccisi migliaia di volte, giorno dopo giorno, nel corso di questi 150 anni di Unità d’Italia

Il brigantaggio è stato un fenomeno che ha caratterizzato la storia dell’Italia meridionale nel primo decennio dopo l’Unità, ma i suoi sono effetti che possiamo riscontrare anche nella nostra società globalizzata.

Per troppo tempo abbiamo assistito ad una retorica post risorgimentale che ha descritto il fenomeno del brigantaggio come una banda di assassini nemici dello Stato Unitario, intenti a compiere razzie e saccheggi. Ma, come ci ha insegnato Gianpaolo Pansa nel suo libro «Il sangue dei vinti», la storia la scrivono i vincitori ed ai vinti non resta che subire una vera e propria damnatio memoriae.

Fortunatamente, però, oggi la conoscenza storica ha sfatato questo tabù, dimostrando che la ragione non sta mai solo da una parte e che in una guerra si sbaglia sempre in due. In conseguenza di ciò assistiamo ad un vero e proprio revival dei briganti e della loro azione; ma ha un senso parlare di questo oggi? E se sì, chi sono i briganti oggi? Per rispondere a queste domande dobbiamo analizzare la nostra società facendone emergere storture e contraddizioni che ne stanno alla base.

Noi oggi viviamo in una società globalizzata che solo apparentemente fornisce a tutti più opportunità e occasioni di crescita. In realtà ciò che tale società fa è creare un nuovo tipo di società e un nuovo tipo di uomo, controllato e dipendente dalle élite al potere. Un uomo che nella sua essenza più intima altro non è che uno schiavo, dipendente in tutto dal potente di turno. Torna prepotentemente alla mente il discorso di Heidegger sulla tecnica e sulla sua «pericolosità» per l’uomo contemporaneo. L’errore di fondo che oggi si compie forse è quello di considerare la tecnica come la migliore alleata dell’uomo nel garantire pace e progresso per tutti, tralasciando valori tipici come ospitalità, cultura del dono, appartenenza alla comunità, lentezza, rapporto con la natura, veri valori di una società antagonista a quella capitalista ufficiale.

I nuovi briganti oggi potrebbero essere proprio coloro che si rifanno a questi valori, che decidono di fare scelte controcorrente, di decrescere e decidere di andare lenti. I nuovi briganti oggi potrebbero essere coloro che si oppongono all’appiattimento pianificato del mondo virtuale; sono una moltitudine di giovani, ma le luci dei set televisivi non si accendono mai su di loro. La cultura ufficiale si ostina a non vederli, ad ignorarli, proprio come è successo ai briganti che dopo essere stati catturati ed eliminati, sono stati continuamente uccisi migliaia di volte, giorno dopo giorno, nel corso di questi 150 anni di Unità d’Italia.

Ed allora cosa rimane a questi giovani che si ostinano a combattere come don Chisciotte contro i mulini a vento? In questo caso l’assonanza con i vecchi briganti è straordinaria: come loro anche questi giovani non vogliono soccombere ad un «nuovo che avanza» in modo prepotente ed asfissiante; un nuovo, va ricordato, che ha come fine ultimo l’annullamento della personalità del singolo.

Ma come i briganti, oltre alla voglia di combattere contro entità superiori che tentano di annientare il loro mondo, manca un progetto unitario di futuro. O forse no; il progetto c’è ed è ben chiaro a tutti. Ma non si vuol vedere, si nasconde, si decide coscientemente di offuscarlo. Forse per paura, sicuramente per interesse: è il progetto di una società più giusta ed equa per tutti; dove tutti possano avere gli stessi diritti e le stesse opportunità; una società dove a decidere non sia una ristretta cerchia di potenti, ma la totalità delle persone. Chi decide di impostare la propria vita sui propri ritmi e le proprie necessità senza che vincoli esterni impongano il loro stile e modello di vita, costui è il brigante del XXI secolo.

Il «nuovo brigantaggio» diventa l’utopia di un mondo più equo e solidale per tutti da realizzare nella quotidianità dalle singole persone.

 

Nicola Alfano