Odio, ideologia della sopraffazione e la volontà di potenza

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cingoli guerra carro armato
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Intanto il mondo intero balla sotto la pressione di un mercato che vede con occhi luccicanti più che altro i tagliandi dei dividendi, infastidito dagli allarmi di Greta e compagni che nell’innocenza dell’adolescenza vedono la nostra Terra alla deriva e hanno lanciato l’allarme climatico ambientale

Leggo con sorpresa dall’Agi che il Presidente Mattarella ricordando Marzabotto e la Resistenza, ha affermato che «La Repubblica rifiuta l’odio e la volontà di potenza», è un pensiero filosofico decubertiano meritevole e amorevole, ma forse qualcosa in questo repubblicano volemose bene, non quadra.
Ad esempio, in questi giorni in Libia, basta volersi bene o serve altro, per la Libia e per la Repubblica italiana?

Quando Annibale stava avviandosi a Roma, sarebbe bastato un banchetto di benvenuto e un abbraccio amichevole?

Preferiamo l’Italia di Bearzot e dei 4 Mondiali vinti o quella della Corea, in fondo anche in quel caso abbiamo partecipato…

Si potrebbe continuare con domande simili a lungo, ma presumo che appare evidente la necessità di maggiori approfondimenti e riflessioni sulla Volontà di Potenza, senza la quale non si va lontano, né come persone, né come Nazione, né tanto meno come Europa, che oggi appare con i suoi 27 comandi militari nei vari teatri più che altro come una trista armata di Brancaleone, pericolosa per sé e per gli altri, come si nota in Libia e dintorni.
Certo esistono i deliri da Volontà di Potenza, tipici di società deboli e di uomini del destino a cui queste società si affidano, la Storia è maestra anche se abbiamo difficoltà ad apprendere.
Negli anni ho seguito alcune vicende da vicino e cercato di imparare dal passato da grandi maestri tra cui per l’appunto il teorico della Volontà di Potenza.

Ho raccolto qualcosa in un Ebook pubblicato da «Villaggio Globale», che potrebbe essere utile ad una riflessione per la nostra Repubblica che dopo la Roma di Cesare, non si è ancora ripresa.

Intanto il mondo intero balla sotto la pressione di un mercato che vede con occhi luccicanti più che altro i tagliandi dei dividendi, infastidito dagli allarmi di Greta e compagni che nell’innocenza dell’adolescenza vedono la nostra Terra alla deriva e hanno lanciato l’allarme climatico ambientale, che dovrà vedere le varie potenze mettere la testa a posto per salvare il pianeta Terra e con loro tutta la Comunità scientifica impegnata a trovare nuove soluzioni per uno sviluppo compatibile di cui si è parlato in Crimea la scorsa settimana a Cosmos and Biosphere.

 

Vincenzo Valenzi