Il Parlamento Ue spinge per una politica verde più rigida

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A larga maggioranza e con un voto trasversale sostiene un green deal europeo più ambizioso. Su molti aspetti chiave come la biodiversità, la deforestazione, i mari e l’agricoltura l’Europarlamento chiede alla Ce di andare oltre gli impegni che sono stati ora indicati nella sua Comunicazione

«Con la risoluzione approvata oggi a Strasburgo gli europarlamentari chiedono alla Commissione europea di essere più ambiziosa e di presentare con urgenza una serie di proposte concrete che potrebbero portare ad un genuino cambiamento di fondo — dichiara Ester Asin, direttore dell’Ufficio politico europeo (Epo) del Wwf —. Acquisito il sostegno del parlamento europeo, ora la palla passa agli Stati Membri che devono dare seguito ad iniziative inequivocabilmente ambiziose. Solo così questo momento straordinario può diventare realtà».

In particolare, il Wwf accoglie con favore i riferimenti del Parlamento europeo ad ambiziose misure legali esecutive e ad obbiettivi vincolanti per la protezione e il ripristino dei sistemi naturali che faranno parte della Strategia sulla Biodiversità al 2030 di prossima definizione, nella quale saranno esplicitati i target vincolanti per allargare la rete di Aree Marine protette sino al 30% della superficie dei mari europei e relativi alle procedure di infrazione contro gli Stati Membri che non hanno rispettato le Direttive europee sulla natura.

I parlamentari europei, rileva il Wwf, premono sulla Ce perché proceda con decisione alla definizione di una proposta di un quadro normativo che assicuri la due-diligence, relativa alle pratiche di deforestazione, sulle filiere di approvvigionamento dei prodotti in legno che finiscono sul mercato europeo, affrontando i principali fattori della importazione in Europa di questi prodotti. Un quadro normativo questo che il Wwf richiede da tempo, che sarebbe coerente anche con l’obiettivo proposto dal Parlamento europeo di ridurre l’impronta ecologica globale del consumo e della produzione dell’Ue.

Con il settore agricolo che continua ad essere il responsabile principale del depauperamento della biodiversità europea, il Wwf condivide la proposta del Parlamento europeo affinché ci sia piena coerenza tra le proposte relative alla Politica agricola comune (Pac) e gli impegni più stringenti che emergono dall’European green deal sull’ambiente, il clima e la biodiversità che dovranno trovare una applicazione concreta ed efficace nei nuovi Regolamenti della Pac post 2020 attualmente in discussione da parte del «Trilogo Ue» (Parlamento, Consiglio e Commissione Ue), assicurando le necessarie risorse finanziarie nel bilancio comunitario.

«Per il bene del clima e della biodiversità, dobbiamo ripristinare i sistemi naturali e ridurre la nostra impronta ecologica in Europa e fuori dai confini della Ue. Obiettivi legalmente vincolanti e una transizione verso un sistema veramente sostenibile nel settore agroalimentare, e una normativa sulla deforestazione dovrebbero essere step ineludibili da conseguire per la Commissione europea e per gli Stati Membri che non possono ignorare le richieste degli europarlamentari quando imposteranno le politiche e le proposte normative nelle prossime settimane e nei prossimi mesi», dichiara Andrea Baumuller, coordinatore del settore Risorse Naturali dell’Epo Wwf.

Il Parlamento europeo ha ancora una volta assicurato il suo sostegno alla definizione di una normativa sul clima che definisca un obiettivo legalmente vincolante per raggiungere la «neutralità climatica» (zero emissioni di CO2) entro il 2050 come termine ultimo. L’europarlamento ha chiesto che la normativa indichi obiettivi intermedi (incluso l’obiettivo preventivamente concordato della riduzione del 55% entro il 2030) e sia integrata da una rapida eliminazione entro il 2020 dei sussidi ai combustibili fossili su scala europea e nazionale.

«Azzerare i sussidi ai combustibili fossili è essenziale per conseguire il risultato di un’Europa neutrale dal punto di vista climatico: la Commissione europea deve tenere in considerazione la richiesta dei parlamentari europei. Nel contempo dobbiamo urgentemente aumentare l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra del 55% al 2030 perché è troppo basso e incoerente con l’emergenza dichiarata dal Parlamento europeo e dal mondo scientifico, che sostengono la necessità di un taglio sino al 65% delle emissioni entro il 2030», conclude Imke Lubbeke, responsabile del settore Clima e Energia di Wwf Epo.

 

(Fonte Wwf)