Parlare d’ambiente, un premio che ricorda Mazzotti

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Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti
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Aperto il bando della XXXVIII edizione del Gambrinus Giuseppe Mazzotti. Tutte le sezioni del concorso sono ispirate alle sue battaglie, un intellettuale che anticipò con intuizioni e strategie il moderno marketing territoriale. Quest’anno è possibile concorrere con opere edite dal 1° gennaio 2018 al 30 aprile 2020. Il termine di partecipazione è il 9 maggio 2020

Riparte, con la presentazione del bando e del regolamento 2020, il Premio Gambrinus «Giuseppe Mazzotti», prestigioso e longevo concorso internazionale «per libri di montagna, alpinismo, esplorazione – viaggi, ecologia e paesaggio, artigianato di tradizione e Finestra sulle Venezie sulla civiltà veneta» dedicato alla figura e all’opera di Giuseppe Mazzotti (Treviso, 1907 – 1981), eclettico intellettuale trevigiano che fu scrittore, alpinista, gastronomo, salvatore delle ville venete, per molti anni consigliere del Touring club italiano, in sintesi un acuto anticipatore del moderno marketing territoriale, con attenzione all’ambiente e alla sostenibilità.

A questa XXXVIII edizione si potrà concorrere con opere riguardanti le seguenti sezioni: «Alpinismo: imprese, vicende storiche, biografie e guide», «Ecologia e paesaggio», «Artigianato di tradizione».

Ognuna delle tre sezioni di gara avrà un vincitore (a cui spetterà il premio di duemila euro) e la selezione spetterà alla Giuria del Premio Gambrinus «Giuseppe Mazzotti», composta dal giornalista e storico direttore di Airone Salvatore Giannella, lo storico e scrittore Alessandro Vanoli, il docente universitario Franco Viola e l’alpinista e scrittore Italo Zandonella Callegher, ai quali si aggiungono quest’anno Margherita Azzi Visentini, già docente di storia dell’architettura al Politecnico di Milano, grande esperta di Andrea Palladio e delle sue opere e già componente della giuria del Premio Gambrinus «Giuseppe Mazzotti» fino al 2011, Alessandro Giorgetta, alpinista, geologo, scrittore e direttore editoriale del Cai – Club alpino italiano centrale, e Domenico Luciani, architetto e primo direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche.

Il Premio è riservato a opere scritte o tradotte in italiano pubblicate dal 1° gennaio 2018 al 30 aprile 2020. Il bando scadrà il 9 maggio 2020 e l’annuncio delle opere vincitrici e di quelle eventualmente segnalate avverrà a metà ottobre; la cerimonia delle premiazioni si svolgerà al Parco Gambrinus di San Polo di Piave (Treviso), sabato 21 novembre 2020 alle 16:30 e al termine sarà assegnato il Super Premio «La Voce dei Lettori» del valore di tremila euro, determinato dal voto di preferenza della Giuria di quaranta lettori (rappresentanti del mondo della cultura, dell’associazionismo, della comunicazione, della scuola, dell’università), chiamata a scegliere la preferita fra le tre opere già premiate dalla Giuria.

Il bando è scaricabile dal sito.

Mazzotti l’ecologista

«Ecologista» era una parola che nei primi anni Sessanta significava assai poco in Italia.

Nel 1955 nasceva Italia Nostra, la prima associazione ambientalista italiana, mentre per Lipu e Wwf Italia bisognerà attendere il 1965 e 1966. La critica della società dei consumi decollerà però solo nei primi anni Settanta del Novecento, quando «l’ecologia» diventa la bandiera della nuova richiesta di tecnologie meno violente nei confronti della natura e di più equi rapporti fra paesi ricchi e poveri.

Eppure Bepi Mazzotti, direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo di professione e poliedrico intellettuale per passione, nel secondo dopoguerra già ravvisava anche nella piccola Treviso la necessità di contrastare lo sviluppo sfrenato.

Instancabile e carismatico, aveva attratto nella sua cerchia composta da intellettuali e artisti anche menti brillanti e illuminate che avevano elaborato un pensiero ecologico ed una personale opposizione al consumo di paesaggio: tra questi il poeta Andrea Zanzotto così come la viaggiatrice e scrittrice di origine inglese Freya Stark, che tra un viaggio e l’altro in Medio Oriente, dove fu la prima donna a spingersi, aveva scelto di vivere nella pittoresca Asolo.

Mazzotti si può dire che innescò una «reazione enzimatica» che si tradusse in un dibattito che precorse fortemente i tempi nazionali e trovò nella produzione poetica, letteraria, giornalistica dei suoi amici un efficace veicolo di diffusione.

Freya Stark come Mazzotti osservava, studiava e scriveva, ammonendo sulla crescente cementificazione che le sue colline stavano subendo.

Al percorso e all’approccio della viaggiatrice anglosassone oggi si possono associare quelli di Kuki Gallmann, figlia di un altro grande amico di Mazzotti, il medico, esploratore e scalatore Cino Boccazzi: entrambe hanno scelto una patria diversa da quella in cui sono nate, Asolo per Freya e il Kenya per Kuki, dove ritrovare se stesse e affermare gli ideali che hanno reso unica la loro vita, la difesa e la tutela dell’ambiente.

E Mazzotti, ecologista prima della nascita di una coscienza ecologica diffusa, per Freya fu un punto di riferimento e un sostegno, per Kuki un ispiratore.

(Fonte Premio Gambrinus «Giuseppe Mazzotti»)