La clavicola di San Francesco

1960
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Un romanzo scritto da Daniele Nadir ed edito da 21lettere in cui, intrecciando avventura e ricerca storica, viene esaltata l’importanza di un tema centrale nella nostra cultura e nella nostra società contemporanea: la relazione tra uomo e natura

copertina-libro1Nel collegio di Santa Maria a Roma Fabio e i suoi amici si esercitano nelle lettere e in fiaccanti sessioni di preghiera che accompagnate da «Sparizioni Creative» permettono ad un gruppo di amici di sopravvivere in un luogo dove tutto parla di regole andando a costruire un mondo immaginario ogni giorno più intrigante ed avventuroso.

Un romanzo scritto da Daniele Nadir ed edito da 21lettere «La clavicola di San Francesco» in cui, intrecciando avventura e ricerca storica, viene esaltata l’importanza di un tema centrale nella nostra cultura e nella nostra società contemporanea: la relazione tra uomo e natura, e in particolare la convivenza pacifica e non violenta tra il genere umano e il resto del regno animale il tutto condito, nella parte finale della storia, da toni thriller apocalittici che però non fanno mai perdere l’aderenza alla dimensione del reale.

Improbabili presenze animali, una reliquia che forse neanche esiste e il nulla nel quale precipita Sebastiano, Seb (uno di quei Magnifici Sette di quella famiglia creatasi durante un’infanzia vissuta fuori dal mondo laico anche se proprio dietro l’angolo della caput mundi in un collegio ecclesiastico) che, dedicatosi da tempo ad una vita ritirata di preghiera insieme all’ordine francescano dei Semplici, scompare durante il terremoto di Assisi del ’97.

A mettersi sulle sue tracce, quasi casualmente vent’anni dopo, sono Fabio, Giulia e il fedele Pongo che per scoprire la verità dovranno ripercorrere gli stessi passi compiuti da Seb prima di sparire nel nulla. Seb era sulle tracce del mistero della Clavicola di San Francesco, a lungo celata dallo Stato del Vaticano insieme alla sua storia, e per ritrovarlo si dovrà risolvere un’enigma, scavando in profondità nella storia del Santo.

Il solo indizio rimasto è una polaroid con la foto di un affresco e la scritta «Andrà tutto bene. S.».

Un romanzo in cui l’importanza e le difficoltà della convivenza pacifica tra uomo e animali sono messe in risalto attraverso la rievocazione del giardino dell’Eden e del Diluvio universale, reinterpretati in chiave moderna. Il Cantico delle Creature, in particolare, diventa poi la chiave di lettura per celebrare la cooperazione tra uomo e natura e la cura dell’ambiente e dei diversi ecosistemi, una cura imposta non solo come comportamento necessario e dettato dal buon senso ma come premessa imprescindibile alla sopravvivenza del genere umano.

Un’avventura, dalla narrazione avvincente, che si snoda in otto secoli di eresie; un viaggio intenso da Torino al Vaticano, da Assisi al Mare del Nord, fino ad un utopico nuovo Paradiso in terra, fonte di meraviglia e terrore.

 

Elsa Sciancalepore