Ormai c’è solo la gestione emergenziale

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Vecchie debolezze e nuovi problemi

Nonostante l’Italia sia sempre più esposta a fenomeni diffusi di dissesto idrogeologico che si sono acuiti sia per gli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche e soprattutto per l’aumento del consumo di suolo nel nostro Paese, non è mai stata messa a punto «una vera e propria politica nazionale di contrasto al dissesto idrogeologico, di natura preventiva e non emergenziale»

La stagione delle piogge devastanti in Italia si è già avviata, e il conto sarà caro. Anzi, sarà sempre più caro: a crescere non è solo la frequenza, ma anche l’intensità degli eventi catastrofici.
Numerose le criticità a livello nazionale e a livello locale: l’inadeguatezza delle procedure e la debolezza delle strutture attuative; l’assenza di adeguati controlli e monitoraggi; la mancata interoperabilità informativa tra Stato e Regioni; la necessità di revisione dei progetti approvati e/o delle procedure di gara ancora non espletate; la frammentazione e disomogeneità delle fonti dei dati sul dissesto.
È, inoltre, emersa la diffusa difficoltà delle amministrazioni nazionali e locali di incardinare l’attività di tutela e prevenzione nelle funzioni ordinarie, con il conseguente ripetuto ricorso alle gestioni commissariali.
Occorre assicurare in tempi rapidi la revisione dell’attuale sistema e che il nuovo quadro normativo e regolamentare, di recente introdotto, garantisca l’unitarietà dei livelli di governo coinvolti, la semplificazione delle procedure di utilizzo delle risorse nonché il potenziamento del monitoraggio e del controllo sugli interventi.
«Scarso utilizzo delle risorse stanziate per il Fondo progettazione contro il dissesto idrogeologico e inefficacia delle misure sinora adottate, di natura prevalentemente emergenziale e non strutturale», è quanto emerge dalla relazione della Corte dei Conti sul «Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico (2016-2018)».
Nonostante l’Italia sia sempre più esposta a fenomeni diffusi di dissesto idrogeologico che si sono acuiti sia per gli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche e soprattutto per l’aumento del consumo di suolo nel nostro Paese, non è mai stata messa a punto «una vera e propria politica nazionale di contrasto al dissesto idrogeologico, di natura preventiva e non emergenziale». E fin qui, tutto ampiamente noto.

Quello che sorprende nella relazione della Corte dei Conti è il dato sulla mancata spesa dei fondi erogati dello Stato da parte delle Regioni.

Le ragioni? Gare non espletate, procedure che vanno a rallentatore, dalla messa in gara all’affidamento dei lavori, assenza di controlli e monitoraggi. Prevale la politica dell’emergenza, alla gestione degli enti locali competenti subentra all’occorrenza la gestione commissariale, le spese ex post lievitano. La Corte dei Conti ha raccomandato un’accurata programmazione, che abbia come fulcro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e di distinguere gli interventi emergenziali da un Piano nazionale con ruolo preventivo. Non è la prima volta che lo raccomanda.
A Ferragosto 2018, sotto la pioggia battente, si schiantò al suolo a Genova il ponte Morandi. I rilievi dei vigili del fuoco, le analisi degli scienziati, le indagini della magistratura diranno se e in quale misura c’entrino anche stavolta l’incuria e la sciatteria, piaghe che negli anni sono diventate un incubo. Certo è che la nuova batosta conferma, più ancora delle immagini di tanti altri viadotti vetusti e vistosamente aggrediti dal tempo, dal salso o dalla ruggine, la necessità assoluta di un monitoraggio capillare dello stato di sicurezza della nostra rete viaria. Tanto più dopo la rivelazione di qualche giorno fa: un report del 2014 parlava già per il ponte di Genova di un «rischio di perdita di staticità». Un penoso giro di parole, a quanto pare, per non evocare direttamente il pericolo di un crollo.
Siamo bravissimi, dicono tutti, negli interventi di emergenza. Ma non ne possiamo più di intervenire solo «dopo». Quando si contano i danni, i feriti, i morti.

 

Francesco Sannicandro