10 milioni di anni fa la rotazione delle Ande

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Scoperta l’origine della forma arcuata

Attraverso l’analisi di nuovi dati paleomagnetici del territorio dell’Ecuador sono state evidenziate le rotazioni della Cordigliera Occidentale che si riflettono nella forma arcuata della catena andina, ed è stata messa in luce la natura della Valle Inter-Andina

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Schema delle rotazioni paleomagnetiche lungo la catena Andina (rispetto alla Placca Sud America). Le rotazioni sono legate alla geometria della catena e della fossa di subduzione, mimando le convessità e concavità, e rispecchiano la geometria degli antichi cratoni Archeani-Paleoproterozoici. In particolare, quello che viene chiamato «Ecuadorian Orocline» segue fedelmente il limite occidentale del Cratone Amazzonico, che avrebbe agito da rigido ostacolo crostale per la propagazione della catena andina. SF: Cratone Sao Francisco; PPC: Cratone Paranapanema; RPC: Cratone Rio de la Plata

Un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), dell’Università Espol di Guayaquil in Ecuador e dell’Università di Toronto in Canada, hanno dimostrato che la Cordigliera Occidentale dell’Ecuador ha subito una rotazione oraria di circa 20° negli ultimi 10 milioni di anni. Confrontando questo risultato con precedenti ricerche lungo le Ande, hanno scoperto che la tipica forma convessa delle Ande in Ecuador è stata generata da rotazioni paleomagnetiche di verso opposto, orario ed antiorario, dei due lembi dell’arco. Il processo di orogenesi ha quindi determinato l’arcuatura della catena montuosa che precedentemente aveva una forma più rettilinea.

Lo studio Significance of northern Andes terrane extrusion and genesis of the Interandean Valley: Paleomagnetic evidence from the «Ecuadorian Orocline» è stato pubblicato nella rivista «Tectonics» dell’Agu.

Le Ande rappresentano una delle più spettacolari catene montuose del globo. Corrono per ben 8.000 km lungo il margine Ovest della placca sudamericana, dai Caraibi alla Terra del Fuoco. Si deve la loro origine alla subduzione (ovvero, allo sprofondamento di una zolla litosferica al di sotto di quella immediatamente adiacente) che si protrae da almeno 200 milioni di anni tra i settori oceanici di varie placche (Caraibi, Nazca, Placca Antartica) al di sotto della placca sudamericana.

Nuovi dati paleomagnetici sono stati ottenuti da ricercatori dell’Ingv (Gaia Siravo e Fabio Speranza) in collaborazione con ricercatori dell’Università Espol di Guayaquil (Ecuador) e dell’Università di Toronto (Canada).

Durante una campagna di tre settimane nell’ottobre 2019, che per l’Ingv è stata condotta da Gaia Siravo e Fabio Speranza, sono stati prelevati oltre 300 campioni orientati nella Cordigliera Occidentale e Reale dell’Ecuador, andando a costituire il primo dataset paleomagnetico mai ottenuto da quest’area. I campioni, provenienti da rocce vulcaniche di età compresa tra 10 e 40 milioni di anni sono stati portati a Roma e analizzati nel Laboratorio di paleomagnetismo dell’Ingv. Questi dati hanno permesso di evidenziare le rotazioni che hanno accompagnato gli eventi orogenici di formazione della catena andina.

I ricercatori hanno, inoltre, battezzato l’arco delle Ande ecuadoriane come «Ecuadorian orocline» e hanno scoperto ulteriori implicazioni sulla sua formazione.

«Dai nostri studi è emerso che che la sua geometria è simile a quella del Cratone Amazzonico, una porzione molto antica e rigida della placca sudamericana, risalente ad oltre 1 miliardo di anni fa — afferma Gaia Siravo, assegnista dell’Ingv e prima autrice dello studio —. È verosimile che la forma originaria di questo blocco rigido abbia limitato la propagazione della deformazione orogenica, imponendo la stessa geometria alla catena montuosa adiacente, e che quindi le Ande abbiano seguito la curvatura del margine occidentale del Cratone Amazzonico».

«I nuovi dati paleomagnetici hanno permesso di comprendere anche la formazione della Valle Inter-Andina. Si tratta di una depressione con quote attorno ai 2.500 m che, lungo il margine orientale della Cordigliera Occidentale, interrompe longitudinalmente la catena andina, formata da picchi ed altopiani intorno ai 3000-4000 metri», spiega Fabio Speranza, direttore della Sezione Roma 2 dell’Ingv.

«I nuovi dati mostrano che l’età di formazione della Valle risale a circa 10 milioni di anni ed è sostanzialmente coeva con l’età della rotazione oraria osservata nella Cordigliera Occidentale. È quindi verosimile che la Valle sia il riflesso del sovrascorrimento rotazionale della Cordigliera Occidentale, che avrebbe creato una lunga e stretta depressione tettonica di fronte all’unità tettonica in movimento», conclude Fabio Speranza.

 

(Fonte Ingv)