Parco regionale dell’Ofanto e la pericolosità del fiume

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Osservazioni dell’Ordine dei geologi della Puglia

Dall’analisi delle note QA_NTA-Norme Tecniche di Attuazione, allegate allo Schema di Piano, emerge la realizzazione di un Patto città-campagna con la creazione del «Parco Agricolo multifunzionale» della Valle dell’Ofanto, dove gli agricoltori saranno i custodi e i principali artefici. Una situazione questa non condivisa dall’Org

Il Parco naturale regionale denominato «fiume Ofanto» è un’area protetta che interessa i territori comunali di Ascoli Satriano, Barletta, Candela, Canosa di Puglia, Cerignola, Margherita di Savoia, Minervino Murge, Rocchetta Sant’Antonio, San Ferdinando di Puglia, Spinazzola e Trinitapoli e la cui gestione è affidata alla Provincia di Barletta-Andria-Trani.

L’Ordine dei geologi della Puglia (Org), nella persona della sua Presidente, Giovanna Amedei, ha inviato, lo scorso 8 ottobre, alcune Osservazioni al Piano territoriale del Parco naturale regionale «fiume Ofanto» (Ptpnr) indirizzandole al Presidente della Provincia di Barletta Andria Trani – Settore VI Servizio Ecologia, e nelle quali esprime il parere tecnico dell’Org in merito alle Norme tecniche di attuazione allegate al Ptpnr in corso di valutazione.

Dall’analisi delle note QA_NTA – Norme tecniche di attuazione, allegate allo Schema di Piano, emerge la realizzazione di un Patto città-campagna con la creazione del «Parco Agricolo multifunzionale» della Valle dell’Ofanto, dove gli agricoltori saranno i custodi e i principali artefici.

Una situazione questa non condivisa dall’Org.

Noi di Villaggio globale abbiamo voluto porre alcune domande alla Presidente dell’Org, Giovanna Amedei.

In cosa consiste il Ptpnr?

Il Piano territoriale del Parco del fiume Ofanto è lo strumento che regola tutte le attività presenti e future all’interno del Parco. Se si vuole è in linea di massima l’analogo strumento del Piano urbanistico per una città.

L’Org ha presentato alcune osservazioni al Ptpnr, ci può spiegare in cosa consistono queste osservazioni?

Le osservazioni presentate hanno lo scopo di ristabilire l’equilibrio tra la presenza delle attività agricole e la protezione del territorio al fine di ridurre e possibilmente evitare che le coltivazioni nelle aree golenali impediscano al fiume Ofanto di poter esondare senza rilevanti problemi per le persone e cose. Le golene per un fiume sono le naturali casse di espansione e allo stesso tempo sono anche i terreni più fertili.

Tecnicamente come può essere garantito il rispetto del naturale equilibrio idrogeologico del sito riducendo i fattori di rischio?

La storia idrogeologica del fiume Ofanto è stata caratterizzata nel tempo da piene improvvise e anche se il fiume presenta un minimo vitale in tutte le stagioni manifesta in primavera e autunno un carattere torrentizio. A questo si aggiungono obiettivi sensibili quali sono gli invasi artificiali il cui potenziale collasso o la semplice apertura degli sfiati in caso di colmo può generare onde di piena che potrebbe investire i coltivatori che coltivano nelle aree golenali in prossimità del letto di magra del fiume. L’Autorità di Bacino ha evidenziato gran parte dell’alveo come zona ad elevata pericolosità e le strade sterrate che interessano le aree golenali sono classificate ad elevato rischio.

Cosa i visitatori del Parco e i coltivatori che operano nella zona devono sapere in tema di pericolosità idraulica e di rischio idrogeologico?

L’Org deve vigilare sul territorio del Parco del fiume Ofanto affinché le attività che verranno realizzate possano conciliare lo sviluppo economico con i tempi e le caratteristiche di un territorio che ha i suoi ritmi che vanno rispettati anche se vengono misurati in una scala temporale che si misura in decine di anni con improvvise onde di piene. Le cronache di dissesti idrogeologici purtroppo si stanno ripetendo sempre più con maggior frequenza coinvolgendo anche corsi d’acqua minori. Tutti coloro che entrano nel Parco devono essere informati sulla pericolosità collegata alle esondazioni e sul rischio che si corre nel percorre, in determinati periodi, alcune strade che giungono in prossimità dell’alveo fluviale.

E questo deve essere molto chiaro per evitare conseguenze più serie.

 

Elsa Sciancalepore