Puglia, non frammentare la risorsa dune costiere

1550
Punta Pizzo f modesti
Dune bianche nel Parco Naturale regionale Isola di S. Andrea e litorale di Punta Pizzo a Gallipoli (Foto Fabio Modesti)
Tempo di lettura: 2 minuti

Ripristinare il divieto di concessione demaniale in aree di cordoni dunari

֎Intervento Inu, urban@it e Sigea sulla proposta di abrogazione dell’art. 66 della L.R. pugliese 32/2022 (Art. 52 della Proposta di Legge «Disposizioni urgenti di riassetto dell’ordinamento regionale in varie materie»)֎

Inu, urban@it e Sigea sono intervenute sull’imminente voto per l’approvazione della Proposta di Legge «Omnibus» della regione Puglia contenente all’art. 52 l’abrogazione dell’art. 66 della L.R. 32/2022 che, modificando l’art. 14 della L.R. 17/2015 (Disciplina della tutela e dell’uso della costa), aveva eliminato il divieto di concessione demaniale in aree di cordoni dunari.

Nei mesi scorsi la modifica normativa ha generato un dibattito ampio con molteplici interventi in difesa del delicato ecosistema costiero e in un precedente comunicato stampa del 1° settembre 2023 sottoscritto, da Istituto nazionale di urbanistica – Puglia, Urban@it e Società italiana di geologia ambientale (Sigea) – APS, erano state evidenziate criticità difficilmente superabili nel caso venisse approvata la concedibilità di tratti di dune.

Tra le motivazioni va tenuto conto del fatto che, dei 69 comuni costieri interessati, solo per otto di essi è stato approvato un piano delle coste a dimostrazione del fatto che la frammentazione della pianificazione, nel passaggio dalla scala regionale a quella comunale, sia un problema anziché una soluzione e prospettando così scenari ancor più caotici in un futuro in cui dalla scala comunale si dovesse, per la gestione delle dune, passare alla scala delle singole concessioni.

Per la natura del bene, infatti, e per le forme di tutela che essa impone non si intravede un possibile vantaggio, in termini di efficacia, nel trasferire competenze di conservazione e tutela a dei privati che, pur nella presunzione delle migliori intenzioni (ce ne sono tanti di ottimi gestori balneari), hanno però altre competenze e obiettivi; si tratta, infatti, di ambienti classificati come habitat di interesse comunitario per i quali è previsto il rilascio del parere di incidenza ambientale nel rispetto delle Misure di Conservazione (Regolamento Regionale 10 maggio 2016, n. 6 e s.m.i.) e nel 2015 è stata varata una legge specifica (L.R. 3/ 2015 «Norme per la salvaguardia degli habitat costieri di interesse comunitario») che li protegge.

Ogni possibile istruttoria per progetti di intervento graverebbe proprio sui Comuni, che già hanno dimostrato le difficoltà nel concludere gli iter di predisposizione dei piani coste di loro competenza, aggiungendo la frammentazione degli interventi, tra le varie concessioni, e dunque la moltiplicazione non solo delle istruttorie ma anche delle necessarie pianificazioni e attuazioni di monitoraggio e controllo come prescritto.

D’altro canto si fa notare, come numerose risorse nazionali e comunitarie siano state ben utilizzate per interventi di tutela e conservazione, uniche attività possibili nell’ambiente dunare. Il rischio di conseguenze impreviste di interventi mal pianificati o mal controllati a causa di una eccessiva frammentazione, su un ecosistema fragile e non rinnovabile peraltro unica risorsa realmente efficace contro l’erosione costiera che affligge la nostra regione, non può essere permessa nell’attuale quadro ambientale e di cambiamento climatico.

Pertanto si esprime nuovamente, con forza e speranza nella capacità di salvaguardare l’interesse pubblico dei consiglieri, l’auspicio che il Consiglio regionale approvi l’art. 52 della Proposta di Legge «Disposizioni urgenti di riassetto dell’ordinamento regionale in varie materie», ripristinando il divieto di concessione demaniale in aree di cordoni dunari, garantendo gli obiettivi di tutela e conservazione.

 

(Fonte Inu, urban@it, Sigea-Aps)