Ecco come intrappolare la CO[P]2[/P]

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Il progetto Life-Gherl (GreenHouse Effect Reduction from Landfil gas) nell’esperienza realizzata a Terranova Bracciolini (Arezzo)

Si stima che dallo smaltimento dei rifiuti deriva il 9-10% del totale di CO2 (anidride carbonica) presente fra i cosiddetti «gas serra». Nel biogas prodotto dai rifiuti è presente anche il metano che influisce in modo ancora più significativo sull’alterazione del clima essendo la sua incidenza stimata circa venti volte superiore a quella della CO2.
Per la cattura del metano nel biogas sono stati sperimentati ed attivati diversi sistemi, che vanno dalla combustione in torcia fino al riuso per motori industriali, cioè dalla semplice distruzione per impedire che il gas raggiunga l’atmosfera fino alla sua riutilizzazione per la produzione energetica da fonti rinnovabili. Una limitazione al riutilizzo del biogas come fonte energetica rinnovabile è rappresentata proprio dalla presenza di CO2 che influisce negativamente sulla combustione; d’altra parte, la CO2 è un gas inerte che non viene eliminato dalla combustione medesima per cui il solo recupero del biogas non risolve il problema dell’emissione di anidride carbonica in atmosfera.

Da queste premesse parte il progetto Life-Gherl, per il 50% finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma Life-Ambiente 2005 e patrocinato dal comune di Terranuova Bracciolini con la Provincia di Arezzo, al quale hanno lavorato il Dipartimento di Energetica dell’Università degli studi di Firenze, il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche e dei Biosistemi dell’Università degli Studi di Siena, l’olandese Cornelissen Consultino Services B.V. e il Centro Servizi Ambiente Impianti Spa (CSAI), gestore della discarica di «Podere Rota» di Terranuova Bracciolini dove è stata effettuata la sperimentazione.

Tra gli obiettivi principali:
? riduzione dell’effetto serra tramite la cattura della CO2 nel biogas da discarica, prima dell’avviamento al recupero energetico;
? messa a punto di un sistema in grado di trasformare la CO2 in materia solida stabile, da trattare come un semplice rifiuto da smaltire o da utilizzare come materia prima per processi produttivi di tipo industriale o agricolo;
? valutazione complessiva del processo e sua replicabilità su vasta scala.

I risultati del lavoro, durato circa 30 mesi, sono stati presentati lo scorso 27 maggio a Terranuova Bracciolini (Arezzo) nel corso di un convegno al quale hanno partecipato operatori del settore, ma anche molti cittadini.
Le prove sperimentali eseguite nell’impianto pilota, progettato e realizzato presso la Discarica di «Podere Rota», hanno registrato una capacità di cattura di circa il 95% della CO2 e un notevole miglioramento della concentrazione di metano nel biogas.
Si tratta di importanti risultati, da valutare in termini di sostenibilità economica.
Il riuso della CO2 e del metano prodotti dal processo di lavorazione potrebbe essere incentivato e trovare un proprio mercato, magari attraverso l’attribuzione del «certificato verde».

? Per approfondire

(Fonte Arpat)
(05 Luglio 2008)