Un ponte tra Tunisia e stretto di Messina per studiare i rapaci

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Un «ponte» ideale sullo Stretto di Messina, lungo centinaia di chilometri, da Reggio Calabria alla Tunisia, sarà realizzato dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) per studiare gli uccelli rapaci in migrazione. L’iniziativa, Progetto Rapaci Migratori, si terrà dal 24 Aprile al 21 Maggio e prevede l’attivazione di gruppi di osservatori LIPU a Capo Bon, in Tunisia, nelle isole di Malta, Pantelleria e Marettimo (TP) per arrivare fino al versante calabrese dello Stretto di Messina, dove è previsto l’allestimento di un campo internazionale di sorveglianza e protezione dei rapaci migratori. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di studiare e tutelare la migrazione di uccelli appartenenti a specie come il Falco pecchiaiolo, Falco di palude, Nibbio bruno, Falco cuculo, Lodolaio, varie specie di Albanella (minore e pallida), Gheppio, Capovaccaio oltre a Cicogna bianca e nera. Si tratta degli uccelli migratori cosiddetti transhariani, che transiteranno a migliaia in quel periodo sul Mediterraneo, provenienti dall’Africa e diretti in Europa per la nidificazione.

«Questo progetto – spiega Marco Gustin, Responsabile Specie e ricerca della LIPU – ha una doppia valenza. La prima è scientifica, perché intende verificare con una certa precisione qual è il percorso di migrazione seguito dai rapaci sul Mediterraneo centrale e quali sono i fattori meteorologici che possono influire in modo positivo o negativo sulla migrazione. La seconda è invece finalizzata a combattere il bracconaggio sullo Stretto di Messina, avremo l’occasione di mettere a punto un metodo che metterà in grado gli osservatori di prevedere l’arrivo dei rapaci nelle aree a più alto rischio di bracconaggio come il versante calabrese dello Stretto di Messina».

Lo Stretto di Messina, dove terminerà il ponte del progetto LIPU, costituisce unitamente a Bosforo e Gibilterra uno dei «bottle neck» (colli di bottiglia) attraverso i quali passano gli uccelli migratori e veleggiatori. Non potendo attraversare lunghi tratti di mare, dove non trovano le correnti calde ascensionali che permetterebbero loro di volare senza sforzo, questi uccelli sono costretti a transitare in questi «colli di bottiglia».
Il lavoro dei volontari, organizzato su turni settimanali, sarà quello di censire gli uccelli migratori (fino a 30.000 esemplari di rapaci sorvolano ogni anno la zona in migrazione) e segnalare gli atti di bracconaggio al Corpo Forestale dello Stato, alla Guardia di Finanza, alla Polizia di Stato e ai Carabinieri. «Il nostro obiettivo – dichiara Rino Esposito, Responsabile antibracconaggio della LIPU – è quello di vincere quella battaglia di civiltà iniziata venti anni fa con i primi campi antibracconaggio e creare un centro di osservazioni naturalistiche, attivando modalità di fruizione delle risorse naturali che siano anche l’occasione per favorire forme di occupazione dei giovani legate alla natura».

 

R. V. G.