Fare e disfare la realtà: l’Africa emergente

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L’Africa, come dimensioni è seconda solo all’Asia. Il continente nero ha una superficie che supera Stati Uniti, Cina e India messi assieme. È l’area più diversificata del pianeta per il numero di entità etniche e linguistiche (duemila). Sul piano demografico ha tre record, la popolazione che cresce più che in ogni altra parte del mondo, la popolazione più giovane del pianeta e la popolazione che si sta urbanizzando più rapidamente. Dal punto di vista economico la sua performance è molto meno brillante e tuttavia, poiché partivano da livelli molto bassi, i consumatori africani oggi sono quelli il cui potere d’acquisto cresce più velocemente. Tutti questi dati spiegano perché il XXI secolo, anche se forse sarà asiatico, vedrà l’Africa giocare un ruolo determinante. E non solo in negativo, non solo come un «buco nero» di sciagure.
L’Africa è il baricentro demografico del pianeta: lì si concentrerà la crescita della popolazione in questo secolo, mentre la denatalità avanza altrove.
Un’altra sfida riguarda le materie prime, in particolare materiali strategici nella transizione verso un’economia sostenibile: molti dei minerali e metalli rari indispensabili per i pannelli solari o le auto elettriche vengono estratti in Africa.
Del continente gli italiani conoscono solo una narrazione pauperistica e catastrofista. Viene compianta come la vittima di tutti gli appetiti imperialisti e neocoloniali: quelli occidentali o la nuova invasione da parte della Cina. Fa notizia solo come luogo di sciagure e sofferenze: conflitti, siccità e carestie, sfruttamento e saccheggio di risorse, profughi che muoiono attraversando il Mediterraneo.
L’Africa non è una nazione, è un continente immenso con diversità enormi, dal Cairo a Johannesburg, da Addis Abeba a Lagos. Non è solo sofferenza e fuga, come dimostra la sua straordinaria vitalità culturale. Negli Stati Uniti i recenti immigrati dall’Africa hanno dato vita a una delle comunità etniche di maggior successo. Esiste un protagonismo africano.
Il nostro sguardo deve cambiare perché lo sguardo degli africani su sé stessi sta cambiando.
Fallito il modello degli aiuti, fallite le dittature e gli statalismi, mentre c’è chi tenta di importarvi il «modello asiatico», noi europei dobbiamo uscire dalla nostra passività.

 

Francesco Sannicandro