Chiuso il campo antibracconaggio nelle valli bresciane

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    caccia foto di Massimo Marracci
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    Quaranta guardie, provenienti da tutta Italia, si sono alternate per un mese nella vigilanza in tutta la provincia di Brescia, dalle montagne alle zone collinari, alla pianura

    Settanta persone identificate e denunciate all’Autorità Giudiziaria, oltre 80 i reati contestati e 113 le sanzioni amministrative rilevate per un importo superiore a 21.000,00 Euro, 59 le armi sequestrate, parti delle quali saranno confiscate, 426 le munizioni sequestrate, 19 richiami acustici illegali sequestrati e distrutti, 403 esemplari di fauna morta rinvenuta e sequestrata, 47 esemplari di fauna selvatica illegalmente detenuta immediatamente liberata oltre a 38 reti, 681 archetti, 10 lacci, 5 gabbie trappole, 76 trappole a scatto per passeriformi, 3 trappole e tagliole a scatto per mammiferi.
    Un vero bollettino di guerra il bilancio finale del Campo antibracconaggio nelle valli bresciane dove, come ormai avviene da diversi anni, le Guardie volontarie del Wwf hanno dato il proprio contributo alla lotta contro il bracconaggio. Quaranta guardie, provenienti da tutta Italia, si sono alternate per un mese nella vigilanza in tutta la provincia di Brescia, dalle montagne (Val Sabbia, Val Camonica, Val Trompia) alle zone collinari, alla pianura. Tra le specie protette nel carniere dei bracconieri bresciani figurano il codirosso spazzacamino, migliarino di palude, pendolino, passera scopaiola, pettirosso, ballerina bianca, lui piccolo tordela, zigolo giallo, ortolano, scricciolo: quasi tutti passeracei del peso di poche decine di grammi.
    Le valli bresciane di questo periodo, come Ischia e lo Stretto di Messina in primavera e tutte le altre rotte di migrazione ove sono fortemente radicate queste illegali tradizioni, sono additate dalla comunità internazionale come scandalo europeo tipico italiano. Dopo anni di incessante azione del Wwf e delle altre associazioni, del Corpo Forestale dello Stato, dei Carabinieri del Noe, si adatta e si modifica senza per questo sparire, forse ridimensionato ma ancora vivo e attivo.
    La situazione potrebbe peggiorare se dovessero mai passare le proposte di modifica della legge quadro 157/1992 in discussione, che mirano a destrutturare proprio l’unica legge italiana di tutela della fauna. Le proposte in discussione infatti, che mirano ad aumentare il numero di specie cacciabili con l’inserimento di nuove 11 specie, ampliare gli spazi di caccia con la possibilità di cacciare nei parchi e, soprattutto, depenalizzare tutti i reati venatori, ricorda il Wwf, sono fortemente contrastate da tutto il mondo ambientalista e animalista, oltre a non essere supportate dal mondo scientifico in Italia e in Europa. «Queste proposte – ha dichiarato il Presidente del Wwf Fulco Pratesi – non trovano consenso neanche in parte del mondo venatorio, ne mai potranno trovare un’accettazione da parte dei cittadini italiani che in petizioni e sondaggi, anche di recente, si sono espressi in modo totalmente contrario alla caccia».

    (Fonte Wwf Italia)

    (02 Novembre 2004)