La Finlandia distrugge le foreste primarie

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    foto Archivio Cisv
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    Le foreste primarie finlandesi rappresentano appena il 5% dei 20 milioni di ettari di foreste del paese, un’area non essenziale all’industria del legno. Sono, invece, essenziali per diverse specie animali e per la vita delle comunità indigene Sami che dipendono da esse per la loro sopravvivenza e per la loro vita culturale, così come per l’allevamento delle renne

    Nel corso della presentazione del libro di Andrea De Carlo, «Giro di vento» (pubblicato su carta riciclata «amica delle foreste») Greenpeace ha presentato una forte denuncia: «Gran parte dell’editoria italiana – ha detto Sergio Baffoni, responsabile campagna foreste di Greenpeace – si rifornisce dai giganti della carta Stora Enso, M-Real e Upm Kymmen, che acquistano il legname tagliato nelle foreste primarie della Finlandia».
    Le foreste primarie finlandesi rappresentano appena il 5% dei 20 milioni di ettari di foreste del paese, un’area non essenziale all’industria del legno. Le foreste primarie della Finlandia sono, invece, essenziali per diverse specie animali e per la vita delle comunità indigene Sami che dipendono da esse per la loro sopravvivenza e per la loro vita culturale, così come per l’allevamento delle renne. D’inverno, quando la neve ricopre tutto, le renne si nutrono solo dei licheni che crescono sugli alberi più vecchi, ma spesso questi vengono abbattuti.
    Malgrado il grande valore delle foreste primarie della Finlandia, appena il 2.5% di esse è protetto: istituzioni prestigiose come il Finnish Environment Institute, l’Università di Helsinki e lo stesso ministero dell’Ambiente finlandese insistono da tempo sulla necessità di un’estensione delle aree protette. Intanto l’agenzia forestale governativa, Metsähallitus, le taglia a raso, e certifica il legno col marchio del Finnish Forest Certification System (Ffcs) parte del discusso sistema internazionale Pefc. Questo schema di certificazione ha standard molto deboli, anche perché è controllato proprio dall’industria del legno.
    Greenpeace, insieme ad altre due associazioni (Finnish Nature League e Finnish Association for Nature Conservation) ha presentato il rapporto «certificare l’estinzione?» (www.greenpeace.it/new/pefc) che dimostra come anche dopo la loro recente revisione, gli standard del Ffcs (il Pefc in Finlandia) continuino ad avallare la distruzione delle foreste primarie. Ecco perché:
    1) le operazioni forestali certificate dal Ffcs sono condotte in aree di foresta primaria o ignorando la presenza di specie minacciate;
    2) i diritti alla terra da parte delle comunità native non sono garantiti: le operazioni forestali certificate dal Ffcs danneggiano l’economia e minano le basi culturali delle comunità indigene Sami;
    3) il Ffcs non impedisce che legno illegale russo venga inserito nella propria filiera: la Finlandia acquista 11 milioni di metri cubi di legname dalla Russia e circa la metà del legno russo viene tagliato illegalmente. Chi acquista legname marcato Pefc potrebbe contribuire alla distruzione delle foreste primarie finlandesi o di quelle russe;
    4) il Ffcs è stato creato dall’industria forestale, con scarsa o nulla partecipazione di altri soggetti.
    Per queste ragioni il Ffcs non è sostenuto da nessuna delle principali associazioni ambientaliste finlandesi.
    «La certificazione potrebbe proteggere le foreste senza penalizzare l’utilizzo di legno e carta. Ma i sistemi di certificazione deboli e poco seri – ha detto Baffoni – ne minano la credibilità. Soprattutto quando, come il Pefc finlandese, non fanno che apporre un bollino verde sulle normali pratiche distruttive».
    «Con il mio nuovo romanzo – ha detto De Carlo – abbiamo visto che è possibile stampare un libro su carta che non distrugga le foreste primarie finlandesi, senza nessun costo aggiuntivo. Non deve rimanere un caso isolato, tutta l’industria cartaria italiana può fare questo passo».

    (Fonte Greenpeace Italia)

    (12 Novembre 2004)