Cooperazione – Dalla Puglia un futuro sostenibile per il Mediterraneo

    604
    puglia sismica1
    Tempo di lettura: 2 minuti

    «Qui noi costruiamo ponti che servono ad unire e condividere conoscenze, solidarietà, ricerca, cooperazione crediamo in una formazione attiva, che sia sviluppo di competenze in funzione dei livelli di economia dei diversi paesi mediterranei»

     

    La Puglia è un laboratori importante per esportare sviluppo sostenibile nel bacino Mediterraneo e il futuro è costruito ogni giorno grazie all’attività dell’Istituto agronomico mediterraneo di Bari che ogni anno ospita studenti di tutti i Paesi mediterranei che vogliono specializzarsi e fare ricerca d’avanguardia in ambito agricolo.

    Per parlare di sviluppo sostenibile, pace e cooperazione abbiamo incontrato il direttore dello Iam di Bari, Cosimo Lacirignola. Ed iniziamo subito con una provocazione: la Turchia…
    «La Turchia è la nazione del bacino Mediterraneo che si svilupperà di più nei prossimi anni: ha una popolazione giovane, molto scolarizzata e preparata, risorse naturali a disposizione, la crescita sarà tumultuosa».
    Senza voler minimamente entrare nella polemica che in queste settimane sta riempiendo i giornali, tra chi spinge per l’ingresso della Turchia nell’Unione europea e chi invece la vorrebbe ben oltre i confini «dell’Impero romano d’Occidente», Cosimo Lacirignola, esprime il suo giudizio sulla base dell’esperienza maturata in anni di collaborazione con tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

    Lo Iam Bari è un istituto di eccellenza che dal 1962 è attivo come unica sede in Italia del Ciheam (Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes), per sviluppare le competenze in ambito agricolo dei futuri funzionari e dirigenti dei paesi mediterranei. L’istituto opera all’interno di una grande rete europea: quest’anno accoglie 154 studenti di 21 paesi diversi, studenti serbi che siedono accanto a bosniaci, macedoni ed albanesi, palestinesi e libici insieme ad iraniani, libici e marocchini, bellissime ragazze con eleganti foulard e più sbarazzine in pantaloni e casacche che sciamano ridendo insieme a colleghi uomini.
    Attualmente sono quattro i corsi post-laurea attivi presso la sede barese dello Iam: sulla corretta gestione dell’acqua per usi agricoli, sulla protezione delle piante e della loro biodiversità, a sostegno delle coltivazioni biologiche e per un’agricoltura sostenibile.

    «Ogni anno portiamo i nostri studenti al santuario di Padre Pio – spiega Lacirignola – una gita per far comprendere meglio il nostro territorio, un giro al quale nessuno si sottrae, anzi, che coinvolge tutti con grande entusiasmo, da noi il confronto è pratica quotidiana».
    I conflitti interreligiosi e fondamentalisti restano fuori dallo Iam, nel campus si respira grande internazionalità ed ogni giorno si lavora per la pace, come prassi condivisa e non utopica.
    «Qui noi costruiamo ponti che servono ad unire e condividere conoscenze, solidarietà, ricerca, cooperazione – sottolinea Lacirignola – crediamo in una formazione attiva, che sia sviluppo di competenze in funzione dei livelli di economia dei diversi paesi mediterranei. Da noi gli studenti, grazie a borse di studio internazionali, imparano a migliorare le loro conoscenze e a riprodurle nei paesi di origine, innescando buone prassi attive secondo modelli di sviluppo sostenibile.

    (07 Dicembre 2004)