Il G8 ha fallito nel prendere le decisioni necessarie per arrestare i cambiamenti climatici. L’accordo finale è pieno di parole vaghe, come «considerare seriamente», e fallisce nell’intesa sugli obiettivi vincolanti. Non agire per tagliare le emissioni globali di gas serra entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990, significa provocare disastri per miliardi di euro. Greenpeace, tuttavia, ha accolto favorevolmente il fatto che le prossime negoziazioni avverranno nell’ambito delle Nazioni Unite.
«Ad Heiligendamm, il G8 ha chiaramente fallito nell’ottenere quanto necessario – ha detto Daniel Mittler, esperto delle politiche del clima di Greenpeace International – . Ora, tuttavia, le Nazioni Unite possono guidare l’accordo sui rigorosi obiettivi di cui il mondo ha disperatamente bisogno. Perché questi negoziati abbiano successo, i paesi del G8 che hanno ratificato Kyoto devono ora impegnarsi in maniera indipendente a ridurre le loro emissioni del 30% entro il 2020, e dell’80-90% entro il 2050. Alla Merkel, come leader del summit, viene richiesto uno sforzo aggiuntivo per portare la Germania ad un ulteriore taglio del 40% entro il 2020».
Greenpeace ha altresì condannato la mancata azione verso la protezione delle foreste tropicali, responsabili per oltre il 25% delle emissioni globali di CO2. «Il G8 ha affermato di voler salvare il clima ma ha fallito anche nel non darsi come obiettivo quello di fermare la deforestazione e fornire le risorse economiche necessarie per proteggere le foreste primarie del pianeta», ha affermato Martin Kaiser, esperto di foreste di Greenpeace International.
(Fonte Greenpeace)