La Commissione ha adottato due decisioni separate sulle modalità di attuazione della direttiva sulla valutazione d’impatto ambientale (Via) da parte dell’Italia. La direttiva stabilisce che le autorità esaminino l’impatto ambientale dei progetti di infrastruttura per tenerne conto nel rilascio delle autorizzazioni. È inoltre prevista la consultazione del pubblico: nell’ambito del rilascio dell’autorizzazione occorre tener conto anche dei risultati di tale consultazione.
I progetti che rientrano nel campo di applicazione della direttiva sono elencati negli allegati della stessa. I progetti dell’allegato I sono automaticamente sottoposti a Via; per i progetti dell’allegato II, invece, gli Stati membri possono decidere, caso per caso o sulla base di criteri e di soglie, se un progetto debba essere soggetto a Via o meno. L’Italia ha recepito la direttiva sia a livello regionale che nazionale.
In un caso la Commissione ha fatto pervenire all’Italia un parere motivato chiedendo di modificare la normativa di attuazione (nazionale e regionale) che non è conforme alla direttiva Via sotto vari aspetti. I problemi riguardano principalmente i criteri e le soglie fissati per i progetti dell’allegato II, oltre che altri elementi e collegamenti tra la normativa nazionale e quella regionale. In questo caso il problema riguarda la conformità dell’intera legislazione italiana in materia di valutazione d’impatto ambientale alla direttiva.
Dopo la lettera di diffida (prima fase del procedimento) che la Commissione aveva inviato nel dicembre 2003 le autorità italiane si erano impegnate a modificare la legislazione nazionale e regionale sulla Via, ma finora tali modifiche non sono state apportate.
In un altro caso la Commissione ha inviato all’Italia un parere motivato (seconda fase del procedimento) per non aver sottoposto a Via un progetto riguardante una cava sul Monte Bruzeta (Alessandria). Le autorità competenti non hanno ritenuto necessario svolgere una Via dopo aver proceduto ad un’operazione di selezione (screening) svolta in maniera irregolare. Il progetto riguardava un’ampia superficie (15,5 ha), comportava la movimentazione di ingenti quantitativi di terra ed era ubicato in prossimità di un sito proposto a fini di tutela nell’ambito della direttiva UE sugli habitat. A seguito di questa decisione delle autorità italiane il progetto avrà un notevole impatto sull’ambiente. Anche a norma della legislazione italiana questo tipo di progetto deve essere sottoposto a Via.