Austria, la cortina di ferro è diventata verde

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Fino a una trentina di anni fa non esistevano ancora Parchi nazionali nella pur splendida terra d’Austria, anche se l’impegno civile per crearli nei luoghi più famosi e spettacolari non mancava davvero: dai monti degli Alti Tauri, fino al lago Neusiedl (nella foto accanto, N.d.R.), attraverso la valle del Danubio nei dintorni di Vienna. Abbondavano tuttavia Riserve Naturali di ogni genere, create da lungo tempo negli ambienti migliori, per preservare paesaggio e natura di cui gli abitanti andavano molto fieri. Tra tutte spiccava il celebre Wienerwald, quel Bosco Viennese il cui nome evoca subito i valzer dei fratelli Strass, che protegge la città con un mantello di vaste foreste, adagiate su verdi colline. Basti pensare poi al Lainzer Tiergarten, il Parco Faunistico di Lainz, antica riserva imperiale di caccia fin dai tempi di Carlo V, dove sono state conservate le querce più annose del Paese: circondato dapprima da un recinto all’epoca di Maria Teresa, nel 1781, durante il regno di Giuseppe II, dovette essere protetto con alti muri per evitare dannose intrusioni. Oggi vi si può accedere soltanto di giorno, per passeggiare a piedi o in bicicletta, tra caprioli e uccelli, prati in fiore e grandi alberi: ecco perché il suo aspetto e valore sono rimasti sostanzialmente intatti.

Nel giro di qualche decennio, però, la situazione è assai mutata, perché l’Austria è riuscita a creare, uno dopo l’altro, 6 Parchi nazionali che tutelano oltre il 3% del territorio. Insieme alle altre Aree protette, questi Parchi conservano per le future generazioni almeno il 15% di un Paese da cartolina, dove ai paesaggi spettacolari si alternano laghi incantevoli, placide valli fluviali, densi boschi e persino lembi superstiti di foreste vergini, mai intaccate da mano umana.

Primo tra tutti, era sorto nel 1981 il Parco nazionale degli Alti Tauri, vincendo non poche resistenze locali e superando le incomprensioni che dividevano le tre regioni (Laender) coinvolte: Tirolo, Carinzia e Salisburghese. Decisiva fu la grande manifestazione, organizzata dal Direttore dell’Alpenzoo di Innsbruck Hans Psenner con la partecipazione di migliaia di cittadini, nel Palazzo dei Congressi di quella città, famoso per aver ospitato i concerti di Von Karajan e i balletti di Nureyev. In questo incontro, al cui successo contribuì attivamente anche il Comitato Parchi, vennero sfatate molte leggende negative sui Parchi e se ne illustrarono ampiamente i notevoli vantaggi, facendo comprendere a tutti il valore culturale e storico di un intervento solidale a favore della natura.

Oggi il Parco nazionale degli Alti Tauri, con i suoi 180.000 ettari la più estesa Area protetta Mitteleuropea, è una splendida realtà che comprende oltre al Grossglockner (con i suoi 3.798 metri la più elevata vetta austriaca) anche il celebre ghiacciaio Pasterze, le impetuose cascate di Krimml e una preziosa fauna d’alta montagna, con praterie ricche di fiori e boschi di larici, cembri e abeti rossi. Qui abitano animali rari e preziosi come l’Aquila reale, il Grifone e il superbo Avvoltoio degli agnelli (nella foto accanto, N.d.R.), accanto allo Stambecco reintrodotto con successo nel secolo scorso.

Completamente diverso è il secondo Parco, istituito nel 1993 per proteggere il vasto Lago Neusiedl nelle steppe orientali presso il confine con l’Ungheria. Esteso circa 10.000 ettari, ma contiguo a una zona protetta di superficie doppia del Paese vicino, ospita ben 320 specie di uccelli diversi, tra cui spiccano la Cicogna, l’Otarda e l’Oca selvatica, quest’ultima particolarmente abbondante.

Ma la battaglia più memorabile fu quella dell’anno 1984 per creare il Parco del Danubio, minacciato da progetti invasivi di impianti idroelettrici. Vi presero parte migliaia di giovami austriaci ed europei, capeggiati dal vecchio leone dalla bianca criniera, l’etologo Premio Nobel Konrad Lorenz, e ottenendo infine una memorabile vittoria. Oggi le foreste riparie e le anse del fiume caro ai Viennesi sono salvaguardate da un Parco Nazionale di 9.300 ettari, consolidato negli anni successivi per conservare quel tratto sinuoso del corso d’acqua che si protende fino a Bratislava, nella vicina Slovacchia. Moltissimi animali, tra cui la Lontra e il Castoro, vi trovano sicuro rifugio.

Nel giro d’un quarto di secolo, passo dopo passo, i Parchi austriaci hanno preso vita e forma. A quelli già ricordati se ne sono aggiunti altri: nel 1997 il Parco delle Alpi Calcaree (Kalkalpen), esteso 21.000 ettari, non lontano da Linz, dove nell’anno 2009 è stata accertata la presenza della Lince, forse proveniente dalla Slovacchia; e nel 2000 il Parco della Valle Thaya (Thayatal), 1.330 ettari presso il confine con la Repubblica Ceca, dove vivono la Cicogna nera, la Lontra e il Gatto selvatico, e recentemente, discendendo dai Paesi settentrionali, è ricomparso anche l’Alce. Ultimo, ma non meno importante, è stato istituito nel 2002 il Parco nazionale Gesaüse, di 11.000 ettari, in Stiria, ricco di foreste naturali e notevole per la presenza del Gufo reale e del Picchio dorsobianco, nonché di almeno 50 specie diverse di Orchidee selvatiche. Ognuno di questi Parchi gode di un’impeccabile rete di itinerari, sentieri e centri informazione per i visitatori, mostra un volto sereno e ordinato e può vantare assoluta pulizia, senza che si possa percepire alcun abuso vicino o lontano. Una esemplare lezione per l’Italia, dove alla straordinaria ricchezza di paesaggi, natura e monumenti non corrisponde, purtroppo, che la loro costante aggressione ed erosione.

Ma la lezione più profonda che si può trarre dal caso Austria è un’altra, e riguarda il contatto con gli Stati confinanti: perché quella che era una volta la «cortina di ferro» è diventata oggi una vera «unione europea», denominata Europas Grünen Band. Un magnifico «nastro verde» proprio là dove, ai tempi della guerra fredda, la società umana soffriva a causa di muri, divieti e mancanza di libertà. Per gli animali, invece, quelle strisce di confine rappresentavano straordinari rifugi: ecosistemi intatti, luoghi tranquilli, strade maestre di comunicazione e scambio tra territori adiacenti. Ecco perché, come spesso avviene ma non sempre si comprende subito, da problemi che sembrano insolubili possono scaturire risorse inattese. Le riserve naturali e gli animali liberi di muoversi oltre i confini rappresentano oggi un patrimonio prezioso. E non a caso la lungimirante Austria vi sta creando una corona di Parchi grandi e piccoli, gioielli della natura.