Futuro della qualità europea: creatività

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Per potere costruire il nuovo Sistema di Garanzia Qualità delle Università e Iis europei, gli elementi responsabili degli Organismi e gli Enti addetti allo scopo devono «inventarsi» una nuova branca di organizzazione di qualità del tipo di quello descritto nel recente libro di Enqa: Quality Procedures in the European Higher Education Area and Beyond – Second Enqa Survey (Rif. N° 9). Le linee guida principali della creatività nelle Università e/o Iis vengono descritte periodicamente in un insieme di rapporti e di libri editi da Eua, E4 ed Enqa, che sottolineano le diversità e le «commonality» delle Organizzazione di Garanzia Qualità dell’Europa allargata. Tuttavia per chiarezza, l’approccio europeo include come sottosistema l’approccio italiano anche quello definito nella Riforma Gelmini. Tuttavia, in tutta l’Europa universitaria sono state individuate diverse difficoltà di vario genere. Da una parte il profondo paradosso dell’incremento di creatività nell’ambito universitario e degli Iis e dall’altro i problemi della comunanza (commonality) interne al sistema qualità europeo prodotti dalla variegata cultura della qualità esistente nella Europa allargata, diventano sempre più materia di interesse attuale ma anche di preoccupazioni.

Futuro: Democrazia

La democrazia è uno dei possibili modelli che consetono di creare un nuovo standard di «Creatività e Diversità» nelle culture della Garanzia di Qualità Interna.

– Lee Harvey (Budapest 2008) ha presentato l’immagine e la pratica della garanzia qualità come processo non controllato dagli Organismi ed Enti «costituiti ad hoc». Con questo atteggiamento Lee Harvey ha inteso dire che si incontra poco interesse e riflessione sullo sviluppo di un approccio omnicomprensivo mentre il modo di rispondere standard (default) contro questa situazione è diventato piuttosto una vera e propria «resistenza».

– Di fatto, immergere la democrazia nella qualità è veramente problematico ed è forse un processo destinato a fallire o ad essere ritenuto ridicolo e soggetto a pettegolezzo spicciolo che si applica e distorce la intenzione delle persone addette a forzare la stessa democrazia. Nel Regno Unito, si è assistito ad un fenomeno analogo nel settore finanziario e nell’ambito della Polizia. In questi giorni, la Garanzia Qualità nell’ambiente universitario europeo presenta una trattazione abbastanza blanda (soft) con lo sviluppo di un dialogo che consente di condividere buone pratiche e concordanza divedute e di processi. Il passaggio da un approccio «blando e leggero» ad un approccio basato sul «diritto» presenta un livello ed un limite ma anche un orlo di democrazia a favore dei grandi progetti e grandi linee guida europee definiti dai noti sonori e determinati praticanti della qualità.

Tuttavia, se si impiega sistematicamente quella sorta di rapporto gerarchico come conseguenza di verifiche ispettive, verifiche di valutazione e di audit che viene richiesto allora si sminuisce il valore democratico degli eventi che conducono alla elaborazione dello stesso rapporto. Molti sistemi di Garanzia Qualità Interni delle Università e/o Iis rispecchiamo le pratiche impiegate dalle Agenzie di Garanzia Qualità Nazionali sia in termini di progettazione sia in termini di obiettivi che si prefissano di raggiungere. Si tratta sostanzialmente di un tentativo di avvantaggiare le agenzie di GQ esterne.

Durante la composizione del Rapporto Interno spesso si assiste alla mancanza di qualsiasi forma di coinvolgimento di dipartimenti, di unità o di facoltà direttamente sotto investigazione e i soggetti sotto verifica possono solo commentare gli errori di fatto. Inoltre, poiché la tendenza in vigore è che gli autori del rapporto sono dei membri interni dello staff amministrativo accademico, chi teme qualche forma di commento pregiudiziale può anche pensare al verificarsi di una certa mancanza di obiettività per usare un linguaggio obliquo o sotterraneo.

La stesura di un rapporto interno affidabile può essere messo in difficoltà dai seguenti aspetti:

1. La mancanza o limitazione di risorse per la stesura del rapporto ad es. un solo redattore per ciascuna Istituzione.

2. Conflitti di interesse nascosti.

3. Scritture pregiudiziali in particolare, forse, laddove lo scrittore del rapporto è un membro anziano dell’Istituzione.

4. Collusioni nascoste con colleghi istituzionali fuori dei termini di riferimento che governano la ispezione e/o revisione o audit.

5. Atteggiamenti autocratici nella redazione delle registrazioni nel tentativo di emulare l’opinione (positiva o negativa) della direzione anziana e dell’alta direzione nei confronti dei dipartimenti o unità o facoltà no ben viste e fuori di ogni favore.

6. Un tipo specifico e deliberato di errore nel riconoscere i vincoli delle risorse disponibili in situazioni laddove, in modo generale, i conti economici sono stringenti oppure in casi di contestazioni eseguite da unità in revisione o valutazione oppure da dipartimenti e/o facoltà. Di fatto, non tutte le valutazioni di revisioni, accreditamento ecc. consentono alla unità in valutazione di contestare alcuni elementi fondamentali del rapporto di valutazione. Così, la Seconda «Survey» di Enqa (Quality Procedures in the European Higher Education Area and Beyond) prevede la possibilità che l’unità in valutazione faccia una serie di commenti e quindi richieda che le venga concesso un lasso di tempo per mettere a posto la propria organizzazione e le proprie procedure per potere soddisfare i requisiti imposti dal Rapporto di Valutazione emesso dal Gruppo di Valutazione.

7. Interessi personali ai risultati e alle raccomandazioni dettagliate nel rapporto di valutazione.

Futuro europeo: il processo democratico di negoziazione

Creare un approccio creativo e diverso alle verifiche ispettive e valutazioni interne richiede «flessibilità», un processo che si incentra sul principio di negoziazione fra le parti e non una «imposizione dall’alto». Ciò significa che le procedure di Revisione e Valutazione sono procedure aperte, non stimolate né governate dal dominio delle gerarchie. Le negoziazioni mettono assieme le parti interessate per dibattere le evidenze in un «forum» che consente una dibattito simultaneo più aperto ed allargato. La revisione in cui si dibatte in modo collettivo raggiunge anche il consenso concernente i risultati e le raccomandazioni e consente di stilare dei rapporti che siano il più possibilmente collettivi e che producano conclusioni congiunte del dibattito di revisione (audit) in modiche le risposte di primo ordine siano fresche, immediate e ultra mescolate fra il tempo dei processi di verifica, la interpretazione dei redattori del rapporto di valutazione e le riflessioni di secondo ordine.

Futuro europeo: linee guida per la buona pratica

Le procedure dovrebbero essere governate e guidate da:

– un modo democratico di collezionare, assemblare, ascoltare e dibattere le evidenze riscontrate;

– un dibattito collettivo di diversi riferimenti professionali, includenti gli studenti e le partii interessate;

– un gruppo di valutazione che, elaborando il rapporto scritto, faccia intervenire tutti i partecipanti e che includa tutti i possibili elementi di revisione quali i seguenti:

o       dati di uscita concordati da tutto il gruppo di valutazione ed includenti tutti gli aspetti della ispezione;

o       rapporto finale approvato alla unanimità da parte del gruppo, includente tutti gli argomenti verificati, prima della pubblicazione.