Linee guida sulla prevenzione dei rifiuti

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Edizione Federambiente e Osservatorio nazionale dei rifiuti

Le Linee guida sulla prevenzione dei rifiuti urbani pubblicate da Federambiente e dall’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti si propongono come uno strumento che aiuta ad applicare politiche e azioni per contrastare l’impoverimento delle risorse naturali e rendere più efficace, economico ed efficiente l’intero ciclo di gestione dei rifiuti.

La prevenzione appare l’unico modo per contrastare l’impoverimento delle risorse naturali e rendere più efficace, economico ed efficiente l’intero ciclo di gestione dei rifiuti.

A questo proposito le Linee guida sulla prevenzione dei rifiuti urbani pubblicate da Federambiente e dall’Osservatorio Nazionale sui Rifiuti si propongono come uno strumento che aiuta ad applicare politiche e azioni a riguardo.

Il testo è curato da V. Cipriano di Federambiente e da I. Ivoi e M. Santi, consulenti ambientali ed esperti di gestione sostenibile dei rifiuti, con il coordinamento – oltre che di V. Cipriano – di P. Montanari dell’Onr (Osservatorio Nazionale Rifiuti).

La prevenzione sembra essere la migliore soluzione perché può portare all’eliminazione di tutte le fasi della gestione del rifiuto: manipolazione, trasporto, riciclaggio e smaltimento. Evitando gli impatti ambientali e quindi preservando le risorse naturali, ciò garantisce  il più alto livello di tutela dell’ambiente.

Crescita economica e consumo non devono necessariamente comportare un aumento della produzione di rifiuti: è indispensabile disallineare questi concetti. La prevenzione va proprio in questa direzione, cercando di determinare una rottura nel rapporto tra crescita economica e consumi, da una parte, e sempre maggiori quantitativi di rifiuti prodotti dall’altra.

Federambiente e l’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti con questo lavoro si rivolgono in primo luogo alle amministrazioni pubbliche, in particolare Regioni ed Enti Locali, ma anche a gestori di servizi di igiene pubblica. Le Linee Guida  risultano comunque un buon supporto per tutti coloro che sono coinvolti nel ciclo dei rifiuti.

Oltre a presentare una serie di misure di prevenzione specifiche e collaudate, le Linee guida forniscono anche una proposta metodologia operativa.

Ogni territorio in cui si vogliano applicare misure di prevenzione dei rifiuti deve essere in primo luogo conosciuto; capire come è fatta e da cosa è costituita una realtà che produce rifiuti è il primo passo per fare corrette scelte di prevenzione.

La conoscenza del territorio si costruisce, secondo quanto contenuto nel manuale, su due tipologie di saperi: quelli contestuali, legati all’esperienza e alle consuetudini che possono variare da un posto all’altro, e quelli codificati, connessi ai dati demografici, sociali ed economici.

Tutto questo patrimonio di conoscenze si deve integrare con i dati sul ciclo dei rifiuti: in questo modo sarà possibile mappare il territorio, descrivere le attività presenti, la qualità e quantità dei rifiuti prodotti e le scelte di comportamento e attitudinali delle popolazioni locali, e – quindi – individuare le soluzioni di intervento più efficaci.

Le Linee guida, infine, presentano alcune azioni che possono essere realizzate per un consumo sostenibile di beni e servizi, da sottrarre così al ciclo dei rifiuti; il riferimento è specifico ai rifiuti di origine urbana.

Il manuale si compone di una serie di schede, diverse per tipologia di beni (dagli imballaggi primari per le acque e il latte, ai pannolini, alle stoviglie usa e getta, agli abiti usati, e altro ancora). Ogni scheda riporta le possibili azioni di prevenzione o di minimizzazione del rifiuto, i contesti fisici/spaziali (casa – ufficio etc.) in cui queste misure di prevenzione sono applicabili , i soggetti tenuti a operare, gli strumenti da impiegare per realizzare le singole azioni di prevenzione, i vantaggi e le criticità e, infine, le buone pratiche presenti sul territorio nazionale.

Alcuni dei progetti presentati nella Linee guida sono stati realizzati in Toscana, e in alcuni casi hanno visto l’intervento anche di Arpat.

Il progetto «Acqua in brocca» del Comune di Arezzo

Il Comune di Arezzo, in collaborazione cono alcune associazioni, con Nuove Acque SpA, con l’Asl 8, Arpat e l’Ato 4 ha sviluppato un progetto volto al consumo di acqua del rubinetto, al risparmio idrico e alla riduzione dei rifiuti da imballaggio, rivolgendosi in particolare a cittadini, scuole, uffici pubblici e settori della ristorazione.

Fulcro del progetto è la riduzione delle bottiglie di vetro, anche con vuoto a rendere, di imballaggi di plastica o tetrapak, di stoviglie di plastica monouso utilizzate nelle scuole.

«Come ti riduco… la carta» – Provincia di Firenze

«Come ti riduco» è un decalogo di buone pratiche per la riduzione della produzione di rifiuti, destinato in primo luogo agli enti locali della provincia di Firenze.

La scheda «Come ti riduco… la carta» è stata tradotta in un progetto che ha visto coinvolti il Comune di Firenze, la Provincia di Firenze e ATO 6 Rifiuti, che hanno posto in essere un’azione di monitoraggio e applicazione di buone pratiche per l’ottimizzazione dell’utilizzo della carta in ufficio. A seguito di quest’attività sono state redatte le «Linee guida per la riduzione dei consumi di carta negli uffici».

Ecoscambio – Follonica

È un progetto, attivato dal Comune di Follonica e finanziato dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Toscana, con l’obiettivo di ridurre la quantità di rifiuti. Ecoscambio lavora sugli oggetti e non sui rifiuti: le persone in questo spazio possono prendere o lasciare oggetti. Ecoscambio è anche virtuale: su www.ecoscambio.it, infatti, è possibile consultare on line il catalogo degli oggetti disponibili, prenotare quelli di proprio interesse e ritirarli gratuitamente.

Progetto Effecorta – Comune di Capannori

Il progetto Effecorta del Comune di Capannori è nato nel 2009. È rappresentato da un negozio che offre oltre 100 prodotti alla spina di filiera corta (vino, olio, farine, detersivi ecc.) Si tratta di prodotti di qualità acquistabili sfusi in contenitori ri-utilizzabili.

Appalto per la pulizia degli uffici – Arpat

Arpat ha messo a punto un capitolato per i servizi di pulizia che tiene conto di alcuni criteri ambientali. Ad esempio, alla ditta aggiudicataria dell’appalto è chiesto di rilasciare una certificazione nella quale si dichiara che i prodotti utilizzati per le pulizie hanno determinati requisiti (ad esempio non devono essere classificati come Molto Tossici (T+), Tossici (T), Corrosivi (C), Nocivi (Xn), Irritanti (Xi associati alle frasi di rischio R41, R42 e/o R43) o pericolosi per l’ambiente (N)). Per ogni prodotto utilizzato deve essere indicato il nome del prodotto, del produttore e l’indicazione dell’utilizzo. La ditta aggiudicatrice è tenuta inoltre a fornire copia delle schede dei dati di sicurezza per ogni prodotto utilizzato e la documentazione che comprova la formazione del personale, sia rispetto agli aspetti della salute e sicurezza, sia in relazione a conoscenze specifiche sull’utilizzo dei prodotti e le tecniche di pulizia.

(Fonte Arpat, Testo di Stefania Calleri)