Attenzione! Quelle tartarughe non restano mini

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Le tartarughe americane inizialmente, stanno in una vaschetta di plastica… poi non basta loro nemmeno una vasca da bagno! Nel giro di pochi anni, soprattutto se ben alimentate, possono raggiungere anche i 25-40 cm di lunghezza

In natura esistono circa 300 specie diverse di tartarughe, alcune molto comuni, altre, invece, rappresentano vere e proprie rarità. Fra gli animali da compagnia non convenzionali, anche detti esotici, le tartarughe sono sicuramente i più ricercati. Sebbene il commercio offra un’ampia gamma di specie diverse, adatte ad ogni tipo di portafoglio, assai facilmente si riescono a trovare anche esemplari in adozione o regalo, senza alcun onere di spesa. In Italia, si calcola che le specie di tartarughe tenute come pet siano solo poche dozzine, ma, trattandosi di fauna molto eterogenea, molto diverse saranno anche le problematiche legate alla normativa ed alla gestione di tutti questi animali. Per questa ragione, prima di comprare o adottare una tartaruga, è indispensabile effettuare una scelta ponderata. Esaminando a fondo tutte le sfaccettature di quello che sarà il nostro impegno nei loro confronti, eviteremo di commettere errori che saranno poi i rettili a dover pagare.

Esempio lampante della superficialità dell’uomo circa la detenzione di fauna esotica è rappresentato proprio dall’abbandono sul territorio italiano di alcune specie di tartarughe americane. Questi rettili appartengono principalmente ai generi Trachemys, Pseudemys, Chrysemys e Graptemys. Più in particolare, l’emergenza riguarda le cosiddette tartarughe dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans)e, seppur ancora in misura minore, anche le tartarughe dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta).

Grazie alla loro adattabilità, robustezza e rusticità, le Trachemys vengono allevate in modo massiccio ed esportate, numerosissime, in tutto il mondo. Sono le tartarughine comunemente vendute nei negozi di animali, che, inizialmente, stanno in una vaschetta di plastica… poi non basta loro nemmeno una vasca da bagno! Al momento dell’acquisto, i piccoli rettili sono grandi come una moneta da 2 ?, ma, nel giro di pochi anni, soprattutto se ben alimentati, possono raggiungere anche i 25-40 cm di lunghezza. A questo punto, la loro detenzione in ambiente domestico diventa difficile e, sempre più spesso, vengono letteralmente gettate all’interno di fontane, canali, fiumi, laghi e stagni. Essendo animali vigorosi e dotati di grande adattabilità, riescono a sopravvivere ed a riprodursi anche in ambienti ostili, colonizzando nuovi luoghi a discapito delle specie autoctone di insetti, rettili, anfibi e vegetazione acquatica.

Per questa ragione, il Regolamento n. 2551/97 del 19/12/97 della Commissione delle Comunità europee, che sospende l’introduzione nella Comunità di esemplari di talune specie di fauna e flora selvatiche (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 15 del 23/02/98), vietò specificatamente l’importazione nel nostro Paese delle Trachemys scripta elegans, sia di provenienza selvatica sia di allevamento.

Il Regolamento, tuttora ufficialmente in vigore, la cui applicazione spetta al Corpo Forestale dello Stato ed ai competenti uffici doganali, non ha sortito alcun effetto, dal momento che il divieto è stato aggirato con l’importazione di altre sottospecie (in particolare la Trachemys scripta scripta), che ormai presentano esattamente le stesse problematiche.

A fronte di una situazione già molto complessa, non è davvero il caso di contribuire all’ampliamento dell’emergenza, continuando ad acquistare queste tartarughine. Coloro che, correttamente informati delle implicazioni relative ad una corretta gestione e detenzione di questi rettili, volessero accoglierne uno, possono certamente rivolgersi alle tante associazioni animaliste, che molto faticano a trovare idonee collocazioni ai già numerosissimi esemplari presenti sul territorio.