Il clima cambia e l’agricoltura si adegua

478
Tempo di lettura: 2 minuti

Sotto osservazione i contadini di Cam My, un comune del Vietnam centrale, che coltivano una gamma diversificata di colture annuali e da albero per difendersi dalle condizioni atmosferiche estreme

Un nuovo studio condotto dagli scienziati del Centro Agroforestale Mondiale afferma che i contadini di Cam My, un comune del Vietnam centrale, coltivano una gamma diversificata di colture annuali e da albero per difendersi dalle condizioni atmosferiche estreme.

La peculiare imprevidibilità del clima della sua regione, che oscilla fra forti piogge monsoniche e lunghi periodi di siccità, sarebbe altrimenti un disastro per l’agricoltura.

Lo studio, pubblicato sulla rivista «Climate Change», riporta nel dettaglio come i contadini mescolino i vegetali più vulnerabili, quali il riso e gli ortaggi, ad alberi più resistenti.

Questi ultimi, oltre a produrre frutta, noci e bacche, garantiscono servizi utili come la fornitura di legname, foraggio per il bestiame, aria fresca e naturalmente la protezione del suolo dall’erosione delle piogge e dalla desertificazione.

Gli scienziati hanno lavorato con gli agricoltori per carpire il più possibile dalle loro conoscenze sul clima e dei metodi usati per adattarsi ad esso.

Infatti, con i modelli meteorologici che tendono a divenire sempre più irregolari, gli agricoltori di tutto il mondo hanno difficoltà nel sapere cosa e quando piantare, e vanno incontro al rischio di una produzione di cibo insufficiente per uso personale o per la vendita, con gravi ripercussioni per il sostentamento.

Secondo Van Noordwijk, co-autore dello studio e capo consigliere scientifico del Centro, capire le strategie che gli agricoltori utilizzano per far fronte alla variabilità del clima è un primo passo essenziale per affrontare la crescente variabilità del clima previsto in futuro.

«Questo studio sarà in grado di dimostrare ai governi che la comprensione dei metodi locali può fornire delle risposte al piano nazionale di adattamento al clima, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove la maggioranza della popolazione è costituita ancora da contadini poveri», ha commentato.