Oasi Lago Salso stazione strategica del Mediterraneo

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Tappa obbligata durante le migrazioni degli uccelli come testimoniano le osservazioni fatte dal Centro studi naturalistici. Tutto l’anno non è difficile poter osservare oltre 300 specie di uccelli

Ancora una volta i fatti testimoniano che l’Oasi Lago Salso è una delle zone naturali più importanti del Mezzogiorno, infatti nel mese di agosto è stata tappa obbligata, considerata la siccità perdurante che ha colpito l’intera regione, per tutti i migratori di lungo raggio.

Vedere un uccello rarissimo come la Spatola (Platalea leucorodia) munito di anello di riconoscimento è sempre emozionante, dichiara Matteo Caldarella (referente per la fauna del Centro studi naturalistici) e quest’anno ben due individui di cui uno osservato dal 14 agosto fino al 26 (nella foto di M. Caldarella, N.d.R.) e l’altro osservato il 26 dello stesso mese, hanno dato bella mostra di sé, come testimoniano le immagini fotografiche, negli acquitrini dell’Oasi.

Dalla consultazione con gli esperti internazionali e l’analisi dei dati l’esemplare con anello J557, risulta che sia stato inanellato da pulcino nel nido il 20 giugno 2012 in una zona umida dell’Ungheria (Székesi gémtelep 46.32N 18.39E – Tengelic,Tolna) ed è uno degli esemplari che, fino ad oggi, più velocemente ha intrapreso la migrazione sostando nelle accoglienti paludi dell’Oasi Lago Salso ricche di cibo.

Per l’altro individuo di Spatola con numero C26 (anelli ad entrambe le zampe), si tratta di un esemplare inanellato da pulcino nel nido di una zona umida della Croazia (Fishpond Jelas – 45.08N 17.51E – Slavonski Brod).

È evidente come l’area del Lago Salso e gli imponenti lavori di recupero ambientale sortiscano gli effetti desiderati e il sito, col passare del tempo, assume sempre maggiore valore conservazionistico a livello internazionale.

Tanto per fare degli esempi, dichiara Vincenzo Rizzi (presidente del Csn) dall’inizio delle attività di ripristino ambientale previste da un prestigioso programma Life in corso, sono aumentate, non solo le aree a disposizione di specie minacciate, ma anche popolazioni e numero di specie presenti con unicità non solo regionali, ma per l’intera nazione e per chi vuole frequentare l’Oasi tutto l’anno non è difficile poter osservare oltre 300 specie di uccelli.

Si tratta di un paradiso che va tutelato insieme ai suoi abitanti e per questo si aspetta con ansia l’avvio del Comando Stazione del Corpo forestale dello Stato il cui iter burocratico è, sembrerebbe, in dirittura di arrivo, in modo da far percepire in maggiore misura la presenza dello Stato in un’area che, come il resto del territorio regionale, risente della mancanza di controllo determinato anche dalla mancanza di mezzi finanziari a disposizione delle forze dell’ordine.

(Fonte Centro studi naturalistici Onlus)