Lupo ucciso nel Parco d’Abruzzo

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Il Parco: frutto dell’involuzione culturale. Un maschio in perfette condizioni fisiche. Il Parco sotto assedio

Centrato da un colpo di arma da fuoco nel costato. A trovare il lupo ormai morto, è stato un cittadino che stava percorrendo la strada che conduce a San Michele a Foce, nel Comune di Castel San Vincenzo (IS). Siamo nell’area contigua del versante molisano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Un animale in perfette condizioni fisiche. Così avrebbero riferito i Servizi veterinari del Parco. Un maschio di età apparente di 3-4 anni che presentava il foro «tipico di un colpo di arma da fuoco».
Per il Parco Nazionale si tratta ormai di un vero e proprio assalto messo in campo tramite gli atti di bracconaggio. A farne le spese sarebbero proprio i poveri lupi ormai divenuti, sempre secondo l’Ente Parco, oggetto di vere e proprie attenzioni delinquenziali, specie negli ultimi mesi.
Lupi vittime non solo nel Parco d’Abruzzo, ma anche in altre aree protette italiane. Secondo lo stesso Ente, però, sarebbero le aree da esso amministrato, oltre che quelle contigue, ad essere particolarmente attenzionate dai bracconieri. Sarebbe la stessa notorietà dell’area protetta a veicolare quella che viene definito il frutto dell’involuzione culturale che caratterizza gli attuali tempi di crisi.
L’Ente Parco, già dai precedenti casi di abbattimento di lupi, sta cercando di coinvolgere tutte le istituzioni interessate oltre che le diverse Forze dell’Ordine. Lo scopo è quello di essere affiancati nel controllo del territorio e fare rispettare le norme ed i regolamenti di tutela dell’area protetta. Un impegno che deve essere valido anche per altre attività impattanti e/o abusive. Quello che deve essere distrutto, sempre secondo il Parco, è «l’incredibile accerchiamento contro il quale, da solo, nonostante l’impegno continuo dei suoi servizi, potrebbe non riuscire a spuntare».