«Api attiviste» per dire basta ai pesticidi killer

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api miele
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Manifestazione in 26 città italiane. «Sono già più di 50mila i messaggi inviati in pochi giorni al ministro De Girolamo. Le api e gli altri insetti impollinatori sono i migliori alleati degli agricoltori, fondamentali per la produzione di cibo. Per fermare il loro declino, dobbiamo vietare l’uso dei pesticidi più dannosi e investire invece sulla sostenibilità»

Attivisti vestiti da api in tutta italia per dire basta alla moria delle api. Questa mattina in 26 città italiane i volontari di Greenpeace hanno visitato mercati ed eventi con un appello: www.SalviamoLeApi.org per ricordare che la gran parte del nostro cibo dipende direttamente dall’opera di impollinazione delle api che, insieme agli altri insetti impollinatori, sono a rischio a causa di pesticidi e pratiche agricole di stampo industriale.

A Roma, in piazza Campo dei Fiori, uno «sciame» composto da una ventina di attivisti in costume da api ha portato il colorato messaggio a consumatori e commercianti.

«Le evidenze scientifiche sulle conseguenze dei pesticidi più dannosi per le api sono chiare. Non possiamo permetterci di perdere le api e il resto degli impollinatori naturali: l’Italia e gli altri Paesi europei devono agire per vietare queste sostanze killer – afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace -. La drastica riduzione delle api è solo un sintomo di un sistema agricolo che ha fallito, basato sull’uso intensivo di prodotti chimici e ostaggio degli interessi di potenti multinazionali come Bayer e Syngenta. Incrementare subito metodi agricoli sostenibili è l’unica soluzione a lungo termine per salvare le api e l’agricoltura in Europa».

Sul sito www.salviamoleapi.org Greenpeace ha lanciato una petizione indirizzata al ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Nunzia De Girolamo. Le richieste: vietare l’uso dei pesticidi dannosi per api e impollinatori a cominciare dai sette più pericolosi (clothianidin, imidacloprid, thiametoxam, fipronil, clorpirifos, cipermetrina e deltametrina), adottare piani d’azione per gli impollinatori al fine di sviluppare pratiche agricole non dipendenti da prodotti chimici e incrementare la biodiversità in agricoltura.

«Sono già più di 50mila i messaggi inviati in pochi giorni al ministro De Girolamo. Le api e gli altri insetti impollinatori sono i migliori alleati degli agricoltori, fondamentali per la produzione di cibo. Per fermare il loro declino, dobbiamo vietare l’uso dei pesticidi più dannosi e investire invece sulla sostenibilità: meno sostanze chimiche, più finanziamenti per ricerca, sviluppo e applicazione di pratiche agricole ecologiche» continua Ferrario.

Il legame tra api, agricoltura e cibo che portiamo sulle nostre tavole è molto stretto. Fino al 35 per cento della produzione mondiale di cibo dipende dal servizio di impollinazione naturale offerto da questi insetti.
Delle 100 colture da cui dipende il 90 per cento della produzione globale di cibo, 71 sono legate al lavoro di impollinazione delle api. Solo in Europa, ben quattromila varietà agricole dipendono dalle api.

Su www.SalviamoLeApi.org è disponibile in esclusiva il trailer italiano del film-documentario «Un mondo in pericolo» (More than honey) del regista svizzero Markus Imhoof che descrive, con riprese spettacolari, la vita delle api minacciate dai pesticidi che la campagna di Greenpeace chiede di bandire.
Inoltre si possono ascoltare le video testimonianze di apicoltori italiani ed europei, che raccontano i fenomeni di morie delle api e ricordano che tutti possiamo fare qualcosa per difenderle. Dal sito è possibile scaricare un kit di azione con un volantino informativo, moduli raccolta firme per la petizione, cartello per identificare «aree salva-api» (da mettere in giardini, orti e balconi dove non vengono utilizzati insetticidi) informazioni sui fiori utili a fornire polline e quindi cibo per api e impollinatori e le istruzioni per costruire un rifugio per le api selvatiche.

Il rapporto: «Api in declino. Le minacce agli insetti impollinatori e all’agricoltura europea»