Ilva, discariche per decreto

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foto di Vincenzo De Palmis
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Ma ancora in attesa… Nicastro: «Nella prossima settimana tutti i soggetti interessati saranno convocati sul tema per individuare un percorso comune sulle procedure». Perché il Governo delle larghe intese autorizza discariche con decreto Legge all’interno di una delle aree più inquinate d’Italia, agitando gli animi di tutti, per poi fare un passo indietro nel giro di 48 ore? Quando inizia la tutela della salute?

Come spesso succede i titoli dei decreti Legge, che devono essere convertiti in Legge entro 60 giorni dal Parlamento spesso con voto di fiducia, pena la decadenza, non rispecchiano perfettamente i loro contenuti. Per essere più precisi negli articoli si trovano le disposizioni che richiamano il titolo ma si trovano anche disposizioni che talvolta si fatica ad associare al titolo del decreto Legge. Così per magia durante il Consiglio dei Ministri del primo Governo Enrico Letta, svoltosi il 26 agosto in un clima più caldo politicamente che climaticamente, è stato discusso e approvato il decreto Legge recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.
Quello che ha colpito è il salto nel vuoto e la rapida ritirata del Governo che all’articolo 12 del decreto Legge ha inserito le disposizioni per l’Ilva di Taranto, considerata materia d’imprese d’interesse strategico nazionale.
Il Governo nel comunicato ufficiale precisa che, al fine di garantire l’attuazione del Piano e delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria necessarie per assicurare il rispetto delle prescrizioni di legge e dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata allo stabilimento Ilva di Taranto, in considerazione dell’urgente necessità di provvedere a evitare ulteriori ritardi, autorizza l’Ilva alla costruzione e la gestione delle discariche per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi localizzate nel Comune di Statte, località «Mater gratiae», che hanno ottenuto parere di compatibilità ambientale e valutazione d’impatto ambientale positiva alla data di entrata in vigore del decreto Legge.
Il decreto Legge prevede che entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della Legge di conversione, il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, su proposta del sub-commissario e sentite la Regione Puglia e l’Arpa della Regione Puglia, in coerenza con le prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia), emanerà un apposito decreto con cui individuerà le modalità di gestione e smaltimento dei rifiuti del ciclo produttivo dell’Ilva di Taranto, prevedendo anche misure di compensazione ambientale per i Comuni interessati.
Sul sito della Regione Puglia sono apparse le rassicuranti dichiarazioni dell’Assessore Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro. «L’incontro di questa mattina (del 28/8/2013, N.d.R.) con il ministro Orlando ci ha permesso di chiarirci le idee sul percorso che si va delineando in merito alle vicende che riguardano lo stabilimento Ilva di Taranto, nello specifico le discariche interne all’area, e che tengono in apprensione cittadini e istituzioni. Devo constatare innanzi tutto la celerità con cui il Ministro ci ha ricevuto all’indomani dell’approvazione del decreto relativo alle discariche segno evidente di quanto il tema sia importante non solo in Puglia ma anche a Roma».
Continua Nicastro al termine dell’incontro col ministro dell’Ambiente: «Nel corso dell’incontro abbiamo avuto modo di rappresentare tutte le nostre perplessità su eventuali automatismi rinvenienti dalla decretazione d’urgenza e sulla compressione dei tempi di autorizzazione canonici con conseguente azzeramento dell’attività di approfondimento tecnico-amministrativo: abbiamo ricevuto rassicurazioni dal Ministro che non vi sia la volontà da parte del Governo di esautorare gli enti locali dal controllo sulle attività di autorizzazione, realizzazione e conduzione dei siti di conferimento individuati all’interno del perimetro di Ilva. Nella prossima settimana tutti i soggetti interessati saranno convocati sul tema per individuare un percorso comune sulle procedure». «Pur confortati da questo coinvolgimento che riteniamo un naturale esercizio delle funzioni di controllo ambientale attribuite agli enti locali, abbiamo ritenuto di non cedere sull’importanza di autorizzare correttamente le discariche come Bat (Best Avaible Technologies) nell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Sul punto abbiamo recepito una disponibilità del Ministro a ripristinare questo elemento, eliminando il comma che riguarda la procedura semplificata di autorizzazione, nella fase di conversione in legge del decreto. Ci riteniamo soddisfatti di questo incontro nella misura in cui ci siamo riappropriati di una funzione di controllo importante di cui il decreto non teneva debitamente conto. La Regione – conclude Nicastro – continuerà a svolgere il proprio ruolo seguendo da vicino l’iter».

Forse i cittadini hanno bisogno più che di promesse di compensazione e di salti nel vuoto per poi avviare repentine e goffe ritirate, di garanzie sulla qualità dell’aria che respirano, dell’acqua che bevono, del cibo che mangiano; hanno bisogno di certezze sulla qualità della loro vita e di quella della loro discendenza; hanno bisogno di sicurezza e affidabilità sui sistemi di monitoraggio gestiti da enti indipendenti.
Perché il Governo delle larghe intese autorizza discariche con decreto Legge all’interno di una delle aree più inquinate d’Italia, agitando gli animi di tutti, per poi fare un passo indietro nel giro di 48 ore? Potrebbe essere questo un bersaglio da sacrificare per dimostrare comprensione e vicinanza alla popolazione mentre altre scelte passano in secondo piano? Una sola cosa è cerca che la questione Ilva di Taranto, con il suo carico di vita e di morte, con le sue false promesse di benessere occupazionale e le tante deluse attese di una qualità della vita mai raggiunta, è una faccenda d’interesse strategico per una nazionale che non riesce più a tutelare i suoi cittadini.

 

Antonello Fiore