Indicatori Eurostat sull’uso delle risorse naturali

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Gli indicatori sono stati fissati per fornire un adeguato supporto statistico al programma per l’efficienza delle risorse in Europa. Si tratta di una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva

Allargare e garantire la disponibilità delle risorse, sempre più scarse e costose, è essenziale per garantire la crescita e l’occupazione e muovere l’economia. Le risorse naturali, materiali, minerali, aria, acqua, terreni coltivabili, patrimonio ittico, sono indispensabili per la qualità della vita e per garantire il futuro e il loro uso deve diventare sempre più sostenibile.
Per questo uno dei temi centrali della strategia europea 20-20-20 è l’uso efficiente delle risorse nell’ambito delle politiche energetiche in vari settori, dai trasporti all’edilizia, dell’agricoltura alla pesca.
La messa a punto e la condivisione di indicatori comuni a livello europeo rappresenta un passo decisivo per valutare lo stato di fatto e per monitorare i miglioramenti in modo certo ed efficace, sia nei vari paesi sia in ambito comunitario.
La tabella di marcia, dedicata all’efficienza nell’uso delle risorse ha come obiettivo principale migliorare la performance economica riducendo la pressione sulle risorse naturali. Il quadro di valutazione presenta una serie di indicatori di produttività orientati a sganciare progressivamente lo sviluppo economico dall’uso delle risorse naturali e definisce poi gli obiettivi a medio e lungo termine, fornendo indicazioni sui mezzi necessari per raggiungerli.
Sulla base dei risultati delle statistiche del periodo 2000-2012 di Eurostat, Agenzia europea per l’ambiente, Centro di ricerca della Commissione e altre fonti internazionali, sono stati definiti indicatori coerenti con le tematiche oggetto della tabella di marcia, raggruppati in tre macro settori:
– un indicatore di vantaggio sulla produttività delle risorse;
– un cruscotto di indicatori incentrati su suolo, acqua e carbonio;
– una serie di indicatori specifici incentrati su altri settori della tabella di marcia.

La produttività delle risorse è valutata come rapporto tra Pil e consumo interno di materiali direttamente utilizzati dalle economie, come i prodotti della biomassa, minerali metallici, combustibili fossili, minerali non metalliferi, risorse petrolifere, ecc. Il consumo di materiali interni viene sommato alle importazioni meno le esportazioni, espresso in euro per kg e rapportato poi alla consistenza della popolazione per ricavare il valore in tonnellate pro capite.
Per le risorse naturali vengono considerati suolo, acqua ed emissioni di carbonio.
Per il suolo, la produttività delle aree edificate è definita come il Pil diviso per la superficie totale delle aree edificate per verificare se queste aree sono utilizzate efficacemente per generare valore economico aggiunto. L’indicatore, espresso in euro per km2, è utile a monitorare e limitare l’uso del suolo per l’edilizia abitativa e l’industria.
Anche l’indicatore acqua è definito dal rapporto tra il Pil e l’estrazione totale annua da qualsiasi fonte di acqua dolce fresca, in modo permanente o temporaneo. L’indicatore, espresso in euro per m3, fornisce l’indice di efficienza di utilizzo.
Le emissioni di carbonio pro capite, misurate in tonnellate di CO2 equivalente, prendono a parametro quanto previsto dal Protocollo di Kyoto per monitorare il raggiungimento degli obiettivi legati al contrasto al cambiamento climatico e sono correlati da indicatori energetici, dato che la produzione di energia è direttamente collegata alle emissioni di gas a effetto serra.
La produttività energetica è definita dal rapporto tra Pil e consumo interno lordo considerando cinque tipi di energia: carbone, elettricità, petrolio, gas naturale e fonti energetiche rinnovabili e viene misurata in euro per kg petrolio equivalente.
Particolare attenzione è data alla quota di energie rinnovabili nel consumo finale lordo di energia. Lo sviluppo delle rinnovabili in Europa sta contribuendo in maniera sostanziale al raggiungimento dell’obiettivo fissato al 2020 di aumentare la quota di produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili del 20 %.
Per quanto agli altri temi sono stati fissati 20 indicatori specifici per verificare il processo di spostamento progressivo verso l’efficienza nell’uso delle risorse, la diminuzione delle pressioni sull’ambiente e lo sviluppo di alcuni settori chiave.
Tra questi, per quanto riguarda i rifiuti i miglioramenti del processo di loro trasformazione in risorsa è valutato in rapporto agli indicatori sulla produzione e il trattamento come la messa in discarica, il tasso di riciclaggio dei diversi tipi, ecc.
I progressi nell’ambito della ricerca e innovazione in settori ambientali sono misurati con l’indice di eco-innovazione.
Due indicatori sulle entrate fiscali ambientali e sulle imposte sull’energia mostrano le misure che i paesi attuano per limitare le pressioni ambientali e sono utili a monitorare la transizione da tassazione sul lavoro a tassazione ambientale.
Per la biodiversità il quadro di valutazione comprende il censimento delle popolazioni di uccelli nei campi agricoli, le aree destinate all’agricoltura biologica e la valutazione della frammentazione del paesaggio.
La qualità dell’aria come risorsa è monitorata da due indicatori di inquinamento atmosferico che misurano il livello di esposizione della popolazione urbana al particolato.
Lo stato del suolo tiene a parametro il grado di resistenza all’erosione da acqua e sulla valutazione dell’equilibrio dei nutrienti nei terreni agricoli.
Per il consumo di cibo si valuta l’approvvigionamento giornaliero di calorie da prodotti animali e vegetali.
Per il monitoraggio della mobilità efficiente gli indicatori tengono a parametro le emissioni di CO2 delle autovetture nuove, le emissioni inquinanti derivanti dal trasporto e la ripartizione modale del trasporto merci e passeggeri.
Ulteriori indicatori per il miglioramento dell’efficienza degli edifici e le risorse marine sono in fase di sviluppo.