Caccia, il regno della confusione legislativa

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Enpa: «impressionante pressappochismo di regioni e province che, per guadagnarsi facili consensi tra i cacciatori, non esitano a dare vita a veri e propri “mostri giuridici” pur di ampliarne i carnieri». L’incapacità delle istituzioni di far rispettare la legge emerge anche dalla preoccupante impennata del bracconaggio. È ancora in vigore l’articolo 842 del Codice civile, risalente al 1942, che consente ai cacciatori di entrare e sparare nei terreni privati, senza dover chiedere alcun permesso. Su questo il Wwf ha presentato ricorso alla Corte europea dei Diritti umani di Strasburgo

La caccia può essere considerata l’emblema del modo di agire della politica nei riguardi dei cittadini. Infatti, qui, è l’apoteosi delle leggi contrastanti con le norme europee, con le stesse norme italiane dettate dagli enti di controllo, con i comportamenti internazionali. Anche qui abbiamo delle eccellenze di habitat e di popolazione faunistica e floristica di tutto rispetto tanto che abbiamo una rete di parchi e aree protette che potrebbero ben sostenere queste nostre meraviglie naturali se solo fossero in grado di gestirle avendone risorse e, soprattutto, gli enti di gestione…
Poi, come sottolinea l’Enpa, richiami vivi, nutrie, lupi, orsi, caccia sulla neve e stagioni impazzite; per la fauna selvatica, ormai stremata, quello in corso è stato e continua ad essere un annus horribilis. Il cui bilancio è destinato a peggiorare a partire da domenica 21 settembre con l’apertura ufficiale della stagione venatoria, che segue le preaperture concesse ad inizio mese da molte regioni.
«Puntualmente, come tutti gli anni, ci vediamo nuovamente costretti a fare i conti con l’impressionante pressappochismo di regioni e province – commenta l’Ente nazionale protezione animali – che, per guadagnarsi facili consensi tra i cacciatori, non esitano a dare vita a veri e propri “mostri giuridici” pur di ampliarne i carnieri».
Quello di vincere contro i sindacati e l’ambientalismo è un punto d’onore degli ultimi governi, quasi passasse da qui l’emancipazione del nostro Paese. E, la deferenza verso il «popolo delle doppiette» è incomprensibile, vista l’inarrestabile emorragia che lo ha colpito: nel solo Bolognese sono ben 400 i cacciatori che hanno appeso il fucile al chiodo. Il calo, peraltro, non viene compensato dalle nuove leve perché, giustamente, la stragrande maggioranza dei giovani così come degli italiani sono contrari all’uccisione di animali per divertimento.
L’incapacità delle istituzioni di far rispettare la legge (molto spesso sono proprio le autorità locali e statali a violarla con provvedimenti contrari tanto all’etica quanto alla scienza) emerge anche dalla preoccupante impennata del bracconaggio. Bracconaggio che viene talvolta fomentato dalle dichiarazioni degli amministratori pubblici che talvolta sembrano interessati più a dichiarare guerra alla fauna selvatica che a proteggere quello che l’articolo 1 della legge 157/1992 definisce chiaramente come «patrimonio indisponibile dello Stato».
«Contro la caccia in generale, e contro il bracconaggio in particolare, è ormai indispensabile un giro di vite – prosegue la Protezione animali – per questo chiediamo di sospendere l’attività venatoria anche e soprattutto nei territori degli Atc dove si siano verificati episodi legati alla caccia di frodo. È ormai a tutti chiaro che nel nostro Paese è in corso una vera e propria guerra contro la fauna selvatica, fomentata da quanti pensano di conquistare le prime pagine di giornali, e i consensi politici, lanciando allarmi infondati».

E il Wwf chiede di concedere almeno una tregua agli animali ancora in piena attività dopo un’estate anomala.
«La tarda estate – sottolinea l’Associazione – è un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico di molte specie e molti giovani esemplari non sono ancora autonomi. Soprattutto dopo un’estate anomala che ha stressato gli animali e che renderà ancora più forte il rischio che questa stagione venatoria si apra in piena migrazione, con centinaia di migliaia di doppiette che muovendosi in lungo ed in largo lungo tutta la penisola possono disturbare con l’attività venatoria i numerosi uccelli migratori che stanno ancora attraversando il Paese e per la cui tutela e conservazione la nostra responsabilità è anche nei riguardi di tutti gli altri paesi europei».

Segnali preoccupanti sulla tutela della fauna arrivano dal Veneto dove il Sindaco di Verona annuncia di voler fare un’ordinanza per permettere l’abbattimento del lupo, animale protetto a livello europeo, ordinanza che sarebbe quindi illegittima e perseguibile penalmente. Il Wwf diffida quindi il Sindaco a prendere simili decisioni pena la denuncia per «istigazione a delinquere» e «procurato allarme» .

Nel frattempo, segnali positivi arrivano dal Senato dove l’Ordine del giorno sui richiami vivi, approvato lo scorso 17 settembre, riapre il caso su questa inutile e barbara pratica e sancisce la necessità di intervenire subito, da parte di Governo e Parlamento, sia per evitare il rischio di condanna della Corte europea, sia per dire stop a questa terribile pratica.
Il Wwf con Animalisti italiani, Cabs, Enpa, Lac, Lav, Lipu Birdlife Italia ribadisce come «non ci sia più tempo da perdere: l’appuntamento è per la Legge Europea 2014 e il Governo deve fare quello che è giusto e quello che deve».
Ma è ancora necessario vigilare sul rispetto della Direttiva e su una corretta applicazione della legge n. 157 del 1992, la legge che regolamenta il prelievo venatorio è purtroppo l’unica legge nazionale per la tutela della fauna selvatica in Italia.
Accade anche per un grave difetto della legge italiana: è ancora in vigore l’articolo 842 del Codice civile, risalente al 1942, che consente ai cacciatori di entrare e sparare nei terreni privati, senza dover chiedere alcun permesso. Su questo il Wwf ha presentato ricorso alla Corte europea dei Diritti umani di Strasburgo ed è in attesa della sentenza.

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