L’Amore oltre l’apparenza

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amore cervello
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Il grande tema dell’amore, in tutte le sue accezioni è stato affrontato con riflessioni «leggere», di carattere filosofico e antropologico, ma anche con report scientifici che hanno cercato di esplorare il mondo delle emozioni nella biologia e nella neurofisiologia

Di amore e passionalità, esplorati da diversi punti di vista delle discipline scientifiche e umanistiche si è parlato nel Seminario invernale Iurs (Scuola Superiore di Studi Universitari e di Ricerca Santa Rita), che si è svolto ad Alghero, presso l’Auditorium del Convento di San Francesco, in occasione del giorno dedicato a San Valentino patrono degli innamorati. Il grande tema dell’amore, in tutte le sue accezioni è stato affrontato con riflessioni «leggere», di carattere filosofico e antropologico, ma anche con report scientifici che hanno cercato di esplorare il mondo delle emozioni nella biologia e nella neurofisiologia.
Dopo la lettera di saluto del Patriarca Assiro Caldeo mons. Leopoldo Mancini presidente onorario e guida spirituale della Iurs, il Convegno si è aperto con un collegamento in teleconferenza con Mosca, dove dal Corso di Psicocatalisi è intervenuto il direttore Andrey Ermoshin, durante un corso con i suoi allievi. Si è parlato di cura delle nevrosi attraverso la psicoterapia e delle recenti scoperte nella cura dei traumi fisici e psichici attraverso la Psicocatalisi. È emerso come il ruolo delle emozioni sia considerato dalla scienza medica sempre più determinante nella salute fisica e psichica degli individui.
Un altro collegamento in teleconferenza si è svolto con l’intervento da Kiev del dottor Konstantin Apykhtin, Ph.D., M.D., Institute for Occupational Health of Nams of Ukraine, Kyiv, che ha analizzato il rapporto mente corpo e di nuove tecnologie per analizzare la funzione cardiovascolare coinvolta nella dinamica emozionale che ne condizioni il tono apprezzabile con il Cardiomood in modo chiaro anche negli sconvolgimenti amorosi, seguito dal direttore del Dipartimento di Patofisiologia dell’Istituto di Fisiologia Accademia delle Scienze dell’Ucraina, Vadym Berezvosky, che ha trattato di «Placebo and Emotions, in Phisiopatology and Therapy», questo il titolo del contributo, che oltre ad approfondire lo stato delle conoscenze sulla fisiologia e sulla chimica delle emozioni, è stato arricchito da un dottissimo excursus storico–antropologico sui condizionamenti culturali che influiscono sulla vita emotiva.
I professori Berezvosky e Ermoshin hanno inoltre ribadito la loro volontà di approfondire i contatti e iniziare una ricerca congiunta delle loro Scuole con la Scuola sassarese di Psiconeuroanalisi.
Il Seminario ha quindi dato spazio ai relatori locali, non prima di aver letto le comunicazioni di alcuni ospiti che non hanno potuto partecipare. Loretta Cardoni, esperta in comunicazione, Massimo Balletti, giornalista.
Virgilio Agnetti, già direttore della Clinica Neurologica dell’Aou di Sassari, ha aperto gli interventi nella sala del Convento con una riflessione sulle esperienze emotive personali e di coppia e sulle rappresentazioni artistiche delle emozioni.
Vincenzo Valenzi, direttore del Dipartimento di Medicina Integrata Iurs, ha poi introdotto la fase successiva del Seminario, dedicata alla Scuola di Psiconeuroanalisi, con una riflessione su possibili strategie di gestione «manageriale» delle vicende amorose, che abbisognano di un approccio sistematico che consenta alla grande potenza che si sprigiona nell’esperienza amorosa di essere portata al successo a tutti i livelli, facile a dirsi ma alquanto difficile a farsi come raccontano artisti cantanti e poeti nelle loro espressioni superiori. Non di meno la ricerca sui meccanismi delle emozioni punta a tale obbiettivo superiore come la lotta per la libertà e la ricerca della felicità che nella grande arte trova la sua espressione contraddittoria ancora da maturare verso una sintesi tra ragione e sentimento che deve raggiungere nuovi equilibri.

Dell’analisi dei meccanismi nella «Neurofisiologia dell’esperienza amorosa tra gioia e angoscia» ha discusso Marinella D’Onofrio, neuropsichiatra di Sassari, che ha mostrato cosa accade nel cervello in quello stato dell’essere che si chiama amore, attraverso il ruolo delle sostanze psicotrope naturali che modificano continuamente l’attività neuronale. Le moderne tecniche di medical imaging consentono oggi di individuare le modifiche del metabolismo cerebrale indotte dalle emozioni. La psiconeuroanalisi, ha spiegato la studiosa, si è dimostrata un passo avanti utile nel tentativo di comprendere le dinamiche neurofisiologiche e biochimiche del cervello con un nuovo paradigma che fa dipendere tali processi dal rapporto costante che si instaura fra la Mente e la Realtà.
Massimo Lai, medico della Scuola di Psiconeuroanalisi, ha fatto un excursus storico fino allo stato attuale del dialogo fra le grandi discipline della Mente, la psichiatria, la neurologia, la psicologia, «Dalla Psicoanalisi freudiana alla Psiconeuroanalisi: cento anni di esperienze nel trattamento delle nevrosi, delle malattie psicosomatiche e delle demenze», questo il titolo dell’intervento, con il quale ha cercato di mostrare come gli sviluppi della Scuola sassarese di Psiconeuroanalisi emergano dall’integrazione tra l’opera freudiana e la moderna neurologia in un tentativo di integrazione tra mente e corpo, cervello e coscienza che appare prezioso per decifrare le malattie della mente e le conseguenti malattie psicosomatiche tra cui le demenze che appaiono strettamente connesse in una ipotesi eziopatogenetica che rivaluta la conversione organica di Charchot dimostrandola con la moderna diagnostica ad immagini (la Spect in particolare).

Non poteva mancare nell’occasione il contributo del creatore della nuova disciplina psiconeuroanalitica, Giuseppe Dore, neurologo di Ittiri (SS) che è intervenuto con una relazione su «Amore Natura e Cervello. Psiconeuroanalisi della coscienza umana». In Psiconeuroanalisi, ha spiegato Dore, lo stato dell’essere che chiamiamo Amore dipende dalla perfetta interazione e sincronicità dei due emisferi cerebrali, stato che si raggiunge, dal punto di vista evolutivo, con un compiuto processo di mentalizzazione e dunque con la corrispondenza biunivoca fra mente e realtà. Il lavoro del neurologo è da tempo al centro di una discussione internazionale sulle sue tesi che esplorano a 360 gradi le possibilità di creare nuove associazioni di pensiero tra le grandi tradizioni psicoanalitiche e la più aggiornata neurologia, tra la logica e la matematica applicata alla riabilitazione del neurone e del cervello che va indebolendosi nella sua capacità olistica di funzionamento superiore, come accade nelle patologie dementigene.

Le conclusioni del seminario, dedicate al Metodo scientifico nella Ricerca sulla mente sono state affidate a Cosimo Loré, medico legale criminologo dell’Università di Siena. Lorè ha parlato della necessità di una nuova fase di collaborazione e di dialogo interdisciplinare, dove le diverse forme del sapere umano, piuttosto che arroccarsi nelle sempre più variegate specialità disciplinari, siano disposte a rimettersi in discussione continuamente davanti alle scoperte scientifiche che suggeriscano revisioni dei paradigmi assunti come fondamenti del discorso specialistico. Nel rapporto fra scienze «molli» e scienze «dure», ha spiegato Lorè, il ruolo di collante deve essere riconosciuto alle seconde e in particolare alla matematica, dai cui modelli costruiti sulla precisione dipende la forza definitoria delle altre discipline. Quindi nelle discussioni anche accese mai perdere di vista il metodo e il risultato delle azioni che in medicina debbono avere come obbiettivo sempre la salute dell’Uomo che è il valore primo da proteggere tramite scienza e conoscenza.