La città scotta e gli anziani soffrono

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Numerosi studi epidemiologici, infatti, hanno dimostrato, in varie parti del mondo, una robusta associazione tra effetti a breve termine delle elevate temperature e la salute della popolazione in generale ma soprattutto quella di specifiche categorie di soggetti considerati come «a maggior rischio»

È confermato che c’è associazione tra elevate temperature urbane, nelle zone centrali e nelle città costiere, ed effetti sulla salute della popolazione più soggetta, soprattutto anziani.
Questo quanto rilevato dai ricercatori dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Centra nazionale delle ricerche (Cnr) i quali hanno sviluppato, per le più popolose città italiane, delle mappe ad alta risoluzione relative alla distribuzione spaziale del rischio diurno e notturno da caldo urbano per la popolazione anziana (soggetti di età superiore a 65 anni).
I risultati di questo studio sono stati recentemente pubblicati sulla rivista «Plos One».
Le città incluse nello studio hanno tutte più di 200mila abitanti e sono cinque città del nord Italia (Milano, Padova, Torino, Bologna e Genova), due del centro (Firenze e Roma) e quattro del sud (Bari, Napoli, Palermo e Catania).
Secondo lo studio, gli effetti del caldo sulla salute sono ormai confermati da abbondante letteratura. Numerosi studi epidemiologici, infatti, hanno dimostrato, in varie parti del mondo, una robusta associazione tra effetti a breve termine delle elevate temperature e la salute della popolazione in generale ma soprattutto quella di specifiche categorie di soggetti considerati come «a maggior rischio».
Gli effetti del caldo hanno mostrato gli impatti maggiori sui soggetti anziani e soprattutto sulle persone che vivono in ambiente urbano.
In ambiente urbano l’effetto termico è amplificato dal tipico fenomeno di origine antropica noto con il termine di «isola di calore urbana», fenomeno che vede le aree urbane cittadine molto più calde rispetto a quelle periferiche o rurali circostanti e questo causato dal maggiore accumulo di calore durante il periodo diurno e dal successivo rilascio del calore durante la notte per irraggiamento. Nello studio, i ricercatori Ibimet hanno utilizzato dati satellitari della Nasa di temperatura superficiale del suolo e dati del Joint Research Centre sulla densità della popolazione totale e degli anziani, che sono stati processati mediante una metodologia di valutazione del rischio per la popolazione legata a pericoli ambientali.
È stato quindi calcolato l’indice di rischio da caldo diurno e notturno per la popolazione anziana spazializzato su tutto il contesto urbano durante il periodo estivo, indice che permette di individuare 5 livelli di rischio da caldo per soggetti anziani (rischio molto basso, basso, moderato, alto e molto alto).
Le mappe sviluppate hanno quindi mostrato una marcata eterogeneità a livello spaziale del rischio da caldo diurno e notturno sia nelle città dell’entroterra sia costiere, con i livelli di rischio più elevati generalmente concentrati nelle zone centrali delle città.
È stato inoltre osservato che il livello di rischio da caldo più elevato non sempre è associato alle più alte temperature superficiali del suolo ma è anche funzione di come è distribuita la popolazione e soprattutto i soggetti più vulnerabili.
La densità di popolazione totale e degli anziani, invece, ha sempre mostrato valori progressivamente più elevati partendo dalla classe di rischio da caldo più bassa (rischio molto basso) e raggiungendo i valori più alti nella classe di rischio più elevata (rischio da caldo molto alto).
Tali informazioni, secondo i ricercatori Ibimet, sono di grande utilità in quanto forniscono notizie attualmente inesistenti a livello nazionale, ossia una descrizione molto dettagliata e città-specifica del rischio da caldo per gli anziani, con un dettaglio sino a livello di strada.
In definitiva, trattasi di uno strumento molto utile per la pianificazione degli interventi durante fenomeni particolarmente disastrosi come le ondate di calore che, oltre a causare grandi disagi tra la popolazione, determinano ogni anno grandi perdite in termini di vite umane.
L’esatta conoscenza delle zone urbane a maggior rischio degli effetti del caldo per la popolazione, può facilitare e ottimizzare interventi da parte delle autorità locali che si occupano delle strategie di intervento per contrastare gli effetti del caldo a scala urbana.
Per scaricare l’articolo pubblicato sulla rivista «Plos One»