Perché «il mare non è un giacimento»

775
mare sub
Tempo di lettura: 3 minuti

«Non è il Governo, ma le aziende che operano sul mercato e i consumatori che stanno inducendo il cambiamento nel nostro Paese: dal Governo, invece, sono venuti atti che vanno in senso contrario, a cominciare dalle barriere per le rinnovabili e l’autoconsumo. Siamo proprio noi ambientalisti a volere che la politica sia al passo con l’economia del futuro, non quella del passato»

E siamo alla seconda delle sette vignette prodotte per il Wwf da diversi cartoonist, tra cui Staino, Vauro e Vanessi, che hanno prestato la loro creatività per sostenere le ragioni del Sì al referendum sulle trivelle del 17 aprile andando a cancellare la norma che consente di continuare ad estrarre gas e petrolio in mare entro la fascia offlimits delle 12 miglia senza alcun limite di tempo.
La seconda vignetta è di Vauro. Il «miracolo» dell’acqua trasformata in vino ma inquinata dal petrolio.
Ed a proposito del messaggio lanciato da Vauro il Wwf ricorda come ogni anno vengano sversate tra le 100 e le 150mila tonnellate di idrocarburi per operazioni di routine nei nostri mari e che in soli 22 anni, a causa di 27 gravi incidenti navali, sono finite nel nostro mare 270mila tonnellate di idrocarburi.
Ed è ancora il Wwf, questa volta affiancato da Legambiente e Marevivo, a manifestare in Piazza San Silvestro, a Roma con un nutrito e colorato drappello ambientalista. I rappresentanti del Comitato per il Sì al referendum del 17 aprile, capeggiati dalle associazioni ambientaliste, hanno bussato alla porta della direzione Pd, per consegnare al premier Matteo Renzi una lettera sui referendum del 17 aprile nella quale si chiede, tra le altre cose, al Presidente del Consiglio e Segretario nazionale del Pd di rendersi disponibile ad un confronto pubblico con gli esponenti del Comitato per il Sì.
In occasione del presidio, organizzato in concomitanza dello svolgimento della riunione di Segreteria nazionale del Pd, la responsabile energia&clima del Wwf Italia, Mariagrazia Midulla, presente alla manifestazione, ha dichiarato: «In realtà gli italiani hanno già scelto le rinnovabili e il superamento dell’economia fossile e il 17 aprile sarà importante ribadirlo confermando il Sì al futuro. Non è il Governo, ma le aziende che operano sul mercato e i consumatori che stanno inducendo il cambiamento nel nostro Paese: dal Governo, invece, sono venuti atti che vanno in senso contrario, a cominciare dalle barriere per le rinnovabili e l’autoconsumo. Siamo proprio noi ambientalisti a volere che la politica sia al passo con l’economia del futuro, non quella del passato. Per questo chiediamo che il Premier Renzi e Segretario del più importante partito della maggioranza affronti la sfida della decarbonizzazione dell’economia, convinti che occorra accelerare l’obiettivo del 100% rinnovabili per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, come deciso a Parigi. Invece di cercare ancora i combustibili fossili, pensiamo all’energia del futuro».
A mobilitarsi per il referendum del 17 aprile sono anche gli 89 comuni dell’Associazione Comuni Virtuosi che hanno risposto all’invito di Legambiente e aderito alla staffetta dei sindaci per il Sì al referendum del 17 aprile promossa dall’associazione ambientalista, staffetta che ha come obiettivo quello di dar voce a chi meglio conosce il territorio, ai cittadini e a chi ha già scelto di puntare su un modello energetico democratico e sostenibile, capace di rispondere ai fabbisogni locali grazie a un mix di tecnologie rinnovabili ed efficienza energetica.
Come ha spiegato Bengasi Battisti, presidente dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, «l’associazione ha come vocazione quella di promuovere buone prassi per la tutela dell’ambiente e la restituzione dei beni comuni e quindi è naturale la nostra posizione per il Sì a questo referendum, un sì che significa tutela dei luoghi, restituzione di essi alle future generazioni, protagonismo delle comunità locali, democrazia partecipata, e soprattutto responsabilità degli abitanti rispetto al proprio futuro».
E per il Sì al referendum del 17 aprile sono a muoversi anche nomi importanti del piccolo e grande schermo, cantanti, insomma artisti, ben 12, che pubblicamente hanno con il loro estro, la loro simpatia, il loro talento collaborato al video contro le trivelle, voluto da Greenpeace e realizzato dalla regista Chiara Agnello. Ficarra e Picone, Nino Frassica, Claudia Gerini, Elio Germano, Valeria Golino, Flavio Insinna, Noemi, Piero Pelù, Isabella Ragonese, Claudio Santamaria e Pietro Sermonti hanno dichiarato che il 17 aprile hanno un «appuntamento speciale» con il mare, le onde, i pesci, i gabbiani, le conchiglie e con un patrimonio naturale da proteggere, così fragile e prezioso da non meritare l’oltraggio delle trivelle. Perché «il mare non è un giacimento».
Un messaggio, che è un invito a partecipare al voto, atto importante di responsabilità democratica, d’amore verso la nostra terra oltre che un diritto di tutti.