Amazzonia, la deforestazione sotto l’occhio dei satelliti italiani

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La notizia arriva da Rio de Janeiro, dove e-Geos (società partecipata da Finmeccanica-Telespazio e dall’Asi), con la brasiliana Geoambiente, si è aggiudicata la gara indetta dal Centro di gestione per la protezione dell’Amazzonia. Il contratto, valido per il 2016 e rinnovabile per un secondo anno, prevede l’acquisizione mensile dei dati satellitari provenienti dai Cosmo-SkyMed, relativi a una superficie pari a un milione di chilometri quadrati del territorio dell’Amazzonia

Saranno gli occhi elettronici super avanzati dei satelliti italiani Cosmo-Skymed a tenere sotto controllo la situazione critica (e ormai annosa) della deforestazione in Amazzonia.
La regione del Brasile colpita da questo fenomeno ambientale, da tempo viene seguita da alcuni satelliti per il telerilevamento. Ma dal prossimo futuro, i satelliti realizzati dall’industria italiana sotto il coordinamento dell’Asi (Agenzia spaziale italiana) metteranno a disposizione tutte le loro potenzialità, sia con la rete satellitare nello spazio, sia con i centri di terra, per monitorare in dettaglio la situazione.
La notizia arriva da Rio de Janeiro, dove e-Geos (società partecipata da Finmeccanica-Telespazio e dall’Asi), con la brasiliana Geoambiente, si è aggiudicata la gara indetta dal Centro di gestione per la protezione dell’Amazzonia.
Il contratto, valido per il 2016 e rinnovabile per un secondo anno, prevede l’acquisizione mensile dei dati satellitari provenienti dai Cosmo-SkyMed, relativi a una superficie pari a un milione di chilometri quadrati del territorio dell’Amazzonia.
I sensori radar a bordo dei satelliti consentiranno un monitoraggio costante, giorno e notte e con qualsiasi condizione meteorologica, rappresentando così la soluzione ideale per il territorio amazzonico, caratterizzato per gran parte dell’anno da piogge frequenti e nuvolosità costante.
Cosmo-Skymed, è una rete spaziale formata da quattro satelliti, il primo dei quali venne lanciato con un razzo americano Delta II dalla base di Vandenberg (California), il 7 giugno 2007. Il 9 dicembre successivo, fu inviato in orbita il secondo satellite, e il terzo il 28 ottobre 2008, per essere preso in carico successivamente dalla stazione di terra italiana del Fucino. La rete è stata completata il 5 novembre 2010, sempre con lo stesso razzo vettore, del quarto ed ultimo satellite, sempre dalla base Usa di Vandenberg, in California. Ed è attualmente in fase di sviluppo la seconda generazione di Cosmo-SkyMed.
Il principale strumento di bordo è una grande antenna radar, dalla sigla SAR, del peso di 600 chilogrammi, che opera in banda X, in grado quindi di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare). Il sistema è in grado di effettuare fino a 450 riprese al giorno della superficie terrestre, pari a 1.800 immagini radar, ogni 24 ore.
Le sue immagini radar di alcune delle più gravi catastrofi naturali del 2008, come il ciclone Nargis in Birmania, il terremoto in Cina e gli uragani Hannah e Ike su Haiti, sono state utilizzate dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni umanitarie impegnate negli aiuti alla popolazione.
I dati di Cosmo-SkyMed sono già usati con successo in Brasile, dove Telespazio opera dal 1997 attraverso la controllata Telespazio Brasil, per il monitoraggio ambientale e la sicurezza (perdite di petrolio dalle piattaforme in mare, controllo delle frane), per il supporto all’agricoltura e per applicazioni in ambito difesa.
I satelliti sono stati realizzati dalla Thales Alenia Space (Thales e Finmeccanica), mentre Telespazio ha sviluppato l’intero segmento di terra ed è responsabile dell’acquisizione, processamento e distribuzione dei dati satellitari, commercializzati in tutto il mondo da e-Geos, per le applicazioni civili.
Finanziata dall’Asi, dal ministero della Difesa e dal Miur, questa rete satellitare tutta made in Italy, è in grado di operare in qualsiasi condizione di visibilità con un’alta frequenza di rivisitazione. Consente, inoltre, di soddisfare esigenze civili e militari, con servizi e applicazioni per il monitoraggio dell’ambiente, il controllo del territorio e del mare, l’agricoltura, la difesa dei confini e la sicurezza.