Il Vesuvio in fiamme

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Cinque focolai attivi, un dei due principali è sul versante di Torre del Greco e all’altezza della sede storica dell’Osservatorio vesuviano. In tutta la Campania ci sono 100 roghi, 600 uomini sul campo e Canadair in azione

– Il Wwf richiede mobilitazione straordinaria e se necessario far intervenire l’esercito

Il Vesuvio fuma ma non è un’eruzione anche se è dal 1944 che non si vedeva uno «spettacolo» così.
Sono incendi, cinque focolai attivi, un dei due principali è sul versante di Torre del Greco e all’altezza della sede storica dell’Osservatorio vesuviano a quota 600 metri (la palazzina Borbonica del 1845) minacciata fino a ieri. Coinvolte anche la Riserva Tirone e la zona della Cave. In tutta la Campania ci sono 100 roghi, 600 uomini sul campo e Canadair in azione.
Interessate abitazioni per un fronte di due chilometri sulle pendici del vulcano. Evacuate case e chiuse attività produttive, nei giorni scorsi erano già state danneggiate vaste aree tra Ercolano e Torre del Greco.
Ci auguriamo che Protezione civile e Vigili del fuoco abbiano presto ragione della situazione e che non ci siano danni irreparabili a persone e abitazioni. Ma il forte allarme e il pericolo incombente sulla zona vesuviana, intensamente abitata, possono dare l’idea di quello che potrebbe accadere in caso di eruzione dove Canadair e mezzi di soccorso potranno far ben poco. Solo vere vie di fuga potranno assicurare la salvezza.

Il prolungato caldo sta mettendo in ginocchio tutto il Sud, soprattutto, con danni ingenti dalla Sicilia, a Roma e alla Puglia