Vaccini, può consolare diffamare un Nobel?

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Senza complimenti Luc Montagnier è definito uno spacciatore di bufale e in pratica un ricercatore ormai «bollito». Alcune ricerche. Le risposte non date. Chi fa veramente ricerca. In gioco è la salute che resta uno dei valori fondamentali delle nostre società con la Scienza che deve svolgere il suo ruolo superiore di ricerca della Verità al servizio della Società e dell’Uomo

A Parigi l’Award Benveniste

Una testata sul naso. Questo è l’effetto dell’articolo pubblicato su «Repubblica», che accusa Montagnier di spacciare bufale e, senza complimenti, lo raffigura come un ricercatore «bollito». Lo ripeto, per coloro che sono duri a capire perché schiacciare una persona in uno schema permette di continuare la polemica, «Villaggio Globale» non è contro i vaccini. Non siamo un organo accademico scientifico, siamo un giornale che si occupa anche di scienza e ci piace capire e aiutare a capire. Offriamo gli strumenti per approfondire. Non diamo patenti di legittimità. Ma ci piacerebbe avere risposte e non insulti. Per questo, al contrario di chi vuol tenere la testa nella sabbia, noi siamo curiosi e andiamo a vedere ciò che dicono altri. La società si muove, chiede, domanda, si informa, come dimostra anche un’interessante ricerca che verrà presentata a Ronciglione
A proposito dell’articolo di «Repubblica» dobbiamo notare imprecisioni e reticenze nel fornire informazioni su Montagnier (come la mancanza di pubblicazioni… vedi allegato, N. d. R.), per questo, per i nostri Lettori principalmente, forniamo un supplemento di informazioni. Resta l’amarezza che oggi, chi ha priorità di ascolto, siano proprio coloro che nel loro curriculum non hanno granché da aggiungere al patrimonio scientifico mondiale fuorché una comoda difesa di posizione. (I. L.)

 

A parte il fatto che il Nobel è per vaccini fatti con giudizio come riporta «Repubblica» nel testo e che una delle sue ricerche è un vaccino contro il virus dell’HIV, dalle sue recenti ricerche che turbano tanto la Comunità scientifica e i Media, emerge che i virus (e pare anche i batteri) possono colonizzare il DNA umano e possono essere tra le cause di molteplici malattie croniche ad eziologia oscura tra le quali molte malattie neurodegenerative. Quindi inoculare con i vaccini virus attenuati e o componenti batteriche o virali antigeniche potrebbe favorire attivazioni virali o batteriche cronicizzate che potrebbero creare nuove infezioni a partenza dal DNA umano. È una ipotesi così irrealistica?
Pare di no rivedendo che accade con l’infezione dell’Herpes nelle sue varie manifestazioni dove frammenti del DNA virale si annidano nel DNA umano e il virus in condizioni particolari si ricostituisce dall’interno delle cellule umane e producendo le recidive virali. Su queste ricerche il Nobel francese ha pubblicato vari lavori e da questa finestra sulle interazioni virus ospite ha osservato possibili relazioni tra malattie croniche (tra cui l’autismo) e infezioni virali e batteriche simil herpetiche che potrebbero essere prodotte anche dalle vaccinazioni.

In proposito di recente ha proposto una ricerca per chiarire questi aspetti ancora non completamente compresi nei loro meccanismi e nella loro incidenza globale sulle reazioni avverse da vaccini (prudenza proposta per i militari che usano vaccini mono componente e max 5 vaccini con precauzioni varie).

Una posizione rigorosa e seria davanti a una campagna di vaccinazioni di massa che mettono a rischio la salute dei bambini senza che per il vero si veda l’emergenza infettiva né in Francia né in Italia (e tanto meno in Europa dove prevale un approccio alle vaccinazioni molto prudente e libero senza obblighi in gran parte dei paesi europei.

Sempre che non si voglia considerare sul serio l’emergenza vaccini in Inghilterra lanciata dal Ministro Lorenzin a Porta a Porta e a Piazza Pulita su cui non abbiamo sentito nessuna voce di perplessità di censura né da parte della Stampa, né da parte della Comunità scientifica che grida allo scandalo scientifico per qualche dubbio posto da un Nobel che fa ragionamenti scientifici di ricerca come è il suo mestiere (e per il vero non solo il suo).

Sulle altre critiche che dire maliziose è dir poco, può essere utile ricordare ai colleghi della Comunità scientifica che si sentono offesi nella loro scientificità e alla Stampa che lamenta la decadenza del Nobel francese, che le ricerche di Luc Montagnier sulla Memoria dell’acqua continuando l’opera pionieristica di Jacques Benveniste sulle interazioni bioelettromagnetiche sono al centro delle attività scientifiche ad Est da Kiev a Mosca dalla Crimea a alla Siberia dove si contendono l’Award Benveniste, e dove corrono con sviluppi biotecnologici che si vorrebbero spacciare per pseudoscienza nel mentre dalle nostre parti annaspiamo nel fango delle reazioni avverse che mietono 100.000 morti all’anno negli Usa e la situazione come si evince dal congresso Simi non è neanche buona in Europa. 

Forse sarebbe meglio maggiore prudenza, e maggiore ascolto delle proposizioni che vengono da grandi studiosi europei e dal mondo scientifico delle Potenze scientifiche e tecnologiche già Sovietiche.
In gioco è la salute che resta uno dei valori fondamentali delle nostre società con la Scienza che deve svolgere il suo ruolo superiore di ricerca della Verità al servizio della Società e dell’Uomo.

A tal proposito per il suo straordinario impegno che lo ha portato al Nobel e per non essersi seduto sulla gloria ma aver continuato con determinazione la ricerca sulle frontiere della vita un grazie particolare va al prof. Luc Montagnier che fuori dalla mischia delle carriere e delle lobby si mantiene il lusso della verità e della ricerca indipendente dai vari potentati che pensano di poter fare e disfare tutto, tra cui le favole delle epidemie e il silenzio sulle morti improvvise post vaccinazione che servono per fare fatturato a cui prima o poi dovranno rispondere nelle sedi di giustizia e a cui vorremmo pregare i colleghi di dire qualcosa in proposito di decadenza e di notizie false cosiddette scientifiche.