Cambiamenti climatici, di male in peggio

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Groenlandia clima
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Con l’effetto «feedback», non c’è limite a situazioni peggiori come dimostra uno studio allarmante da aggiungere alla lista dei cicli di retroazione che accelerano i cambiamenti del clima: l’emissione di metano da parte dei laghi


Quando si è cominciato a parlare di cambiamenti climatici (ormai più di 30 anni fa…) i meteorologi lanciarono l’allarme e sostenevano che quando si gioca al piccolo chimico con l’atmosfera, ci può essere un momento in cui la situazione può sfuggire di mano e il clima si può comportare in modo imprevedibile.

Siamo a questo punto. Il rischio è dietro l’angolo: dalle variazioni dell’albedo ai poli allo scioglimento del permafrost ed ora si scopre anche un’anomalia crescente dovuta alle acque interne.

Tutto questo perché, in tema di cambiamenti climatici, ciò che è peggio può diventare peggiore, come sottolinea Vincenzo Ferrara nel suo blog.

Infatti, evidenzia Ferrara, gli scienziati che studiano le acque interne http://www.dw.com/en/when-nature-harms-itself-five-scary-climate-feedback-loops/a-43649814 hanno trovato un altro circolo vizioso allarmante da aggiungere alla lista dei cicli di retroazione che accelerano i cambiamenti del clima: l’emissione di metano da parte dei laghi!

«I corpi d’acqua dolce sono responsabili di oltre il 15 per cento delle emissioni di metano della Terra, un gas serra che è 25 volte più potente dell’anidride carbonica.

«Circa tre quarti delle emissioni di metano di un lago provengono dalla decomposizione delle piante acquatiche. Con il riscaldamento climatico, non solo è favorita la proliferazione delle piante acquatiche (cioè ci sono maggiori sorgenti di emissione), ma sono favoriti ancor di più i processi di decomposizione organica da parte di batteri (accelerazione dei processi di emissione di metano).

«Le emissioni di metano che già hanno subito una accelerazione a causa dell’aumento della temperatura delle acque lacustri – continua Ferrara – subiscono poi una ulteriore accelerazione a causa della concomitante progressiva scomparsa delle foreste attorno ai laghi, scomparsa causata anch’essa dai cambiamenti del clima. Già, perché le foreste attorno ai laghi impedivano con i loro detriti, la produzione di metano di origine lacustre».

Insomma è come un cane che si morde la coda. Questo feedback lacustre che accelera i cambiamenti del clima si aggiunge agli altri processi di feedback che agiscono nello stesso modo, tra cui:
– «la diminuzione dell’albedo polare, che si riduce a causa della fusione dei ghiacci e che favorisce l’assorbimento della radiazione solare;
– «la perdita di permafrost alle alte latitudini (aree polari e subpolari), perdita che aumenta le emissioni del metano seppellito nel suolo ghiacciato e i metano immagazzinato nel sottosuolo e nelle profondità oceaniche sotto forma di clatrati idrati di metano;
– «l’aumento degli incendi forestali alle medie e basse latitudini, che aumentano le emissioni di anidride carbonica;
– «la perdita del patrimonio forestale, grande polmone di assorbimento dell’anidride carbonica atmosferica;
– «la perdita delle aree umide altro grande polmone di assorbimento dei gas serra atmosferici».