Dopo accordo Eni stop del Wwf ai presidi

1817
petrolio ricerca
Tempo di lettura: 2 minuti

L’associazione ambientalista sospende l’intesa con Associazione nazionale presidi dopo la decisione che l’associazione dei dirigenti scolastici ha preso di sottoscrivere un accordo con Eni per la formazione dei docenti

Il Wwf Italia, dopo un’attenta valutazione, ha deciso di sospendere il percorso per un protocollo di intesa avviato con l’Associazione nazionale presidi (Anp). La decisione è arrivata in seguito alla scelta da parte dell’Anp di sottoscrivere un accordo con Eni per un programma congiunto di incontri su 4 temi trattati dagli esperti di Eni (il cambiamento climatico, l’efficienza energetica, i rifiuti e le bonifiche ambientali) e dedicato alle scuole italiane, che ha l’obiettivo di formare il personale docente delle scuole di ogni ordine e grado su alcuni aspetti della sostenibilità ambientale, visto che dal prossimo anno scolastico proprio la sostenibilità sarà centrale nei programmi scolastici nelle ore legate all’educazione civica.

La delicatezza e il rilievo della questione, che riguarda un aspetto fondamentale per la formazione delle future generazioni, doveva indurre a ricusare l’offerta di un’azienda che attualmente opera nella «esplorazione, produzione, raffinazione e commercializzazione di olio e gas, elettricità e chimica». Un’azienda che certamente potrebbe e dovrebbe cambiare il proprio business model per puntare sul carbonio zero e così contribuire alla lotta al cambiamento climatico, ma che attualmente non si è nemmeno fissata obiettivi lontanamente ambiziosi e che quindi non ha alcun titolo per «salire in cattedra». Gli interlocutori cui rivolgersi potevano e dovevano essere altri: in Italia, infatti, esistono molteplici Enti pubblici di ricerca, dal Cnr all’Ispra, che certamente non si sarebbero sottratti nel disegnare un percorso formativo valido per i dirigenti scolastici e per i docenti e che avrebbero certamente evitato una serie di sospetti e preoccupazioni che hanno seguito l’annuncio di questo accordo. Non è certo l’Eni che assicura un’ottica critica, ma la corretta presentazione del consenso nella comunità scientifica: comunità scientifica che critica proprio i combustibili fossili come i massimi responsabili dell’aumento di concentrazione di CO2 in atmosfera, causa dell’aumento dell’effetto serra naturale e, quindi del surriscaldamento globale e della crisi climatica.

L’educazione ambientale e la sostenibilità dei nostri stili di vita, elementi fondamentali nella formazione dei cittadini di domani, non possono prescindere da un ingrediente fondamentale: l’esempio. Che insieme al rigore scientifico e a una corretta informazione sull’accelerarsi dell’emergenza climatica rappresentano valori fondamentali per il percorso educativo delle nuove generazioni.

La scelta dell’Anp, purtroppo, si presta a una operazione d’immagine e ha già prodotto un risultato estremamente negativo, caratterizzando con le polemiche un fatto epocale: l’arrivo della sostenibilità nei programmi scolastici.

Proprio per questa ragione il Wwf, che chiede all’associazione professionale e sindacale dei dirigenti scolastici un passo indietro rispetto all’accordo, ha deciso di sospendere il percorso avviato per la sottoscrizione di un protocollo di intesa.

 

(Fonte Wwf)