Sito deposito nucleare, Laterza dice no

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inghiottitoio vallone della Silica Laterza
Inghiottitoio attivo sul vallone della Silica, margine Est della piana di Viglione
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Ecco tutte le osservazioni tecniche

Ed è dall’analisi dei Criteri di esclusione e dei Criteri di approfondimento che risulta palese, secondo quanto riporta il documento presentato, l’incongruenza tra le valutazioni conclusive proposte da Sogin Spa e lo studio di dettaglio con le relative conclusioni a cui si perviene per le aree interessate

Il comune di Laterza dice no al deposito di scorie nucleari sul suo territorio.

Le ragioni sono leggibili in maniera chiara all’interno del Dossier «Consultazione pubblica per l’avvio della procedura per la localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, ex D.lgs. n.31/2010» (Osservazioni tecniche ai documenti relativi alle Aree Ta_Mt-17 e Ta_Mt-18 presentato proprio dal comune coadiuvato da un team di tecnici afferenti le varie professioni tecniche presenti sul territorio).

Dall’analisi dei Criteri di esclusione (Ce) e dei Criteri di approfondimento (Ca) risulta palese, secondo quanto riporta il documento presentato, l’incongruenza tra le valutazioni conclusive proposte da Sogin Spa e lo studio di dettaglio con le relative conclusioni a cui si perviene per le aree interessate.

Secondo i Criteri di esclusione, definiti per escludere le aree del territorio nazionale le cui caratteristiche non permettono di garantire piena rispondenza ai requisiti che, unitamente alle caratteristiche del condizionamento dei rifiuti ed a quelle delle strutture ingegneristiche del deposito, devono assicurare i necessari margini di sicurezza per il confinamento e l’isolamento dei rifiuti dal contatto con la biosfera, e i Criteri di approfondimento, definiti per consentire la valutazione delle aree individuate a seguito dell’applicazione dei Criteri di esclusione, valutati dal Gruppo di studio, infatti, si rileva in estrema sintesi e per le aree TA_MT-17 e TA_MT-18, che il comune di Laterza sarebbe da escludere perché è un’area contrassegnate da sismicità elevata (Ce2), interessata da fenomeni di fogliazione (Ce3), caratterizzata da rischio e pericolosità geomorfologica, idraulica di qualsiasi grado (Ce4), contraddistinta dalla presenza di depositi alluvionali di età olocenica (Ce5), interessata dal processo morfogenetico carsico o con presenza di sprofondamenti catastrofici improvvisi (sinkholes) (Ce9), caratterizzata da falda idrica affiorante o che, comunque, possa interferire con le strutture di fondazione del deposito (Ce10), è un’area naturale protetta identificata ai sensi della normativa vigente (Ce11), non è ad adeguata distanza dai centri abitati (Ce12).

Inoltre è stata valutata la presenza di movimenti verticali significativi del suolo in conseguenza di fenomeni di subsidenza e di sollevamento tettonico e/o isostatico (Ca2 ), un assetto geologico-morfostrutturale e una presenza di litotipi con eteropia verticale e laterale (Ca3), la presenza di bacini imbriferi di tipo endoreico (Ca4); la presenza di fenomeni di erosione accelerata (Ca5), condizioni meteo-climatiche specifiche (Ca6), parametri fisico-meccanici dei terreni (Ca7), parametri idrogeologici (Ca8), presenza di habitat e specie animali e vegetali di rilievo conservazionistico, nonché di geositi (Ca10), produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico: olio di Puglia IGP, vino IGT e IGP, mozzarella di Gioia del Colle DOP, De.Co, presidi Slow Food (Ca11), presenza di infrastrutture critiche rilevanti e strategiche (Ca13).

Ma facciamo un po’ di storia…

La Sogin Spa, soggetto responsabile della localizzazione, realizzazione e dell’esercizio del Deposito nazionale https://www.depositonazionale.it/ destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività derivanti da attività industriali, di ricerca e medico-sanitarie e dalla pregressa gestione di impianti nucleari incluso in un Parco tecnologico, tenendo conto dei criteri previsti nella Guida Tecnica n.29 «Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività» redatta dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ed elaborati sulla base degli standard dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), ha definito una proposta di Cnapi.

Il 5 gennaio 2020, la Sogin Spa, dopo aver ricevuto il nulla osta dai ministeri dello Sviluppo economico (Mise) e dal ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm), ha quindi pubblicato la proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) assieme all’ordine di idoneità delle aree identificate sulla base delle caratteristiche tecniche e socio-ambientali, al progetto preliminare del Parco Tecnologico, alla documentazione a corredo del progetto preliminare che, ai fini del dimensionamento del deposito, deve tener conto della stima complessiva dei rifiuti da smaltire.

La pubblicazione della Cnapi, con l’elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei (che non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche specifiche di sito), di fatto ha dato l’avvio alla fase di «Consultazione pubblica per l’avvio della procedura per la localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco tecnologico» che ha visto quindi nei sessanta giorni successivi alla pubblicazione, le Regioni, gli Enti locali, nonché i soggetti portatori di interessi qualificati, formulare osservazioni e proposte tecniche che porteranno al seminario nazionale durante il quale, in base alle osservazioni e alla discussione prevista, la Sogin Spa aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del Mise, dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin), del Mattm e del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. In base a questi pareri, il ministero dello Sviluppo economico convaliderà quindi la versione definitiva della carta, ovvero la Carta nazionale delle aree idonee (Cnai).

Ora, le 67 aree potenzialmente idonee alla costruzione del Deposito nucleare nazionale sono state individuate in sette regioni ossia Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Di queste, ben 17 sono le aree potenzialmente idonee ad ospitare rifiuti radioattivi che ricadono nelle regioni di Basilicata-Puglia tra le province di Potenza, Matera, Bari, Taranto (comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso) e due di queste ricadono parzialmente nella provincia di Taranto ed abbracciano il territorio di Laterza e Matera ed esattamente l’area TA_MT-17 e l’area TA_MT-18.

Di qui la necessita che ha mosso il comune di Laterza a formulare opportune osservazioni in forma scritta dotandosi di un Gruppo di studio multidisciplinare, che ha affrontato l’analisi approfondita della documentazione progettuale e ha redatto il Dossier.

«Importante è la sinergia creata tra le varie componenti politiche ed amministrative e nella fattispecie tra il comune di Laterza e l’Ordine dei geologi della Puglia (Org), sinergia evidenziata dalla sottoscrizione della delibera fatta immediatamente a seguito della pubblicazione della Cnapi ad ospitare il Deposito nazionale e Parco tecnologico dove il Comune dava l’incarico all’Org di coordinare il gruppo di studio che avrebbe quindi prodotto le osservazioni rispetto ai siti ricadenti nel territorio di Laterza». Questo quanto dichiara il dott. geologo Davide Bonora, coordinatore del gruppo di studio, relativamente alle Osservazioni tecniche dei documenti relativi alle aree Ta_Mt-17 e Ta_Mt-18, osservazioni che rappresentano il primo documento ufficiale di grande valenza tecnica presentato da una amministrazione comunale in relazione alla Cnapi.

 

Elsa Sciancalepore