Il Senato, a fronte di due anni di discussioni e incontri con il mondo scientifico di riferimento, è stato pressoché compatto nel regolamentare l’agricoltura. Fatto salvo il voto contrario della senatrice a vita Elena Cattaneo, da sempre tra gli ormai pochi sostenitori della chimica in agricoltura, degli Ogm, non ultimo degli Nbt con la tecnica CrispRCas9. Il regalo a Coldiretti
L’approvazione al Senato della Repubblica della legge che regolamenta il settore agricolo biologico, e con esso l’equiparato biodinamico, ha scatenato, come ormai noto da giorni, gli istinti famelici di chi dall’agricoltura convenzionale-industriale che si fonda sulla chimica, trae non pochi interessi.
Sin dalla metà del secolo scorso, la retorica della rivoluzione verde, contrariamente alla narrazione «verde», si è fondata sulla chimica di sintesi. Un’agricoltura che per quasi un secolo si è resa tra le maggiori responsabili dei dissesti idrogeologici, con la desertificazione dei suoli, della drastica riduzione della biodiversità, dei gravi impatti che la chimica in agricoltura ha sulla salute umana.
Il nodo
Il Senato, a fronte di due anni di discussioni e incontri con il mondo scientifico di riferimento, non santoni, è stato pressoché compatto. Fatto salvo il voto contrario della senatrice a vita Elena Cattaneo, da sempre tra gli ormai pochi sostenitori della chimica in agricoltura, degli Ogm, non ultimo degli Nbt con la tecnica CrispRCas9. Una tecnica che pretende di manipolare la vita usando l’umanità e la stessa natura come cavie viventi per meri interessi speculativi e a fronte di una ideologia totalitaria e dogmatica al pari dell’eugenetica.
Proprio mentre in tutto il mondo e in Europa ci si approccia alla transizione ecologica (Green Deal), la Senatrice a vita voluta da Napolitano è stata l’unica a votare contro l’approvazione della legge. Fu anche l’unica ad opporsi alla mozione contro l’uso del glifosato per il quale Bayer-Monsanto vengono condannati a risarcimenti milionari in tutto il mondo in seguito alle numerose pubblicazioni scientifiche che ne attestano cancerogenicità e causa di morte.
Le lobby
Durante la dichiarazione di voto, per sostenere la sua opposizione, nei fatti si è dichiarata contro i metodi di coltivazione naturali definendoli «pratiche non solo antiscientifiche ma schiettamente esoteriche e stregonesche». Alla Sen. Cattaneo occorre ricordare che i metodi di coltivazione naturali e tradizionali sono riconosciuti dai regolamenti europei e non sarà certo lei o un piccolo gruppo di lobbisti violenti che si dimenano come degli scalmanati in pieno affanno a decretarne la fine solo perché l’agricoltura «naturale» mette in crisi il mercato dell’industria chimica e farmaceutica.
Fermo è stato il giudizio del Sen. Saverio De Bonis (gruppo misto), nel rivolgersi a «Enrico Bucci, lo pseudo scienziato che affermava che il glifosate si può bere, ha scritto oggi che “i guadagni dell’agricoltura biodinamica, di cui parlano i senatori, sono figli della credenza nell’esoterismo indotta nei consumatori quanto quelli del mago Candido”. Per fortuna — continua De Bonis — i consumatori non hanno l’anello al naso ma hanno capito il loro gioco. Tra Demeter e Bayer-Monsanto preferiscono essere preoccupati per gli interessi della prima, che difende la loro salute, ai veleni della seconda».
Una regolamentazione attesa da anni e quanto mai necessaria che, con tutta evidenza, nelle trattative avvenute nelle commissioni, prima di passare al vaglio delle camere, deve aver subito le pressioni di chi ha fiutato un eventuale futuro tornaconto politico.
«Il dispositivo normativo — denuncia Gianni Fabris, presidente nazionale di Altragricoltura — in particolare con l’articolo 14, istituendo il soggetto unico che orienterà le scelte, regala il controllo sul Bio all’Organizzazione Professionale che “pesi” almeno il 30% degli iscritti nel settore e “taglia fuori” dal pesare il resto (il 70%) del settore. Un vero regalo alla Coldiretti, un colpo di mano non solo contrario agli interessi dei singoli ma, anche, allo spirito del biologico che si fonda sull’idea della diversificazione, della pluralità delle scelte, dell’articolazione delle esperienze».
Giuseppe Vinci