Scuola e informazione, urge una nuova alleanza

1051
scuola Image by Jan Vašek from Pixabay
Image by Jan Vašek from Pixabay
Tempo di lettura: 5 minuti

Affiancare ai libri di testo i media è valorizzare un sapere extrascolastico che ha una sua dignità ed è utile sia per sopperire all’inevitabile carenza di aggiornamento sia per agganciare allo studio l’attualità al fine di rendere le discipline interessanti per gli alunni, vicine al loro quotidiano e non ultimo, favorire il confronto delle idee e lo sviluppo di capacità di analisi e di critica

La scuola è da sempre un luogo in cui i cittadini di domani vengono formati e guidati nella conoscenza di ciò che li circonda. La scuola, pertanto, dovrebbe impegnarsi il più possibile a svolgere un ruolo fondamentale nell’educazione dei ragazzi e come tale fare in modo che in ciascuno di loro si sviluppi una notevole sete di conoscenza ed un altrettanto forte spirito critico.
La lettura, in tal senso, è uno strumento privilegiato di conoscenza perché accresce il vocabolario e stimola la curiosità intellettuale. Quella curiosità che sarà indispensabile nelle successive esperienze lavorative e più in generale di vita.
Una scuola rinnovata, a mio avviso, non può non fare a meno della lettura dei media per ben sviluppare lo spirito critico.
L’approccio della lettura critica può costituire la direttrice dell’utilizzo dei giornali a scopo didattico, in particolare rispetto all’obiettivo di comprendere i significati della parola e acquisire la necessaria consapevolezza nell’utilizzo del linguaggio e della comunicazione. Educare a leggere il giornale vuol dire educare a comprendere i testi, e, attraverso di essi, la realtà, imparando a riconoscere la natura, la struttura e le funzioni del messaggio, le forme linguistiche utilizzate, gli effetti attesi sui destinatari e il perché delle differenze. Infatti un quotidiano non va solo letto, ma anche interpretato. Ma la lettura del giornale porta a maturare opinioni e interpretare la contemporaneità con il proprio cervello: insomma insegnare a leggere la realtà.
Nelle aule c’è chi deve imparare a leggere (cioè a conoscere, comprendere, capire e giudicare) una quotidianità fatta di immersione nel concreto.
Ma oggi il mondo della comunicazione, non è fatto solo di quotidiani. La cronaca dà l’input ad approfondimenti articolati e variegati, e i giornali non sono sufficienti. Oltre a radio e tv, oggi c’è una galassia in internet con la quale non si può non fare i conti, sia per la immediatezza degli interventi sia per una crescente capacità di approfondimento. Un aspetto, quest’ultimo, che sui quotidiani non riesce a stare al passo con i tempi né a liberarsi di lacci e lacciuoli che spesso ne hanno determinato il declino.

Affiancare ai libri di testo i media è valorizzare un sapere extrascolastico che ha una sua dignità ed è utile sia per sopperire all’inevitabile carenza di aggiornamento sia per agganciare allo studio l’attualità al fine di rendere le discipline interessanti per gli alunni, vicine al loro quotidiano e non ultimo, favorire il confronto delle idee e lo sviluppo di capacità di analisi e di critica.
In un mondo in rapida evoluzione si sente sempre più la necessità di avere adeguati punti di riferimento, di essere informati per capire cosa sta avvenendo intorno a noi, di capire come si evolve la società.
Il giornale ha contribuito alla scoperta di un mondo spesso sconosciuto, ha avvicinato i giovani ad alcuni dei più importanti problemi del nostro mondo. Ma non basta più, i giovani chiedono altro, sempre più velocemente e in forme più nuove e immediate.
In questo senso, oggi sempre di più l’educazione ambientale assume un ruolo chiave all’interno delle aule scolastiche. Insegnare ai giovani il rispetto per l’ambiente, la distinzione fra energie rinnovabili e non rinnovabili, le cause che provocano l’inquinamento ambientale e come sprecare meno risorse, diventa imprescindibile per poter formare dei cittadini consapevoli e in grado di agire un domani per il bene della comunità.
Soprattutto in questo periodo storico, in cui le conseguenze dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici iniziano a farsi sentire, è importante educare le nuove generazioni ad uno stile di vita sostenibile e rispettoso delle risorse del nostro pianeta.
Comprendere le notizie sull’ambiente e interpretarle nella maniera migliore è una delle nuove sfide in un mondo sempre più complesso: è ormai chiaro praticamente a tutti quanto l’ambiente e la sua salute possano influire sulla nostra vita, a cominciare dalla salute per investire anche la sfera economica.
Ecco, allora, che il giornalismo svolge il ruolo chiave di vagliare le notizie e restituirle ai lettori con il giusto filtro, per riuscire a evitare l’effetto allarmistico ma mostrando i fatti in maniera seria e supportati da evidenze.
Le tematiche ambientali più calde (cambiamento climatico, deforestazione, ecc.) sono sempre fonte di discussione, di prese di posizione di questo o quel politico e di alcune parti del mondo industriale, dato che sono strettamente connesse con i temi economici. Non dobbiamo lasciarci trarre in inganno, però, specialmente da quelle notizie che sembrano «di buon senso»: pensiamo, ad esempio, a chi negava il riscaldamento ambientale perché, in fondo, in quel periodo faceva freddo, ignorando magari la desertificazione incombente e gli incendi in altre aree.
Ambiente, sostenibilità, tecnologie pulite, efficienza energetica e decarbonizzazione sono diventati i pilastri per un nuovo sviluppo economico e sociale.
Lo dimostrano il Green New Deal, il recente Piano straordinario post Covid-19 Next Generation Ue e il Decreto Rilancio, tutti fortemente incentrati su strategie green e «pulite» per la crescita e la creazione di nuova occupazione. Da qui l’importanza di un’informazione scientificamente corretta e approfondita su queste tematiche, anche attraverso un sempre migliore raccordo fra il mondo della ricerca e dell’innovazione e i media.
Uno degli elementi su cui siamo stati portati ulteriormente a riflettere nel corso della pandemia è proprio la necessità di una corretta informazione scientifica. In ogni emergenza, sanitaria o ambientale, purtroppo si moltiplicano le cosiddette fake news, contro le quali è spesso molto difficile combattere e talvolta possono generare conseguenze anche molto pericolose.
Ed è per queste ragioni che il nostro sguardo deve allargarsi ed abbracciare i media specializzati. Ad esempio proprio le false notizie sono all’attenzione della rete da anni ed anche dei giornali televisivi specializzati mentre sono sbarcate solo recentemente sui media tradizionali e generalisti.

In questi mesi noi abbiamo affrontato proprio in questo sito di «Villaggio Globale» che, come è noto, è sorto proprio per mettere in comunicazione la fonte dell’informazione con l’utente finale, tante di queste notizie, ricevendo l’idea, l’impressione e la necessità di un’informazione che fosse scientificamente rigorosa con notizie e dati attendibili, proprio per evitare che poi si moltiplichino informazioni sbagliate che possano dare luogo a comportamenti socialmente e ambientalmente pericolosi.
Le tematiche ambientali non sono più un interesse di nicchia o appannaggio solo di scienziati o militanti ambientalisti. Tutte le scelte politiche globali e quelle economiche sono ormai costrette a fare i conti con la salute del pianeta e con gli effetti dei cambiamenti climatici.
La scuola, in conclusione, deve essere capace di avere un approccio di integrazione, in cui i ragazzi a ogni livello, cominciano a imparare a vivere insieme, lavorare insieme e crescere insieme. La scuola serve ad imparare ad utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, a comprendere di più la complessità della vita che abbiamo di fronte, a saper fare comunità.
Come ha, recentemente, sottolineato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi «Lo sviluppo di una capacità critica è un elemento cruciale della nostra scuola, recuperando il meglio della nostra tradizione umanistica, che non è di peso, ma uno strumento essenziale se viene riportato alla capacità di dare alle persone la forza di leggere nelle cose. Ugualmente le Stem (acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics, utilizzato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche e i relativi corsi di studio), non sono surrogati degli strumenti disponibili, ma la capacità di unire astrazione e sperimentazione. Occorrono poi gli strumenti logici».

 

Francesco Sannicandro, già Dirigente Regione Puglia e Consulente Autorità di Bacino della Puglia