Le contraddizioni tra le dichiarazioni di piantare 1.000 miliardi di alberi al taglio con procedure lacunose e discutibili di migliaia di ulivi in Puglia. La nota del Comitato UlivivoPubblichiamo ampi stralci di una nota del Comitato Ulivivo, un gruppo particolarmente attento alla questione dell’abbattimento degli ulivi per prevenire, secondo le autorità regionali, il diffondersi della Xylella. Una pratica che non trova d’accordo la comunità scientifica e le cui evidenze sono contrastanti.
«Riconoscendo l’urgenza di combattere il degrado del suolo e creare nuove vasche di assorbimento del carbonio, condividiamo l’obiettivo ambizioso di piantare collettivamente 1.000 miliardi di alberi». Lo si legge nella dichiarazione finale del vertice del G20 di Roma. «Sollecitiamo gli altri Paesi a unire le forze con il G20 per raggiungere questo obiettivo globale entro il 2030, anche attraverso progetti per il clima, con il coinvolgimento del settore privato e della società civile», si legge ancora (fonte Ansa).
Ma alle parole non seguono i fatti e gli ulivi millenari di Puglia continuano a cadere in nome di una fantomatica «emergenza Xylella» che ha reso possibile aggirare le leggi a tutela ambientale. L’obiettivo del governo? Salvare l’agricoltura e il paesaggio! Se non fosse tragico sarebbe comico.
Così, all’ecocidio incipiente in atto in Salento [dove, alla devastazione già prodotta dall’avvelenamento del terreno e dagli abbattimenti sconsiderati, si sono sommate le richieste di abbattimento per 4 milioni di ulivi (senza valutare se siano davvero disseccati e senza considerare che quelli disseccati se adeguatamente curati riprendono a vegetare e fruttificare, come ormai ampiamente dimostrato)] si aggiunge l’assalto alla Piana degli Ulivi e alla Valle d’Itria, precisamente i Comuni di Monopoli, Fasano, Ostuni, Cisternino, Locorotondo e Martina Franca. In questi giorni sono state pubblicate numerosissime determine per l’abbattimento di oltre 1.000 alberi (certamente non disseccati anzi produttivi) solo nel territorio di Ostuni, per giunta in situazione di palese illegittimità!
Le attività di monitoraggio e abbattimento in questa zona (a partire da gennaio 2021), definita impropriamente e illegittimamente «zona ex-contenimento» dalla Regione, sono state eseguite al di fuori del Regolamento di esecuzione 2020/1201 della Commissione europea, lo dimostra la tabella di riepilogo della sorveglianza pubblicata sul sito ufficiale emergenzaxylella.it. All’interno della tabella si legge che nel periodo che va da gennaio a maggio 2021, è stata monitorata solo la zona di Canosa di Puglia. Allora come si giustificano gli abbattimenti avvenuti a Ostuni, Fasano, Cisternino e Monopoli in seguito a determine (e campioni analizzati) che vanno da gennaio ad aprile 2021?
Sempre all’interno di questa tabella magicamente compaiono campioni analizzati di piante provenienti da determinate zone in cui gli ettari ispezionati appaiono pari a 0. La domanda è: se Arif in determinate zone e periodi non ha ispezionato/monitorato nessun campo (come dichiarato in tabella) da dove ha prelevato i campioni che poi, da tabella, risultano analizzati?
I numeri dichiarati dalla Regione delle piante già abbattute presenti in tabella evidentemente derivano da una matematica «creativa» visto che sappiamo esserci decine di piante abbattute fra gennaio e maggio di quest’anno che scompaiono dal riepilogo della Regione per la quale la somma non fa il totale! Neanche compaiono gli abbattimenti illegittimi di olivi plurisecolari monumentali avvenuti in zona Montalbano di Fasano nel mese di giugno a cui abbiamo assistito personalmente! Insomma, i dati ufficiali e pubblicati dalla Regione sono falsi o frutto di errori grossolani di matematica elementare. Questa criminosa propaganda e «sciatteria», già accertata dalla Procura di Lecce, ci costa milioni di euro mentre distrugge paesaggio, ambiente, economia locale e cultura della nostra Terra! Consiglieri e funzionari della Regione, dell’Arif, di Innovapuglia, si sono dimostrati incapaci di utilizzare perfino la matematica più elementare, oltre che confusionari e incapaci di seguire il regolamento europeo sia nella tempistica (il regolamento è stato pubblicato ad agosto 2020 e sarebbe dovuto essere di immediata applicazione) sia nella procedura (nel regolamento non esiste nessuna «zona ex-contenimento»), infatti l’Italia è costantemente sotto procedura di infrazione.
Da qualche mese nelle determine di abbattimento non c’è più il nome dell’intestatario della particella in cui è previsto l’abbattimento. È pensabile che i proprietari di terreni, oltre a non poter fare analisi per proprio conto, vadano tutti i giorni sul sito dell’Albo Pretorio a leggere le determine e controllare al catasto quali sono il foglio e la particella del proprio terreno? E, se non lo fanno, l’Ente autorizzato dalla Regione piomba con le ruspe di mattino presto per abbattergli piante plurisecolari e monumentali di ulivo (di cui è custode), senza che abbiano avuto la minima possibilità di difendere la propria azienda e la loro proprietà privata.
Allora, cos’è: schizofrenia o fraudolenza?
Al riguardo, nel 2015, l’allora procuratore di Lecce, Cataldo Motta, già si era espresso molto chiaramente sostenendo, in una conferenza stampa, che l’Unione europea fosse stata «tratta in inganno da una falsa rappresentazione dell’emergenza Xylella fastidiosa, basata su dati impropri e sull’inesistenza di un reale nesso di causalità tra il batterio ed il disseccamento delle piante».
Pertanto, il Comitato Ulivivo chiede:
- Alla Procura di fermare gli abbattimenti illegittimi prima che sia troppo tardi. Quando il nostro territorio sarà distrutto a cosa varrà assicurare alla giustizia i colpevoli?
- Alla Corte dei Conti di accertare la regolarità della gestione dei finanziamenti comunitari che sono stati destinati alla cosiddetta «emergenza Xylella». Per quanto tempo i cittadini devono subire il danno (abbattimento di piante monumentali) e la beffa (viste le procedure di infrazione a cui è sottoposta l’Italia per la gestione di questa emergenza)?
- Ai contadini di rendersi conto, con i propri occhi, di come alberi disseccati possano tornare in stato vegetativo e produttivo grazie a strategie messe a punto su base scientifica o empirica. A chi giova continuare a negare l’esistenza di cure?
- A tutti i cittadini di porsi una semplice domanda: a chi giova continuare ad abbattere i nostri ulivi millenari? Per trovare la risposta basterebbe mettere insieme gli abbattimenti con i nuovi utilizzi del suolo. Unendo i puntini il disegno emergerà chiaro.
Inoltre il Comitato Ulivivo si dichiara a disposizione di chiunque voglia vedere con i propri occhi olivi disseccati tornati in pieno stato vegetativo e produttivo. Chi interessato invii una email di richiesta a: ulivivo2021@gmail.com.
(Fonte Comitato Ulivivo)