La manifestazione propone una riflessione profonda e articolata sui caratteri identitari e sulle scelte di valorizzazione dei territori delle cave di pietra pugliesi
È iniziato ieri lo Stone landscapes festival, un festival che promosso dalla Direzione generale creatività contemporanea del ministero della Cultura, regione Puglia e numerosi partner, vuole sostenere, promuovere e valorizzare l’architettura contemporanea italiana attraverso manifestazioni culturali destinate a un pubblico esteso. Il festival propone una riflessione profonda e articolata sui caratteri identitari e sulle possibilità di valorizzazione dei territori delle cave di pietra pugliesi.
18 esperienze, 8 seminari, 7 mostre, 5 lectio magistralis, 3 workshop, 2 convegni, 5 città ossia Apricena, Trani, Cursi, significativi centri nell’economia estrattiva regionale rappresentativi delle relazioni che le cave stabiliscono con il paesaggio pugliese in ragione delle differenziate caratteristiche del suo substrato orografico, ai quali si aggiungono Canosa e Parabita, due centri che contribuiscono alla riflessione attivata dal festival.
Questo e tanto altro prevede il programma della manifestazione.
Perché la regione Puglia, per la grande varietà dei suoi paesaggi di cava può considerarsi come straordinario «laboratorio» di sperimentazione delle pratiche di risarcimento, cura e messa in valore dei «paesaggi mediterranei di cava». Il progetto del festival si sviluppa, quindi, lungo tre direttrici principali che partendo dai Paesaggi, per via di porre e per via di levare, per promuovere un approfondimento critico delle problematiche paesaggistiche, ma anche culturali, economiche e sociali, legate ai territori delle cave e alle loro possibilità di recupero va ad affrontare il tema delle Architetture, architetture di pietra per la contemporaneità, volute per avviare una riflessione critica sulla prassi del progetto di architettura contemporanea in pietra e infine veicola sulle Storie, storie di pietra, per cogliere l’aspetto sociale, quello della cava come specchio di una trasformazione dell’assetto produttivo del paese, che ha visto la progressiva sostituzione dei vecchi «cavamonti», scalpellini e paritari con la nuova forza lavoro dei migranti.
Un festival che affonda le sue radici in eventi passati come la Mostra multimediale «Stone Stories. Le Pietre di Puglia nell’architettura, nel design, nel paesaggio», promossa dalla regione Puglia nel 2014-2015 e collocata per alcuni anni presso il Frantoio ipogeo di palazzo De Donno a Cursi, sede dell’Ecomuseo della Pietra leccese e delle cave di Cursi. Un percorso, quello della mostra, di narrazione dei bacini estrattivi della regione Puglia con focus sulle testimonianze e i racconti di persone, operatori, cavamonti, scalpellini, progettisti, artisti, designer, imprenditori, che hanno avuto modo di «incontrare» nella propria vita le pietre di Puglia.
Elsa Sciancalepore