Fare e disfare la realtà: Gaza

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Il presidente americano ha dedicato alla guerra contro Hamas la chiusura del discorso sullo stato dell’Unione, dichiarandosi il miglior amico che lo stato ebraico abbia mai avuto, ma anche preoccupato per le condizioni dei civili palestinesi. Per loro presto un porto temporaneo sulla costa di Gaza per consentire la consegna di aiuti umanitari su larga scala. L’urgenza secondo la Casa Bianca è data dal fatto che l’attuale mancanza di cibo e farmaci sta mettendo in pericolo 2,3 milioni di palestinesi sul territorio. Il programma di consegna via mare dovrebbe essere realizzato in alcune settimane, ma sono in molti a chiedersi se questo sistema consentirà aiuti sufficienti a tamponare la fame e il rischio epidemico e soprattutto se la popolazione allo stremo potrà resistere mentre si realizza questa struttura.

Da parte degli attivisti e degli esperti umanitari si plaude alla decisione considerata un passo nella giusta direzione, ma intravedono un segnale di debolezza da parte degli Stati Uniti. La maggioranza delle Ong impegnate nel conflitto ha espresso infatti tramite comunicati stampa l’opinione che sarebbe stato preferibile aiutare Gaza facendo pressioni molto più forti sul governo di Benjamin Netanyahu affinché aprisse altri varchi al confine per consentire al trasporto su gomma di aumentare la capacità di affrontare l’emergenza umanitaria.

 

Francesco Sannicandro