Fare e disfare la realtà: Dossieropoli

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All’interno di un’antica tradizione mi sembra si inserisca il bizzarro caso di questi giorni. Si tratta davvero di una singolare «Dossieropoli», in cui tutti i protagonisti, per prima cosa, si affrettano a precisare di non avere mai parlato di «dossieraggi». Solo per stare alle incomprensibili notizie di oggi, la stampa dà conto da un lato della decisione di Giorgia Meloni di bloccare la proposta di una commissione d’inchiesta (appena avanzata dai suoi ministri della Giustizia e della Difesa, cioè quello stesso Guido Crosetto che dei non-dossier sarebbe la prima vittima, e dalla cui denuncia sembrerebbe essere partito tutto), dall’altro di un inatteso comunicato del procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, il quale annuncia di avere «attivato le proprie funzioni di sorveglianza», sottolineando che «l’attività di vigilanza sui rapporti con gli organi di informazione dei procuratori del distretto» gli impone di «verificare il corretto bilanciamento tra il doveroso diritto dell’opinione pubblica ad essere informata nella fase delle indagini ed il rispetto della presunzione di innocenza».
Nel frattempo, come tutti i giornali riportano in qualche pagina interna, molto in fondo, la sentenza sul famigerato caso Consip che aveva fatto tremare il governo guidato da Matteo Renzi, con le indagini sul padre Tiziano e sul braccio destro Luca Lotti, si conclude con solo due condanne, non agli indagati, ma agli indagatori. Cioè agli ufficiali accusati di avere rivelato ripetutamente ad alcuni giornalisti atti coperti da segreto investigativo (che peraltro sarebbe l’aspetto di gran lunga meno grave di quanto emerso nel modo di gestire le indagini e soprattutto le intercettazioni, i cui verbali erano stati significativamente manipolati).
Se arrivati a questo punto sentite di esservi persi, e avete solo la sgradevole impressione di essere le vittime collaterali di una interminabile guerra per bande tra diverse correnti della politica, del giornalismo, della magistratura e dei servizi, direi che avete colto il punto essenziale. Ma nemmeno questa, purtroppo, è una novità.

 

Francesco Sannicandro