Sicurezza ed impatto ambientale

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L’energia prodotta utilizzando la reazione di fusione ha degli indubbi vantaggi sotto l’aspetto della sicurezza e dell’impatto ambientale. Le emissioni di gas serra sono nulle, il prodotto della reazione è semplicemente gas elio e le conseguenze del peggiore incidente immaginabile (ed estremamente improbabile) sono limitate dal momento che la reazione si estingue automaticamente e il calore di decadimento è troppo basso per compromettere l’integrità delle strutture. Inoltre, anche nel caso peggiore, non è richiesta l’evacuazione della popolazione attorno al recinto della centrale. Per quanto riguarda i rifiuti a fine operazioni, la mancanza di scorie radioattive a lunghissima vita rende il trattamento dei materiali, che comunque si attivano, molto meno complesso e pericoloso: dopo solo 100 anni la radiotossicità è inferiore a quella delle ceneri del carbone.

In caso di incidente:

– non c’è possibilità di escursione incontrollata della potenza in quanto la reattività del plasma è limitata da processi intrinseci al sistema;
– le strutture interne della macchina non possono fondere anche in caso di incidente con perdita di ogni raffreddamento attivo conseguente a una perdita improvvisa di potenza (sicurezza passiva);
– il massimo incidente prevedibile di origine interna alla centrale condurrebbe a valori di esposizione del pubblico tali da non richiederne l’evacuazione.

Durante la fase di progettazione di Iter sono state dedicate molte risorse agli aspetti di sicurezza. Le analisi effettuate per ottenere il permesso all’esercizio di Iter rappresentano un valido banco di prova per la definizione degli standard di sicurezza dei futuri reattori e confermano l’attrattività della fusione come fonte di energia.
Nelle centrali a fusione non vi sono scorie radioattive vi è comunque l’attivazione dei materiali strutturali dovuta ai neutroni. La parte dominante della radioattività indotta dai neutroni è generata nei componenti che si affacciano al plasma e nel mantello fertilizzante. Questi componenti sono periodicamente sostituiti durante la vita della centrale mentre è previsto che altri componenti, quali il contenitore del vuoto, il sistema magnetico e il suo schermo, restino per l’intero periodo operativo della centrale.
La radiotossicità all’arresto della centrale a fusione (fig. 5) è più bassa rispetto a quella a fissione di circa un ordine di grandezza subito dopo lo spegnimento ma decade nel tempo molto più rapidamente. Entro circa 100 anni la radiotossicità scende a valori che sono da diecimila a centomila volte inferiori a quelli della fissione e paragonabili a quella delle ceneri di una centrale a carbone.