Amazzonia una diversa prospettiva

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La mostra che resterà aperta dal 19 novembre al 9 gennaio, è composta da tre sezioni fotografiche accompagnate da alcuni video: la Selva, gli Indios Yanomani e le Risorse

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino organizza, dal 19 novembre al 9 gennaio 2011, la mostra «Amazzonia una diversa prospettiva». L’esposizione inserita nell’ambito delle iniziative promosse per l’Anno internazionale della Biodiversità è curata dall’Associazione impegnarsi serve onlus di Torino in collaborazione con i Missionari della Consolata presenti nel bacino amazzonico e intende farsi carico dell’appello al mondo da parte degli Indios in difesa del loro ambiente e contro i crimini commessi nei suoi confronti. La mostra che sarà inaugurata Giovedì 18 novembre, ore 18, è composta da tre sezioni fotografiche accompagnate da alcuni video: la Selva, gli Indios Yanomani e le Risorse.

La selva

L’Amazzonia è un’enorme regione del pianeta, dove «la vita scorre attraverso i fiumi, respira attraverso la foresta, canta attraverso gli uccelli, si dona attraverso i frutti, sogna, soffre e spera attraverso il cuore umano, parla e adora nelle diverse lingue dei popoli amazzonici».

Cinque milioni di chilometri quadrati, il più grande serbatoio genetico del mondo emerso, la più importante riserva di acqua dolce e foreste tropicali della terra, abitata da millenni dai popoli indigeni che vedono e vivono la natura con sacralità e rispetto.

Negli ultimi decenni una politica di sfruttamento delle risorse ha creato un forte impatto sulla natura e sulla vita dei nativi della foresta amazzonica. Ciò rende più che mai necessario promuovere un’ecologia umana in cui la natura sia amata e non asservita all’economia.

Sostenere le popolazioni amazzoniche nella loro giusta richiesta di poter vivere in armonia con la Madre Terra è un impegno di cui tutta l’umanità dovrebbe farsi carico.

Gli indios Yanomami

Il popolo Yanomami, considerato paradigma di tutti i popoli che vivono nell’ambiente amazzonico, presenta il suo appello ai visitatori: «Noi Yanomami, popolo indigeno di queste terre, genitori delle generazioni esistenti e future, responsabili della sopravvivenza dei popoli indigeni, chiediamo con forza la tutela dei nostri diritti, presentando le nostre rivendicazioni: La terra che abitiamo è un nostro bene ed un nostro diritto. Con questa convinzione, noi affermiamo che solo in essa si preserva la nostra organizzazione sociale, i nostri costumi, credenze e tradizioni, nonché la nostra stessa vita.

«Oltre a subire atti che si dicono autorizzati dalla legge, dobbiamo vigilare sui numerosi invasori non indios nelle terre indigene, che ci limitano nell’utilizzo delle risorse naturali, nostro diritto originario, provocando violenze dentro le stesse comunità nella disputa per le terre. Come se non bastasse l’inquinamento provocato dalla ricerca dell’oro e lavaggio con mercurio inquina i nostri fiumi che sono una delle principali fonti di auto-sostentamento».

Le risorse

L’Amazzonia è una delle più importanti regioni geopolitiche del mondo per la sua biodiversità e le sue ricchezze naturali. Due mentalità si contrappongo rispetto all’uso di tali risorse: quella del colono e quella del nativo. Per il colono, colui che viene da fuori della foresta, le risorse debbono essere utilizzate secondo criteri economici che ottimizzino al massimo il profitto. La ricchezza di questa terra, costituita da legname, petrolio, oro, uranio, diamanti e altri giacimenti minerari, viene saccheggiata ponendo in secondo piano le ripercussioni sull’ambiente e sull’uomo. Per il nativo, colui che da sempre abita la foresta, la terra e le sue risorse devono essere usate con amore e rispetto e la foresta è considerato un prezioso alleato da tutelare.

Queste due concezioni prospettano scenari diversi per il futuro: la deforestazione con le sue conseguenze irreversibili per i popoli dell’Amazzonia e del mondo o una permanente fonte di vita, a vantaggio delle generazioni attuali e future.

Al termine della mostra ci sarà uno spazio, un’area di confronto e dibattito, che i visitatori potranno utilizzare stimolati da spezzoni di film e frasi di denunce tratte da testi di scrittori e intellettuali sudamericani insieme alle voci dei popoli Indios.

All’inaugurazione, giovedì 18 novembre ore 18, ci sarà una visita guidata a cura di padre Giordano Rigamonti, missionario della Consolata che ha trascorso alcuni periodi in Amazzonia e la dott.ssa Silvia Perotti già presidente dell’Associazione «Amici della Consolata». A conclusione ci sarà uno spettacolo-performance della Compagnia Movimentodanza di Eva Tosca di Erba (Como) libera interpretazione dello spirito della foresta e della vita dei popoli che la abitano.

L’Amazzonia, «immenso e meraviglioso giardino… dove i boschi hanno più vita» soffre a causa «di un modello economico che privilegia il lucro sulla vita della popolazione e il rispetto della natura: disboscamento, incendi, agro-business, incursioni dei mercanti di legname e minerali».

«Ci preoccupa come Chiesa dell’Amazzonia uno Stato che si mostra molte volte incapace di mantenere la sovranità sull’Amazzonia, lasciando che si trasformi in un corridoio per l’esportazione, la privatizzazione dell’acqua, la concessione delle foreste… Esiste una connivenza scandalosa di alcune autorità in casi di prostituzione infantile, pedofilia, traffico e consumo di droga e l’alcolismo che minaccia la vita in particolare dei popoli indigeni».

«L’essere umano, che è la maggiore ricchezza dell’Amazzonia, è purtroppo anche quella più minacciata. È urgente avere cura della creazione come casa comune dell’umanità e fonte di vita per il pianeta. Educare a uno stile di vita di sobrietà e austerità solidale… Creare, nelle Americhe, la coscienza sull’importanza dell’Amazzonia per tutta l’umanità… Unire le forze con organismi che lottano per la preservazione dell’ambiente e per lo sviluppo sostenibile… Promuovere una spiritualità ecologica… Continuare a denunciare di fronte ai grandi progetti governativi i gruppi economici che non rispettano le popolazioni dell’Amazzonia».

Dalla Dichiarazione dei Vescovi Cattolici in Amazzonia. «L’Osservatore Romano», 29 ottobre 2009.

Sede della mostra: Museo Regionale di Scienze Naturali, via Giolitti, 36, Torino

Titolo: Amazzonia. Una diversa prospettiva

Inaugurazione. Giovedì 18 novembre, ore 18.

Periodo: 19 novembre 2010 – 9 gennaio 2011

Orario: 10-19 tutti i giorni. Chiuso il martedì.

Ingresso: ? 5,00 intero, ? 2,50 ridotto. Gratuito con l’Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Informazioni Museo: tel. 011.432.6354.

(Fonte Museo regionale di Scienze naturali, Torino)