Eventi estremi. Come salvare il pianeta e noi stessi dalle tempeste climatiche e finanziarie

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Pagine 144 pagine, Costo 12,00 euro

Ogni crollo delle Borse è la conseguenza dell’accelerazione insostenibile del mercato finanziario. Ma l’accelerazione, in questo caso di CO2, è anche la causa del caos climatico. Lo spiazzante saggio di Tonino Perna che spiega perché, per salvare il nostro Pianeta, è indispensabile fondare un altro mercato e un’«Altreconomia»

Che cosa c’entrano il denaro e la finanza con il clima e la CO2? Gli «eventi estremi», climatici e finanziari, in crescita negli anni recenti, si caratterizzano per il medesimo meccanismo: «fluttuazioni giganti» provocate da una fortissima accelerazione dei processi, ovvero l’immissione di CO2 nell’atmosfera e di denaro sul mercato.

Un libro che parte delle catastrofi, per nulla naturali, del capitalismo per proporre di rifondare il sistema economico in senso solidale.

Tempeste climatiche e finanziarie. Il crollo di Wall Street del settembre 2008 è stato definito «una tempesta perfetta»: ma l’analogia tra la Borsa e il meteo non sembra limitarsi al linguaggio. «Il linguaggio – scrive infatti Tonino Perna – è rivelatore di qualcosa di più di una semplice coincidenza. Il fatto che nell’ultimo decennio il linguaggio dei meteorologi sia stato mutuato dagli analisti della finanza è il segno manifesto di un processo che potremmo definire «la naturalizzazione dei mercati». I mass media hanno amplificato questi nuovi termini usati dagli operatori di Borsa e li hanno resi di uso comune. (…) Abituandoci a parlare di turbolenze, incendi, tempeste nel mondo della finanza abbiamo introiettato come “naturale” un fenomeno che è invece totalmente sociale e politico».

La relazione tra ambiente ed economia è la questione principe del nostro tempo. Sappiamo che andiamo incontro a una serie di catastrofi annunciate, che colpiranno per primi i poveri del mondo, l’ambiente e noi stessi. Sappiamo di non poter continuare a inquinare, né lasciare il destino dell’umanità nelle mani del «capitalismo dei disastri», che sfrutta i disastri naturali e pianifica nuovi disastri (a partire dalle guerre) perché solo in condizioni estreme possono ricostruirsi gli extra-profitti, abbattere vincoli e leggi, «cancellare e rifare il mondo». Eppure, continuiamo a farlo. Come salvare allora Gaia e i suoi abitanti?

Il binomio «crescita-decrescita» non basta più a farci comprendere i grandi cambiamenti che stiamo vivendo. La speranza va riposta allora in una decelerazione, e soprattutto nello sviluppo di un’Altreconomia, basata sui principi della cooperazione e della solidarietà, del rispetto della natura e dei suoi equilibri. Un nuovo sistema che garantisca la sicurezza e la sovranità dei popoli in campo monetario ed energetico, in quello del lavoro e del cibo non sono più ormai un lusso o un’aspirazione, ma una necessità. «Serve – scrive Perna – la riflessione, l’approfondimento, e l’azione solidale spinta da una passione totale per salvare la bellezza della vita su questo pianeta». Un libro illuminante, scritto in modo semplice e brillante, ricco di dati e grafici.

In vendita in libreria, nelle botteghe del commercio equo e sul sito di Altreconomia.

Tonino Perna, economista e sociologo, è docente di Sociologia Economica presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Messina, con un lungo impegno sociale e politico si è diviso tra il Sud d’Italia e il Sud del mondo. Tra le decine di articoli e saggi ricordiamo Fair Trade (Bollati Boringhieri, 1998), Destra e sinistra nell’Europa del XXI secolo (Altreconomia, 2006), Il manuale del piccolo usurario e del grande speculatore (Altreconomia, 2008).