Reich e la Teoria del Tutto

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Reich elaborò terapie orgoniche per le patologie più gravi, psichiche e somatiche, cancro incluso. Egli riteneva che l’energia orgonica (detta anche «orgone», tout court) esistesse davvero, e fosse diffusa nell’intero Universo. Il mondo, secondo lui, è caratterizzato da un dualismo tra materia ed energia, e tutti i fenomeni naturali sono regolati da flussi orgonici: perfino i fenomeni vitali deriverebbero dall’accumularsi di tale energia

Fuso risponde ad Orefice

– Continua il dialogo tra Orefice e Fuso

Nel leggere il libro «La Falsa Scienza» di Silvano Fuso mi sono imbattuto nel capitolo dedicato a Wilhelm Reich: un capitolo di cui si apprezza tanto più il coraggio quando si consideri la capillare diffusione e la vendicativa pericolosità (superiore a quella di Al-Qāٰ ida) dei cultori delle teorie reichiane.
Prima di pervenire alla modesta proposta di un’ulteriore azione coraggiosa da parte di Silvano Fuso, vorrei riassumere brevemente il contenuto di tale capitolo, usando le sue stesse parole.
Dopo aver causato il suicidio della madre (denunciandone la tresca col precettore) e forse anche la morte per crepacuore del padre, il nostro Wilhelm finì per iscriversi alla Facoltà di Medicina, nella Vienna tumultuosa del secondo decennio del 1900. Spinto dal convincimento del ruolo fondamentale del sesso nella vita umana, divenne prima seguace di Freud, e poi suo competitore nell’elaborazione di nuove vie della Psicanalisi, fino ad elaborare teorie relative all’esistenza di un’energia cosmica, che chiamò «orgonica» ritenendola essenziale nella fisiologia dell’orgasmo.
Passato negli Stati Uniti, Reich elaborò terapie orgoniche per le patologie più gravi, psichiche e somatiche, cancro incluso. Egli riteneva che l’energia orgonica (detta anche «orgone», tout court) esistesse davvero, e fosse diffusa nell’intero Universo. Il mondo, secondo lui, è caratterizzato da un dualismo tra materia ed energia, e tutti i fenomeni naturali sono regolati da flussi orgonici: perfino i fenomeni vitali deriverebbero dall’accumularsi di tale energia. Egli la individuò dappertutto: nelle aurore boreali, negli uragani, nel moto e nella forma dei corpi celesti e delle galassie, e perfino nella forza di gravità. Su tali intuizioni basò la costruzione di macchinari terapeutici che indussero la Food and Drug Administration statunitense prima a diffidarlo, poi a bruciare tonnellate dei suoi scritti, e infine a chiuderlo in carcere, dove morì d’infarto a sessant’anni, nel 1957.
E qui viene una mia modesta proposta, basata sull’esemplare vicenda di quel povero disgraziato.
Circola oggigiorno un ambizioso abbozzo di Teoria (microfisica e cosmologica) del Tutto, detto Modello Standard. Tale Modello, basato su uno spazio a 11 dimensioni, con 7 dimensioni non troppo ben percepibili perché «arrotolate», ammette di non aver ancora messo completamente d’accordo i fenomeni quantistici e quelli gravitazionali, ma per il resto spiega tutto. O quasi: perché ha un piccolo difetto, consistente nel fatto che l’Universo dovrebbe espandersi decelerando, e invece lo fa in modo accelerato; e che, più in generale, la grande maggioranza dei fenomeni cosmologici si svolge in maniera assai più rapida del previsto.
Niente paura: questo è dovuto alla presenza, accanto ad un insubordinato 5% di materia/energia che costituisce l’Universo visibile, di un ulteriore 95% di materia/energia (che non vediamo, e nemmeno possiamo immaginare come sia fatto) che viene detto «oscuro».
Materia oscura ed energia oscura, per dirla parafrasando Silvano Fuso, esistono davvero, e sono diffuse nell’intero Universo. Il mondo, vicino e lontano, è caratterizzato da un dualismo tra materia ed energia che regola tutti i fenomeni, ed è individuabile dappertutto: nelle aurore boreali, negli uragani, nel moto e nella forma dei corpi celesti e delle galassie, e perfino nella forza di gravità.
E, si badi bene, senza l’escamotage di tale materia/energia oscura (arbitraria tanto quanto l’orgone reichiano) l’intero Modello Standard cadrebbe come un castello di carte.
Ecco dunque la mia modesta proposta: in piena analogia col capitolo sulle follie reichiane, Silvano Fuso dovrebbe includere nella prossima edizione del suo libro una brillante esposizione delle follie del Modello Standard, sfidando i poteri espliciti ed occulti che stanno dietro a tale Modello, e agli ingenti finanziamenti da esso ottenuti. Dimostrando così, in modo inequivocabile, di non cedere al vezzo tutto italiano di correre (sempre e comunque) in aiuto dei più forti, irridendo i più deboli.
La Scienza diviene «patologica» non già quando si scosta da quella Ufficiale, ma quando si scosta dal Buon Senso.
Vorrei aggiungere, a questo proposito, che non è Buon Senso, da parte del potere economico, politico e accademico, concedere 10 miliardi di euro alla Fusione Termonucleare, dopo 60 anni di costosissimi smacchi.