Suoli contaminati, veleni e salute umana

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In Europa, i contaminanti del suolo che si riscontrano più frequentemente sono i metalli pesanti (35%) e l’olio minerale (24%); si stima che circa tre milioni di siti siano potenzialmente interessati da attività che possono inquinare il suolo e di questi, approssimativamente 250.000 potrebbero avere bisogno urgente di bonifica. Costi elevati per la sanità, si parla di problemi per la salute quali il cancro, danni neurologici e basso IQ, danni ai reni e malattie alle ossa

Con il report «Soil contamination: impacts on human health» la Commissione europea vorrebbe colmare il gap di conoscenza circa gli impatti sulla salute umana derivanti dall’esposizione a lungo termine, e a basso livello, ai contaminanti del suolo (propria del contesto europeo) fornendo ai decisori le informazioni scientifiche esistenti sul tema.
Questo rapporto si concentra principalmente sui contaminanti del suolo derivanti da attività umana (processi industriali, attività minerarie, rifiuti domestici e aziendali, prodotti farmaceutici) e fornisce una panoramica dello stato attuale della ricerca in questo campo. Non prende in esame la contaminazione microbiologica del suolo.

Sono stati individuati alcuni contaminanti prioritari da trattare, come i metalli pesanti (arsenico, cadmio, piombo e mercurio) l’amianto e i composti organici (diossine e composti simili, pesticidi), sulla base di quanto indicato dalla stessa Oms e della loro presenza pressoché irreversibile nel suolo. Lo studio è ripartito in sezioni che forniscono dettagli sui singoli contaminanti e includono casi studio di contaminazioni «famose» avvenute negli ultimi decenni, illustra il loro cammino dal suolo al corpo umano e spiega brevemente l’influenza che hanno le diverse proprietà dei terreni nel determinare la quantità di contaminante che può raggiungere l’organismo, così come le matrici ambientali aria e acqua.
In Europa, i contaminanti del suolo che si riscontrano più frequentemente sono i metalli pesanti (35%) e l’olio minerale (24%); si stima che circa tre milioni di siti siano potenzialmente interessati da attività che possono inquinare il suolo e di questi, approssimativamente 250.000 potrebbero avere bisogno urgente di bonifica. Gli studiosi ritengono che queste cifre siano probabilmente sottostimate e che cresceranno con il miglioramento dei metodi di raccolta dei dati.
Gli effetti sulla salute da contaminanti del suolo conducono a costi elevati per la sanità (si stima nell’ordine di vari milioni di euro), ma nonostante ciò gli studi per quantificare l’effettiva spesa sono ancora agli inizi, benché si parli di problemi per la salute quali il cancro (arsenico, amianto, diossine), danni neurologici e basso IQ (piombo, arsenico), danni ai reni (piombo, mercurio e cadmio) e malattie alle ossa (piombo, cadmio, fluoruro).
Le esposizioni e gli effetti sanitari possono derivare da contatto diretto e assorbimento di composti organici volatili o di metalli come il cromo VI o il mercurio inorganico. L’ingestione può essere sia diretta di suolo (come può accadere ai bambini che giocano all’aperto) sia tramite la catena alimentare, in particolare con presenza di diossine negli alimenti di origine animale, di cadmio nei vegetali o di arsenico nelle acque. L’inalazione è una via di esposizione meno rilevante ma da tenere in considerazione per coloro che sono esposti per lungo tempo, come i lavoratori agricoli.
Ad oggi però la correlazione causa–effetto nei più comuni casi di esposizione a lungo termine a bassi livelli di una combinazione di sostanze chimiche derivanti dal terreno non è dimostrabile, anche se si sta iniziando a comprendere meglio le conseguenze e gli impatti prodotti a lungo termine del nostro patrimonio industriale attuale e dalle attività precedenti. Gli studi effettuati sui più importanti siti contaminati mostrano che non si è mai troppo cauti quando si prendono decisioni su dove posizionare nuove attività, perché alcuni contaminanti possono essere rilevati anche decenni dopo che sono stati rilasciati ed essere potenzialmente tossici.
Per esempio, attività industriali in alcuni paesi, come la Cina, hanno causato nuove vie di esposizione a lungo termine come quella dovuta ad una dieta a base di riso coltivato in zone contaminate.
Sono molte le criticità metodologiche e anche normative da superare per una migliore tutela del suolo. Non esiste una legislazione specifica come per le acque e l’aria, la Commissione europea ha adottato la Soil Thematic Strategy (Commission Communication COM (2006) 231) e ha proposto una Direttiva quadro sul suolo nel 2006 .
Per portare avanti ricerche che studino le interazioni tra scienza del suolo e salute umana sono necessari team interdisciplinari che comprendano chimici, geologi, antropologi, biologi, agronomi, sociologi, medici ed esperti di salute pubblica ed è essenziale un approccio site-by–site che tenga conto delle caratteristiche ambientali locali dei suoli e delle attività umane, perché ogni sito ha un suo profilo di rischio, una sua chimica e una sua storia.