Adattamento climatico – Si passa all’operatività

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Il ministro Orlando ha convocato i responsabili delle principali associazioni ambientaliste per analizzare lo studio della Sna (Strategia nazionale adattamento). L’Ipcc 10 anni fa aveva avvertito i governi del pianeta che per evitare una catastrofe globale climatica era necessario passare per tre ben distinte fasi operative: Informare adeguatamente e seriamente il pubblico su quanto stava accadendo al clima; approntare a livello globale azioni di mitigazione, ossia evitare ulteriori aumenti della temperatura terrestre e infine, come ultima ratio, preparasi all’Adattabilità

Cos’è Sna? Vuol dire Strategia nazionale adattamento, intesa come organizzazione che a breve coinvolgerà tutti gli enti territoriali del nostro Paese (soprattutto i comuni) in previsione dell’aumento della temperatura terrestre che porterà a fenomeni meteo estremi tra cui l’innalzamento dei mari e lunghi periodi di siccità.
L’Ue, con la pubblicazione dello scorso anno del libro bianco «Adattarsi ai cambiamenti climatici verso un quadro d’azione europeo», ha invitato tutti gli Stati membri europei ad elaborare strategie di adattamento per i propri territori. Il ministero dell’Ambiente ha accolto tale richiesta e si è dato subito da fare per renderla attuabile. Così ieri il ministro Orlando ha convocato nel suo dicastero i responsabili delle principali associazioni ambientaliste d’Italia per analizzare lo studio della Sna elaborato da esperti del settore. Finalmente un’azione saggia del Ministero che ha voluto condividere con tutti noi lo strumento dell’Adattamento che presto si trasformerà in norme di legge.
Sono più di 12 anni che Accademia Kronos si è impegnato per informare cittadini e politici, inviando in più riprese studi e riflessioni sul global warming alle autorità nazionali competenti. Tutto questo per evitare di ricorrere alla fase dell’adattamento al clima che cambia. Purtroppo, se siamo arrivati a questo punto, i nostri sforzi, come quelli di tante altre organizzazioni simili, sono stati in parte vani.
L’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) 10 anni fa aveva avvertito i governi del pianeta che per evitare una catastrofe globale climatica era necessario passare per tre ben distinte fasi operative: Informare adeguatamente e seriamente il pubblico su quanto stava accadendo al clima; approntare a livello globale azioni di mitigazione, ossia evitare ulteriori aumenti della temperatura terrestre e infine, come ultima ratio, preparasi all’Adattabilità.
Ebbene i primi due punti li abbiamo superati «allegramente» per cui ora non ci resta che l’adattabilità. Quindi, purtroppo, dobbiamo prepararci agli inesorabili disastri climatici.
Nell’auditorium del ministero dell’Ambiente si è ripercorsa tutta la storia del clima dal 1992 ad oggi e si è visto, a parte piccole operazioni di contrasto all’innalzamento della temperatura come il protocollo di Kyoto, quante buone occasioni ha perso l’umanità per evitare di giungere all’adattabilità.
I temi affrontati nell’incontro al Ministero sono passati dall’estremizzazione dei fenomeni climatici, alle isole di calore delle città, dalle malattie causate dall’inquinamento dell’aria, all’alimentazione umana che risente del clima impazzito, dalla mobilità su gomme alla grande crisi energetica, dalla sovrappopolazione alla crisi finanziaria globale. Insomma un bagno totale d’informazioni e di riflessioni, una grande opportunità per conoscere lo stato di salute del nostro pianeta in 7 ore di full immersion. Un plauso al ministero dell’Ambiente che, finalmente, ha fatto una cosa giusta nel campo dell’informazione.
I disastri climatici che il mondo intero e in particolare il bacino del Mediterraneo stanno subendo da qualche tempo a causa del global warming, sono dovuti all’innalzamento della temperatura media terrestre di un grado negli ultimi 20 anni. Gli scienziati ci dicono che tra meno di trent’anni la temperatura media terrestre supererà i 2 se non i 3 gradi. Immaginate allora cosa potrà accadere a tutto il clima del pianeta!
Da qui la preoccupazione dell’Europa, ma di tutte le nazioni del globo per l’inevitabile innalzamento dei mari, per le alluvioni, per le prolungate siccità, per l’inaridimento delle ultime terre fertili del pianeta, ecc. ecc. Da tutto ciò è nata in Italia la Strategia nazionale all’adattamento.
Entro la fine di dicembre le associazioni dovranno analizzare lo studio del Ministero sulla Sna e aggiungere i loro suggerimenti. Con l’anno nuovo la Sna sarà completata per diventare poi un piano operativo concreto da attuare sul territorio.
Purtroppo la carta dei rischi su cui noi oggi possiamo lavorare per la prevenzione, risale a quando la temperatura della Terra era inferiore di un grado e, quindi, non erano previsti fenomeni come «le bombe d’acqua», venti ad oltre 200 kmh, prolungate siccità, andirivieni di ghiaccio e acqua in poche ore sulle nostre montagne che alla fine sgretolano le rocce, innalzamento dei mari, ecc.
Accademia Kronos a tal proposito ha proposto la redazione di una nuova mappa o carta delle condizioni di rischio, soprattutto per il fenomeno delle frane, tenendo presente non solo le situazioni meteo-climatiche odierne, ma quelle previste da oggi al 2050. Quindi ha proposto di creare un modello matematico capace di dirci come saranno in futuro i fenomeni meteo-climatici che interesseranno il nostro Paese e quali risposte di prevenzione adoperare. Accademia Kronos, oltre questa proposta più impegnativa, da subito attuerà è la fase dell’informazione capillare non solo nelle scuole, ma in tutti i comuni italiani a rischio frane e alluvioni.