Dalla biofisica più equilibrio tra sviluppo industriale e salute

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La ricerca corre e sarà bene che l’Occidente e l’Italia in particolare colgano i fiori maturi del proprio giardino scientifico che rischiano l’avvelenamento sull’altare del Mercato che non dovrebbe prevalere troppo sugli interessi fondamentali della salute delle popolazioni. Le relazioni più significative su salute e ambiente

Delle oltre sessanta relazioni in cirillico stretto del IX Simposio sulla Biofisica in Medicina di metà maggio che si è svolto a Kiev, in Ucraina, abbiamo selezionato alcune delle relazioni in inglese che danno un senso del grande lavoro che dalle profondità cellulari alle interazioni tra Cosmo e biosfera viene svolto nell’Est Europa e in quella che fu l’Unione Sovietica per scoprire i segreti della vita e pervenire a nuovi equilibri nel mondo moderno industriale ricco ma inquinato.
Alcuni dati della relazione di Vadym Berezvosky danno il senso dell’urgenza di riabilitare le aree montane per proteggere la salute dei malati e predisposti che abitano nelle aree urbane in particolare per quanto riguarda le malattie allergiche respiratorie che colpiscono 77 volte di più nelle aree urbane di pianura rispetto alle aree montane (confermando i dati storici e recenti di Briançon, Davos ecc.), dove particolari condizioni chimico fisiche atmosferiche legate alla alta qualità dell’aria respirata arricchita da ioni negativi, bassa umidità ecc., esercitano influenze preventive e terapeutiche che sono al centro di un progetto internazionale di ricerca che punta a chiarire e a precisare indicazioni e modalità di soggiorni climatoterapeutici montani che potrebbero rilanciare i destini di vaste aree montane spopolate dalle catene alpine alla dorsale appenninica, e migliorare la qualità di vita di milioni di malati e anche la stessa vita avendo ogni anno circa 7 milioni di morti per inquinamento atmosferico nel mondo.
Il dott. Konstantin Apyktin con il prof. Yuri Gorgo e altri colleghi hanno sviluppato una tecnologia per la valutazione della funzionalità cardiaca di grande interesse che dà il senso dello stato del cuore e del circolo su cui si dovrebbe guardare meglio in associazione alle valutazioni elettrocardiografiche.
Nelle altre comunicazioni in inglese sono stati trattati temi fondamentali della vita cellulare come le proprietà biofisiche dei canali Ionici nei neuroni da parte del prof. Magura I. S. dell’Istituto di Fisiologia della Nas di Kiev.
Di rilievo l’intervento del prof. Khachik Muradian dell’Istituto di Geriatria della Nas sul Metabolic remodeling induced by atmosphere che studia l’influenza profonda dell’atmosfera e delle sue modificazioni sul metabolismo e l’espressione genica, tema di rilievo nel momento in cui l’atmosfera subisce cambiamenti non sempre sintonici con la vita biologica.
In particolare viene esaminato il ruolo della pressione parziale dell’ossigeno sul alcune attività cellulari nell’intervento di Lidia Plotnikova «The influence of hydrogen sulfide donor and oxygen partial pressure on the mesenchymal stem cells proliferation».
Sempre sui livelli di ossigeno abbiamo appreso alcune riflessioni critiche da centri polacchi e giapponesi diretti dal prof. M. Pokorski «Hypoxia ventilatory mechanisms: appraisal and reappraisal» che ha esaminato criticamente lo stato delle conoscenze sui livelli di ossigeno in varie condizioni.
A livello clinico queste conoscenze pare siano di interesse anche per il trattamento delle malattie neuro degenerative di cui ha parlato Tamara Voronina di Londra nel suo intervento su «Integrative therapy for degenerative brain diseases: intermittent fasting and intermittent hypoxia».
Del trattamento delle malattie neurodegenerative ha parlato anche il dott. Giuseppe Dore che con Marinella D’Onofrio ha presentato i risultati su alcuni casi di Demenza trattati con tecniche psiconeuroanalitiche che come si vede dalla relazione, migliorano sia le capacità cognitive sia i parametri circolatori nel cervello come si apprezza nelle diagnostiche radiologiche Spect.
Il prof. Berezvosky ha proposto al dott. Dore un progetto comune tra terapie biofisiche che simulano il clima montano e tecniche psiconeuroanalitiche che mirano alla ripresa psicofisica per vincere la decadenza indotta dai processi dementigeni. Una promessa per milioni di famiglie e per la Sanità Pubblica alle prese con il dramma delle demenze considerato generalmente senza sbocchi ma che come si vede anche dal lavoro dei Neurologi sardi Dore e D’Onofrio e dai dati londinesi si intravede una possibile soluzione che merita maggiore attenzione e nuove ricerche.
Sull’ottimizzazione delle terapie farmacologiche a 360 gradi ha trattato ancora un volta Vincenzo Valenzi che tradotto in russo, ha illustrato le possibilità emergenti dalla farmacoelettrodinamica che se deve chiarire molte questioni di anatomofisiologia dei meridiani e i meccanismi quantistici dei farmaci allopatici, sulla base dei primi 20 anni di esperienze evidenzia la possibilità di abbattere le reazioni avverse che mietono 100.000 morti solo negli Usa e di ridurre i costi delle terapie sfruttando il segnale quantistico dei farmaci per alcune opzioni terapeutiche, oltre che per identificare quali farmaci assumere sulla base dell’effetto coerente misurabile con un biotester elettrico o con un dinamometro che correla le variazioni di potenza bioelettrica alle variazioni di potenza muscolare.
In attesa dell’Esperanto o del dominio di qualche lingua si può leggere come temi classici e di frontiera si incontrano ad Est senza problemi con carriere brillanti per i vincitori dell’Award Benveniste che raggiungono i vertici accademici come per Victor Matynyuk che è stato nominato di recente vice rettore con delega alla ricerca dell’Università nazionale di Kiev.
La ricerca corre e sarà bene che l’Occidente e l’Italia in particolare colgano i fiori maturi del proprio giardino scientifico che rischiano l’avvelenamento sull’altare del Mercato che non dovrebbe prevalere troppo sugli interessi fondamentali della salute delle popolazioni.